domenica 1 novembre 2020

Salvatore Vinci a Signa

Salvatore Vinci vendicatore per i torti subiti da parte delle proprie donne, che inizia inscenando il suicidio della prima moglie fedifraga, passa poi all’amante stanca e al suo uomo del momento, infine, ferito da seconda moglie e nuove compagne, si mette a uccidere coppie innocenti che neppure conosceva, ben sette. Questo il bizzarro crescendo rossiniano ipotizzato dal colonnello Nunziato Torrisi per trovare un movente da assassino a chi invece – fino a prova contraria esente da qualsiasi sentimento di gelosia e desiderio di vendetta – si sollazzava beato tra peni e vagine ben vivi.
Su Salvatore Vinci presunto uxoricida è già comparso un approfondito articolo su questo blog (Omicidio o suicidio?), nel quale è stato illustrato, sulla base della sentenza di assoluzione, come la sfortunata moglie Barbarina Steri si fosse uccisa per la delusione subita dal suo amante, il poco di buono Antonio Pili. Affrontiamo adesso il presunto coinvolgimento di Vinci nel duplice omicidio di Signa. C’entrava qualcosa? Forse sì, ma di sicuro non perché vi avesse partecipato.
Cominciamo col premettere che Vinci non aveva un alibi. Chissà dov’era quella notte del 21 agosto 1968 quando qualcuno uccise Barbara Locci e Antonio Lo Bianco… probabilmente indaffarato in memorabili avventure sessuali con sconosciuti, i quali mai avrebbero trovato il coraggio di testimoniare. Il fatto che quell’alibi mancante Vinci avesse cercato poi di costruirselo ha un ben misero significato sul piano probatorio. Un falso alibi è sospetto soltanto se precostituito; se successivo evidenzia la paura di trovarsi coinvolto. E Salvatore Vinci aveva tutti i motivi per temere di essere coinvolto, considerando i suoi pregressi rapporti con Barbara Locci e forse anche con la pistola servita a ucciderla.
Allora, com’è possibile dimostrare senza un alibi che Vinci con il delitto nulla c’entrava? Si può chiedere assistenza alla cara e vecchia logica, arma spuntata in un procedimento giudiziario ma strumento di fondamentale importanza per una ricostruzione storica, l’unica oggi perseguibile.


Da solo no, ma con chi? A quanto è dato sapere, nessuno ha mai ipotizzato che il delitto fosse stato opera del solo Vinci. Come minimo assieme a lui ci doveva essere Stefano Mele. Lo scrissero sia il colonnello dei carabinieri Nunziato Torrisi nel suo noto rapporto, sia il giudice Mario Rotella nella sua altrettanto nota sentenza-ordinanza. Gli autori dei vari libri che hanno messo al centro la pista sarda – uno per tutti: Dolci colline di sangue di Mario Spezi – hanno percorso la stessa strada, e gli appassionati di oggi che credono Vinci colpevole si allineano.
Seppur da angolazione differente, sul coinvolgimento di Stefano Mele anche chi scrive non ha dubbi. Chiudendo gli occhi di fronte all’evidenza, a negarlo sono i teorici del delitto di Signa come primo di un Mostro estraneo ai sardi. Addirittura fanno compiere a Natalino un viaggio solitario che se anche sulla carta si volesse ritenere possibile, basta recarsi sul posto per cambiare idea. Mai un bambino di neppure sette anni sarebbe riuscito a percorrere quei due e più chilometri di strada sterrata al buio, per di più senza ferirsi i piedi ai quali portava i soli calzini. E che lo avesse accompagnato a cavalluccio il fantomatico Mostro ignoto senza che lui ne avesse fatto il minimo cenno è come invocare un incontro ravvicinato del terzo tipo con successiva riprogrammazione della memoria!
Evidentemente, come diceva Don Abbondio a proposito del coraggio, uno la logica non se la può dare. Per i più fortunati potrebbe trattarsi soltanto di ignoranza della documentazione – gioverebbe leggere in modo approfondito la sentenza Rotella, lavoro però non agevole – quindi, a loro beneficio, è il caso di riassumere almeno le due principali prove che coinvolgono Mele. La prima è l’ingenuo alibi che l’ometto aveva cercato di precostituirsi la mattina del giorno del delitto, lamentando una inesistente malattia e facendosi accompagnare a casa dal lavoro (vedi). Una malattia dietro la quale aveva cercato di nascondersi durante i primi interrogatori. Si tratta di una prova schiacciante, essendo un evento molto inusuale accaduto proprio il giorno del delitto. Altrettanto schiacciante è la seconda prova, il racconto di Natalino. Dopo aver seguito le sue istruzioni per un paio di giorni – dicendo della malattia e di aver camminato da solo – durante il noto viaggio assieme al maresciallo Gaetano Ferrero il fanciullo vuotò il sacco, confessando di aver visto il padre sulla scena del crimine e di essene stato accompagnato. Secondo i negazionisti la minaccia di fargli ripetere il percorso di notte da solo lo avrebbe indotto a raccontare il falso. E avrebbe continuato a mentire fino al processo, scavando la fossa al padre innocente e condannando sé stesso all’orfanotrofio! Ma allora dev’esser proprio vero che uno la logica non se la può dare…
Da investigatore intelligente, Rotella si sarebbe limitato volentieri alla coppia suddetta, ma quando dopo il delitto di Vicchio fu costretto a prendere in mano la carta Salvatore Vinci, l’ultima a potergli dare il Mostro, ormai erano dentro anche i parenti di Stefano Mele, e con quelli dovette fare i conti. A dire il vero già dalla documentazione dell’epoca risultava sicuro il coinvolgimento di almeno uno di loro, Piero Mucciarini. A chiamarlo in causa era stato Natale bambino – nella primavera 1969 di fronte a Spremolla (vedi) – che lo aveva visto sulla scena del crimine e lo aveva anche indicato come sparatore (questa una sua probabile deduzione, senza corrispondenza certa alla realtà). Quindici anni dopo sarebbe venuto il noto biglietto dello “zio Pieto” e la conseguente “confessione” del padre, dalla quale emergeva uno scenario lineare e ben articolato, senz’altro di gran lunga più credibile di tutte le sciocchezze che l’ometto aveva raccontato prima. A uccidere Barbara Locci e Antonio Lo Bianco erano andati in quattro: lui, il fratello Giovanni e i cognati Piero Mucciarini e Marcello Chiaramonti, tutti sull’auto del giovane Chiaramonti che si era limitato al ruolo di autista. Movente? Mettere a tacere una donna che svergognava tutta la “famiglia” e dilapidava i pochi soldi del marito, ai cui debiti doveva provvedere il vecchio padre Palmerio.
Purtroppo l’illusione di Rotella di aver messo le mani anche sul Mostro – secondo lui Giovanni Mele – durò poco, e dopo la morte di Pia Rontini e Claudio Stefanacci si trovò appunto a dover girare la carta Salvatore Vinci. Dopo un po’ di indagini condotte da Torrisi, il 30 maggio 1985 tornò da Stefano Mele. A fargli compagnia lo stesso Torrisi, il PM Adolfo Izzo e soprattutto un’accusa di calunnia associata alla minaccia della galera – calunniato: Francesco Vinci – che evidentemente si riteneva utile a stimolare l’uscita di una nuova verità. La speranza era quella di un recupero dello scenario disegnato dall’ometto il 23 agosto 1968, dove Salvatore lo aveva condotto sul posto e gli aveva fornito la pistola (magari in una versione più coinvolgente, nella quale aveva anche sparato).
Mele il sacco lo vuotò davvero, per quel poco che ancora conteneva, confessando dei suoi rapporti omosessuali con Salvatore dei quali doveva vergognarsi tantissimo, se li aveva tenuti nascosti per quasi vent'anni. Aggiunse altri dettagli, sempre con Salvatore protagonista, ma nell’insieme non era certo quello che i suoi interlocutori si aspettavano. Non a caso, seduta stante, gli si aprirono le porte della camera di sicurezza della caserma dei carabinieri di Palazzo Pitti, anticamera della galera.
Il 4 giugno Rotella andò a verificare se Mele si fosse ammorbidito, senza fortuna, ricevendo e accettando la proposta di almeno otto giorni di riflessione. E finalmente, il 12 giugno, l’ometto badò bene di soddisfare le aspettative dei suoi interlocutori, tirando dentro Salvatore Vinci. Ecco il nuovo scenario, come viene raccontato dalla seconda edizione del libro Al di là di ogni ragionevole dubbio, nella preziosa prima parte curata da Francesco Cappelletti e purtroppo scomparsa nella terza, dove ha lasciato il posto alle opinabili teorie del negazionista Paolo Cochi.

Alla presenza del Giudice Istruttore e del P.M. chiarì che l’omicidio di Signa gli era stato proposto da Salvatore Vinci “era più marito lui di me” e di aver fornito 400.000 lire per l’acquisto della pistola. Dopo che sua moglie e suo figlio erano usciti di casa, egli aveva trovato due auto ad attenderlo: quella di Marcello Chiaramonti e quella di Salvatore Vinci, erano presenti anche Piero Mucciarini e Giovanni Mele. Avevano atteso che Barbara Locci, il figlio e l’amante uscissero dal cinema per poi seguirli fino al luogo del delitto. Lasciate le vetture nei pressi del cimitero di Signa, uno era rimasto a guardia delle auto, un altro si era fermato vicino al ponte sul torrente Vingone, gli altri si erano avvicinati alla Giulietta di Antonio Lo Bianco dove, in rapida successione, Salvatore e Giovanni avevano sparato ai due amanti per poi passargli la pistola. Egli aveva sparato in aria per evitare di colpire il bambino e mentre stava risistemando il cadavere del Lo Bianco era giunto Piero Mucciarini che, scorto dal bambino, se ne era andato assieme agli altri mentre lui aveva accompagnato Natale sulle spalle fino a Sant’Angelo a Lecore.

Il 19 giugno Mele venne portato sul luogo del delitto e invitato a ripetere il percorso. Molte furono le sue incertezze, a fronte delle quali negò infine di essere stato lui ad accompagnare il figlio, dicendo a Torrisi: “La verità è che io in quel posto, la prima volta che ci sono andato è proprio quella sera che mi avete portato voi!”. Dunque Mele aveva tirato di nuovo in ballo Salvatore Vinci, anche se non proprio nel modo in cui Rotella si attendeva. Dalla sentenza:

Ma non cessava d’accusare coloro che aveva incolpati in precedenza (ad eccezione di Vinci Francesco e Cutrona Carmelo, che ammetteva d’aver falsamente incolpati), come a prevenire future contestazioni.
[…] in seguito non si è spostato dalla posizione assunta, che non è di chiara, decisa ed esclusiva accusa contro Salvatore Vinci (a differenza che in passato), sembrando piuttosto preoccupato dell’inquisizione.


Il lettore noti come anche il giudice avesse rilevato la paura di Mele per la galera, senza però chiedersi se le accuse a Vinci avessero avuto qualcosa a che farvi! Dalla lettura della sentenza si comprende che cosa gli sarebbe piaciuto:

Rileggendo le dichiarazioni del 1968, ponendo mente alla successiva evoluzione di Mele (che poi confessa il delitto e chiama direttamente in correità Salvatore), e alla presenza di Mucciarini all'interrogatorio, si profila un'altra ipotesi di lavoro. […] Mucciarini potrebbe aver appreso la verità da Mele, la mattina in cui si recava in casa sua con i cognati Teresa e Marcello Chiaramonti. Convintosene, avrebbe indotto Mele a dirla (almeno in parte […]). Di qui vuoi l'indirizzo dato a Natalino (che dopo il delitto aveva taciuto il nome di chi aveva visto), di chiamare in causa suo padre, già il 24 agosto successivo, vuoi quello che il bambino esplicitamente gli attribuiva, di dire “di aver visto Salvatore tra le canne”.
Da ultimo Mele fa cenno, con palese ironia (si rilegga la frase) alla vettura posseduta dal Vinci, la qual cosa riporta immediatamente alla sostanziale rispondenza, sotto questo ed altri aspetti, del suo primo racconto confessorio.


Purtroppo per il giudice Natalino aveva visto Piero Mucciarini sulla scena del crimine, e soprattutto Stefano Mele insistette sulla versione con dentro tutti, della quale, dopo un soggiorno di quattro mesi e mezzo nelle patrie galere, si adattò a limare soltanto alcune asprezze. Leggiamo dal rapporto Torrisi (in questa e nelle altre citazioni verranno tolte diverse inutili e fastidiose virgole, un segno di punteggiatura con il quale il colonnello doveva avere un rapporto difficile):

Il 18 settembre 1985, dinanzi al G.I. ed al P.M., il MELE Stefano, nel confermare le precedenti dichiarazioni del 12 giugno 1985, ribadisce le accuse contro il fratello Giovanni e VINCI Salvatore, ma non fa più menzione dei due cognati, MUCCIARINI Piero e CHIARAMONTI Marcello. Egli precisa di non aver mai avuto il coraggio di ammazzare la moglie perché tuttora le vuole bene, e che il secondo amante della moglie è stato VINCI Salvatore. È stato costui a prospettargli di voler ammazzare sua moglie e che anche Giovanni è stato d'accordo, perché la sua famiglia odiava sua moglie ed adesso mentre lui è dentro, sottolinea lo Stefano, il VINCI e suo fratello sono fuori tranquilli. Egli poi aggiunge che è stato Salvatore ad accompagnarli con la sua autovettura, il quale è in possesso della pistola, quella che ha sparato e che gli hanno messo in mano.
Il MELE infine conclude dicendo che Salvatore ha accompagnato Natalino con l'autovettura, forse anche un po' a piedi e per la strada, e questi gli ha detto: “Se dici qualche cosa ti ammazzo, a te e tuo padre”, mentre suo fratello, a suo avviso, si è allontanato per conto proprio.


Quindi niente più due auto, ma soltanto quella di Salvatore. In più sarebbe stato quest’ultimo ad accompagnare Natalino. Non si ha notizia di ulteriori cambi di versione, pertanto questa va considerata l’ultima di Stefano Mele con dentro Salvatore Vinci.

Lo scenario di Torrisi. Che idea si fecero Rotella e Torrisi degli eventi di Signa, dopo il coinvolgimento via via aggiustato di Salvatore Vinci nelle dichiarazioni di Stefano Mele? Cerchiamo di scoprirlo attraverso l’esame del rapporto Torrisi.

MELE Stefano, a nostro avviso, ha detto la verità, ma disseminandola nei suoi numerosi interrogatori, mescolandola per vari motivi di opportunismo calcolato, insieme alle menzogne, che smentiscono chi pensa di considerare questo individuo non perfettamente sano di mente. Basti esaminare nei dettagli con quale grinta e cipiglio [non] abbia affrontato i confronti sostenuti contro CUTRONA Carmelo e VINCI Francesco, per dimostrare credibilità ai magistrati.
Da un esame accurato si ritiene [di] poter affermare che le verità pronunciate dal MELE sono rilevabili dai seguenti interrogatori:

# 23 agosto 1968; in cui accusa per la prima volta VINCI Salvatore;

# 24 gennaio 1984; in cui, sentito in merito al rinvenimento del noto biglietto, accusa il fratello Giovanni ed il cognato MUCCIARINI Piero;

# 12 giugno 1985; ove accusa VINCI Salvatore, MELE Giovanni ed i cognati MUCCIARINI Piero e CHIARAMONTI Marcello;

# 18 settembre 1985; in cui dichiara che ad accompagnare il bambino è stato VINCI Salvatore.


Dunque per Torrisi quella sera sarebbero andati in cinque a uccidere Barbara Locci e Antonio Lo Bianco: Salvatore Vinci e i quattro Mele, con due auto. La mente di tutto, l’organizzatore, il fornitore della pistola sarebbe stato – e come poteva essere altrimenti? – Salvatore.

La presenza del VINCI Salvatore in questo gruppo di sardi è essenziale, determinante, è lui la mente ed il trascinatore. Ma ciò che di veramente importante […] è la definizione che MELE Stefano fa del suo amico di avventure, dandogli l'appellativo di “depravato”. Infatti, è dall'interrogatorio del 30 maggio 1985 che viene fuori anche un particolare del tutto nuovo sino ad ora, e cioè che fra Salvatore VINCI, Stefano MELE e la Barbara LOCCI, i quali dormono nello stesso letto, sono intercorsi rapporti particolari e quel che è più sconcertante è il fatto che i due uomini invertono reciprocamente fra loro due le parti dell'uomo e della donna, avendo rapporto di coito anale anche in presenza della donna. Va a finire che la persona che sinora è stata considerata la peggiore del gruppo, dimostra invece una certa coerenza, andando a coltivare i suoi rapporti fuori da quello stucchevole ambiente. […]
Salvatore Vinci, però, non è che limiti i suoi particolari rapporti in casa, perché sin da allora è un abituale frequentatore delle Cascine, ove molto spesso conduce Stefano con il bambino e la Barbara, per farla congiungere con altri uomini in sua presenza, e dare sfogo alla sua innata tendenza sessuale deviante. […] A chi non può tornare gradito quel tipo di rapporto è sicuramente alla LOCCI, la quale, potendo disporre di amanti più giovani e meno complessati dal punto di vista sessuale, preferisce ribellarsi a quella vita, andando a coltivare i piaceri del sesso con gli altri, fuori di casa.
Ecco, quindi, il vero movente del delitto del 1968: la gelosia del VINCI, il quale non può ancora permettere che la donna si sottragga ai suoi voleri […].
Pertanto, come si è già sostenuto, il movente apparente del delitto è su misura per MELE Stefano, ma quello reale, appartiene al VINCI Salvatore ed ai familiari del MELE, i quali anche loro vogliono liberarsi della donna.


Quindi, secondo Torrisi, sotto la diabolica regia di Salvatore Vinci si sarebbero incontrati due moventi: il suo, di amante geloso al quale Barbara Locci stava preferendo uomini più giovani e dalle tendenze più naturali, e quello dei Mele.

Per realizzare il suo piano diabolico il VINCI Salvatore deve ottenere non solo il silenzio totale ed incondizionato dei familiari del marito, quali MELE Giovanni e MUCCIARINI Piero, rispettivamente fratello e cognato, ma anche conseguire il loro coinvolgimento materiale nel delitto. Del resto, anche loro sono giunti al limite della sopportazione per il comportamento della cognata, che si prende beffa di loro, mettendo in ridicolo il marito imbelle e nel contempo, buttando discredito sulla famiglia.

Sarebbe stato deciso anche un soggetto sul quale far convergere i sospetti: Francesco Vinci.

L'esame parallelo delle testimonianze del binomio MELE Stefano – VINCI Salvatore non può lasciare spazio ad interpretazioni difformi, perché i due dimostrano di percorrere dal 1968 ad oggi lo stesso binario processuale, per aver assunto nella vicenda il medesimo ruolo di accusatori nei confronti di VINCI Francesco, facendo entrambi leva su due testimoni, la LOCCI Barbara, un teste che evidentemente non può più diventarlo, e la MUSCAS Vitalia. […]
Che i due sono perfettamente d'accordo a far convergere le accuse contro VINCI Francesco, ancor prima che il delitto sia commesso, lo dimostra il piccolo Natalino, quando il 21 aprile 1969, mentre si trova all'Istituto, afferma al magistrato che è stato il padre a suggerirgli di accusare Francesco, mentre poi Stefano MELE vanamente si adopererà per affermare il contrario, lasciando perplessi ed increduli chi pensa che egli sia del tutto incapace di ragionare. È lo stesso MELE che, nell'attribuire a VINCI Francesco la volontà di uccidere la moglie – in quanto glielo avrebbe riferito lei – ed il possesso di una pistola, dichiara al magistrato che ciò può essere confermato da Salvatore, se non si crede a lui. Entrambi, poi, attribuiscono a Francesco VINCI anche il medesimo posto dove egli abitualmente custodisce l'arma e cioè nel bauletto della Lambretta.


Questo dunque lo scenario immaginato da Torrisi, intorno al quale il militare cercò di far quadrare gli eventi del post delitto. Ma è tutto un gran pastrocchio, nel quale niente torna.

Niente torna. Cominciamo con l’osservare che suona già stonato l’aver messo insieme il diavolo e l’acqua santa, facendo alleare il maggior responsabile del degrado morale della Locci con chi per quel degrado intendeva punirla. Intercorrevano buoni rapporti tra Salvatore Vinci da una parte e Giovanni Mele, Piero Mucciarini e Marcello Chiaramonti dall’altra, tanto da potersi accordare per un’operazione così impegnativa come un duplice omicidio? I documenti dell’epoca non forniscono alcun elemento in tal senso. Ma quel che sorprende di più è il fatto di come si sia potuto attribuire a Salvatore Vinci – personaggio ritenuto da Torrisi furbo e diabolico – la messa in piedi di una tale banda di assassini improvvisati per un delitto che avrebbe potuto commettere da solo con infiniti meno rischi, sia di intoppi nel durante sia di spiacevoli conseguenze giudiziarie nel dopo.
Poi l’accompagnamento di Natalino. Secondo Torrisi sarebbe toccato a Salvatore causa la codardia di Mele, che non ne avrebbe avuto il coraggio. Il conto parrebbe anche tornare, poiché è molto probabile che Salvatore fosse il vero padre, ma è credibile che il fanciullo non ne avrebbe mai fatto il nome? Possibile che di fronte a Ferrero sarebbe crollato, ammettendo l’accompagnamento, ma nello stesso tempo avrebbe avuto la malizia di sostituire la figura di Salvatore Vinci con quello che lui riteneva fosse suo padre? A sei anni e otto mesi?
Esaminiamo adesso il comportamento di Stefano Mele nel dopo delitto. Il primo giorno parve voler accusare Francesco Vinci, anche se in modo molto soft, la qual cosa sembra rispettare l’ipotesi Torrisi. Anzi, in seguito si sarebbe capito che la sera cercò di preparare il figlio per accusarlo davvero, e con un piano ben articolato, nel quale il fanciullo gli confidava di essere stato accompagnato da Francesco e minacciato affinché stesse zitto. A quel punto Mele non doveva far altro che riferire il tutto ai carabinieri nell’interrogatorio programmato per la mattina dopo, contando sulla conferma del bambino. Ma non andò così.
Si tenga presente che quando Mele si presentò davanti ai carabinieri, nella tarda mattinata del 23 agosto, assieme a lui c’erano i due cognati complici, Piero Mucciarini e Marcello Chiaramonti, con il primo che si offrì di stargli accanto per aiutarlo a dire la verità. Una verità che, secondo logica, sarebbe dovuta essere quella per la quale lo stesso Mele aveva preparato il figlio. E cosa succede? Invece di accusare Francesco accusa Salvatore! Ora ci si deve chiedere quale mente contorta potrebbe tirare in ballo il proprio complice. E il riferimento non è tanto a Stefano Mele, che potrebbe anche essere stato convinto dai cognati a prendersi la colpa per farli stare tranquilli, ma ai cognati stessi, che non avrebbero certo potuto cavarsela se Salvatore Vinci fosse stato accusato del delitto. Perché è chiaro che questi avrebbe a sua volta cercato di scaricare parte della colpa su di loro, o comunque si sarebbe vendicato.
Vediamo come Torrisi affrontò il problema:

È il caso della prima confessione del 23 agosto 1968, ove la parte predominante in pratica è assunta dal MUCCIARINI Piero, che assiste all'interrogatorio in veste ufficiale di coadiutore della giustizia, mentre funge, invece, da vero consigliere del MELE Stefano in difficoltà palese, visto che gli inquirenti non danno particolare peso al nome di VINCI Francesco, buttato lì quasi disinteressatamente dal medesimo nel suo primo interrogatorio.
Quindi la prima confessione del MELE relativa al VINCI Salvatore nasce da una volontà comune ai due di rendersi credibili verso gli inquirenti, al fine di allontanare sospetti immediati anche a carico dei loro familiari, che se coltivati e perseguiti in quel frangente avrebbero potuto creargli difficoltà notevoli. Del resto a questo punto è logico pensare che anche la ritrattazione dell'accusa di Stefano contro Salvatore faccia parte di un piano prestabilito, e la visita del MUCCIARINI e del MELE Giovanni al congiunto in carcere non può che assumere il significato del sostegno morale e della verifica che Stefano ha fatto esattamente quello che ha avuto suggerito.


Come al solito Torrisi cerca di truccare un po’ le carte, perché non è affatto vero che i carabinieri davano poco peso al nome di Francesco Vinci, anzi, era il loro maggior sospettato, visti i suoi precedenti di violenza e gelosia nei confronti di Barbara Locci. Non a caso la mattina del 22 erano andati a prenderlo ancor prima di Mele. Ma supponiamo pure che, per qualche motivo recondito, nel confronto casalingo dell’ometto con i due cognati si fosse deciso di rinunciare al piano Francesco Vinci. Secondo Torrisi, invece di farlo continuare sulla linea del giorno precedente – quella dell’io non so nulla perché ero a letto ammalato – Mucciarini e Chiaramonti avrebbero suggerito a Stefano di accusare Salvatore Vinci per allontanare i sospetti da loro! E Mucciarini avrebbe fatto anche di più, suggerendo a Natalino di dire di aver visto Salvatore tra le canne. A questo punto la domanda sorge spontanea: organizzavano qualche corso all’epoca per diventare investigatore?
Ma non è finita qui, perché, sempre secondo Torrisi, anche la ritrattazione e le successive accuse a Francesco – 24 agosto – sarebbero state frutto di un accordo con i parenti, ma preventivo, poiché l’incontro in carcere tra Stefano, il fratello e Mucciarini risale al giorno dopo, il 25. Ma allora ci si deve chiedere il perché di questo percorso contorto Francesco – Salvatore – Francesco, quando le accuse a Francesco sarebbero state molto più credibili se partite subito, e soprattutto non si sarebbe rischiato di indurre Salvatore a fare come Sansone.

Riflessioni. Nello scenario immaginato da Torrisi sono molte altre le interpretazioni illogiche, ma quelle evidenziate bastano e avanzano per squalificarlo. Potrebbe essercene uno diverso nel quale comunque Salvatore Vinci avrebbe rivestito un ruolo nel duplice omicidio? Proviamo a immaginarlo con maggior logica di quella del colonnello, assegnando poco valore alle contrastate dichiarazioni di Mele, che potremmo attribuire alle sue troppo carenti doti intellettuali. Ma senza rinunciare alla testimonianza del piccolo Natale, come invece fanno i negazionisti, anzi, valorizzandola e interpretandone nel modo corretto i tentativi di forzatura.
Innanzitutto va eliminata la pretesa di far accompagnare Natalino da Salvatore. Giova ripetere che non c’è traccia dell’individuo nelle dichiarazioni del fanciullo, il quale invece, dopo l’iniziale tentativo di tenerlo fuori – come da sue istruzioni – raccontò di essere stato accompagnato dal padre. Salvatore potrebbe quindi essere stato presente sulla scena del crimine, aver anche sparato, ma senza farsi vedere da Natalino.
Si può anche eliminare la presenza di Marcello Chiaramonti e della sua auto, nonché quella di Giovanni Mele. Entrambi i personaggi furono tirati in ballo da Stefano, alle cui dichiarazioni si è detto di non voler attribuire valore, e nient’altro li coinvolse in modo sicuro. Il vantaggio è tangibile: si toglie di mezzo l’irragionevole carovana delle due auto e parte dell'inutile banda.
Non si può invece eliminare la presenza di Piero Mucciarini, l’unico che Natalino vide sulla scena del crimine oltre al padre. E se anche si è detto di non voler attribuire valore alle parole di Stefano, le sue allusioni a rapporti intimi tra il cognato e la moglie potrebbero essere motivate, vista la facilità con la quale la donna si concedeva e viste le possibilità di incontri tra di loro, magari con l’intervento dell’esuberante Salvatore ad aggiungere il peperoncino. A questo punto si potrebbe anche immaginare un’alleanza tra due amanti traditi – che intendevano dare la colpa a un terzo, Francesco, coinvolgendo comunque Stefano per farsene scudo alla bisogna – tutti e tre a bordo della 600 di Salvatore. Un’alleanza certo più credibile di quella tra una famiglia offesa e un offensore. In questo scenario si potrebbe persino giustificare la pistola lasciata da Mucciarini sul posto, come raccontò Natalino. Quella pistola poteva essere appartenuta a Francesco Vinci, e a lui riportare.
Ma i conti non tornano comunque, perché Mucciarini si sarebbe dato la zappa sui piedi inducendo Stefano e Natalino ad accusare Salvatore. Alla fine è evidente che i due assieme non possono stare. E poiché il coinvolgimento di Mucciarini è sicuro in virtù della testimonianza di Natalino, mentre quello di Salvatore Vinci è soltanto ipotetico, è a quest'ultimo che la logica impone di rinunciare.
Se qualche lettore ha scenari differenti da proporre, ben lieto di discuterne.

Prosegue su Salvatore Vinci a Signa - Approfondimenti

161 commenti:

  1. Buonasera signor Segnini, io non ho altri scenari da proporre, ma avrei alcune domande che volevo farle da tempo e colgo l'occasione:
    1) ma c'erano davvero tutti quegli amanti di cui parla SM?
    2) perché l'uomo non ne sa indicare altri, se si escludono i fratelli Vinci e il Cutrona (che fu cmq suggerito) ?
    3) perché i cc, pur consapevoli che il Mele non aveva potuto fare tutto da solo, non hanno indagato su questi uomini? Anche nel caso che SM non conoscesse i nomi, poteva cmq dare indicazioni o descriverli in modo da farli identificare.
    4) esclude a priori che NM sia stato accompagnato per un tratto di strada in macchina? Come faceva il bambino nello stato d'animo in cui si trovava, a realizzare che con i cumuli di ghiaia nella strada un'auto non sarebbe potuta passare? È quello che dice al maresciallo Ferreri "ci sono le montagne con la macchina non si può andare".
    5) perché prima ancora di andare a cercare il marito di BL, i cc vanno da FV ?
    La ringrazio come sempre delle risposte.
    Stefania

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    1. 1 e 2 Sappiamo che quell'estate ci furono i siciliani, tutti nuovi: Cutrona (perché suggerito? era passato a casa Mele, a far che?), Barranca, Lo Bianco. Se la media era quella faccia i conti lei. Altri nomi però, oltre ai tre fratelli Vinci, non ne conosciamo, a parte Mucciarini secondo le ultime dichiarazioni di Stefano Mele. Dal rapporto Matassino sappiamo che ne vennero verificati un altro paio o tre che comunque negarono. Poi c'è la storia delle Cascine, dove Salvatore avrebbe portato la Locci per farla congiungere con altri. Insomma, credo abbastanza plausibile che la donna non si facesse problemi.

      3 Che le indagini non fossero state svolte in modo corretto è evidente. Il perché non glielo so dire. Si preferì la soluzione più semplice, qualcuno da mandare in galera c'era, e questo bastò. Lei crede davvero, allora come oggi, che la motivazione primaria di chi indaga sia la volontà di fare giustizia? A guardare la vicenda del Mostro si direbbe proprio di no.

      4 Sono sicuro, altrimenti Natalino lo avrebbe detto. Riguardo le "montagne" ne avrà parlato con il padre durante il viaggio. Tempo ne avevano, una frase del tipo "babbo, ma da questa strada ci passano le macchine, con questa roba nel mezzo?" potrebbe esserci stata. Come quella delle biciclette.

      5 Di Francesco Vinci era nota la pericolosità e il suo rapporto con la Locci. Di Stefano Mele i carabinieri sapevano invece che era un inetto. C'era stata la storia dell'arresto di Francesco Vinci a presentar loro lo scenario.

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  2. Ok chiarissimo come sempre. Cutrona mi sembra che fosse stato nominato da SM non appena seppe che era risultato positivo al guanto di paraffina, ecco perché ho detto "suggerito".
    Una ultima cosa: quando si parla di Cascine si intende quelle di Signa o le Cascine di Firenze?
    Grazie di nuovo.
    Stefania

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    1. Penso senz'altro quelle di Firenze.

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    2. @Antonio,
      cosa ti fa propendere per quelle di FI invece che per quelle di Signa (entrambi due noti posti per 'incontri casual')?

      Io so che le Cascine di Fi, sono un luogo assai ampio e vasto, di certo con estensione ed anfratti assai maggiori della zona (più che altro un parcheggio) così chiamata e frequentata in Signa.

      Quindi, ipotizzando che fossero quelle di Fi (e io propendo per quelle di Signa), quando il FV 'becca il fratello che porta la Locci a 'Le Cascine'in compagnia di un tipo che pure lo stesso FV [*] riconosce... dovremmo trovarci di fronte alla 'trasferta' di ben tre soggetti (4 contando la Locci) che 'casuamente' si ritrovano in uno stesso anfratto a km di distanza da casa... cosa più improbabile che fossero satti in quel di Signa.

      * [PS: possiamo ammettere che il FV stesse seguendo appositamente la BL perchè geloso (geloso? bah. pure accetta dis commettere col l'ALB che l'ALB se la porti a letto invece di rifilargli seduta stante due ceffe in faccia!), ma se lo facciamo, ci resta maggior amaro in bocca del perchè non sarebbe fisicamente intervenuto a suon di ceffoni in una simile situazione specie dopo appunto la sfacchinata di seguirla fin lì... che a questo punto si rivelerebbe una sfacchinata inutile di un pedinamento inutile).

      Ben inteso: non che nulla cambi tra Cascine FI e Cascine Signa nel concreto di alcuni 'comportamenti' di alcuni soggetti (e quello che da lì, ognuno secondo la propria sensibilità interpretativa ne possa desumere in un senso o in un altro); comportamenti tra l'altro noti e notori e documentati da più voci e foto, quindi innegabili a prescindere.

      Ma sarei assai interessato, tuo tempo permettendo e senza fretta, a tue delucidazioni in merito alla tua risposta a Stefania in merito a quelle di Fi rispetto all'altra.

      HzT

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    3. @Antonio,
      una nota a margine:
      - il FV fornì un alibi all'epoca (la moglie. piaccia o meno).
      - e sempre piaccia o meno, quell'alibi di FV resse anche negli anni successivi

      diverso è il caso del SV, che parimenti fornì un alibi (su richiesta) che al momento resse, ma che in seguito venne smentito e/o non corroborato più da nessuno.
      [illuminate la deposizione della RM a processo Pacciani in cui, sotto giuramento, dichiara che SV quella notte nemmeno rientrò a casa, altro che tornato a casa dopo la partita a biliardo!].

      Cosa che nei fatti fa differenza ineludibile.

      Altrettanto, a mio parere, fa differenza che il SV non perse occasione (nè nel 68 nè nel 1982, ed in entrambe le occasioni smentitio e costretto a rimangiarsi le parole), di cercare di buttare la croce addosso al fratello (da lui detestato), e invece mai accadde l'opposto.

      Poteri scendere in particolari e citazioni e ragionamenti e derivazioni decisamente più approfondite come sai, e magari accomunare/evidenziare i parallelismi comportamentali di fondo tra SV e 'steri-locci-massa ogni volta che un 'diniego di sottomissione' si è presentato, ma sai bene quanto me che potremmo andare avanti anni a discuterne senza allinearci su nulla. quindi evito.

      Quello che mi premeva sollevare è che (a prescindere da come ognuno la veda in generale e/ o nello specifico) mettere anche solo per ipotesi un FV sulla sdc di Signa col SM, non regge sotto alcun aspetto.
      Il discorso (per Signa), se si mette SM sulla sdc, cambia, se ci si mette invece il fratello S. (legato 'profondamente e zucchinamente' appunto al S e non al F. S che infatti il SM tira in mezzo appena crolla, poi si riprende e aggiusta quello che può fino al 30 maggio 1985, ma che appena crolla, crolla e se la canta, come è tipico che succeda ai nno criminali incalliti).

      PS:
      su una cosa invece, pur essendo come sai io un salvatorvinccianodeferro, concordo: il Torrisi, IMHO, nel suo rapporto fornì interpretazioni sbagliate di motivazioni [nota: non approfondisco qui, inutile rompere le palle]; ossia pur [IMHO] prendendoci alla fine giusto (vabbè, a quel punto manco era difficile visto che tutti gli altri sardi li avevano già fatti inutilmente passare dalle patrie galere ed il mdf continuava a colpire), ma non perchè avesse davvero preso nel segno delle motivazioni e delle logiche ma bensì perchè le compresse entrambe nei clichè (errati) di una deformazione conservatrice e reazionaria tipica del suo ambiente [cosa che lo stesso Rotella nella sua Sentenza fa notare più volte].

      PP.SS.: sempre stessa deformazione 'ambientale', è quella che per anni fece vedere il FV come possibile 'cattivo mdf', in base alla sua fedina penale e non in base a riscontri o alibi.

      PPP.SSS.:
      Signa sta tutto in NM. Risolvi il NM di quella notte, e Signa è trasparente in ogni conseguenza dovuta e necessaria ;)

      hzt

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    4. Penso alle Cascine di Firenze perché ritengo fosse un luogo più frequentato da certi soggetti, vista la fama e l'appartenenza a una grande città. Anche nei libri (quello di Spezi e quello di Cecioni-Monastra) si intende Firenze. Ma non ho elementi certi.
      Concordo sulla centralità della figura di Natalino, però non mi sembra che porti verso la tua tesi.

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  3. Lotti MdF, NIENTE TORNA.
    Invece le sue tesi Segnini a cosa portano? A niente.
    E' più sensato accostare un romanzo di Philip Dick a uno scritto di Giovani Verga che accostare il MdF a Lotti. Ecco la frase che riassume la "sostanza" della sua ipotesi:"Lotti grazie alle sue conoscenze riuscì a procurarsi dei proiettili".(la pistola la raccolse perchè i sardi la buttarono per terra dopo aver compiuto il delitto; questa è la sua convinzione di cui si vuole convincere, si convinca da solo di questa fesseria). Le sue conoscenze? Gli altri due o tre avvinazzati con cui si intratteneva nelle osterie.
    Continui a fare l'informatico e si goda la compagnia dei suoi gatti. Saluti

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    1. Se i teorici della colpevolezza di Salvatore Vinci sono del suo livello siamo freschi!!!
      Saluti a lei, quanto a fesserie abbia il coraggio di argomentare le sue.

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  4. Se per lei ( e le do del lei anche se non dovrei, vista la sua estrema maleducazione) tutta la tesi del dott. Segnini è li ... lei non solo è maleducato ma non ha letto proprio nulla di questo blog. Si può discutere, non credere a determinate tesi, ma le persone perbene rimangono corrette, non insultano e soprattutto argomentano.

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  5. LOTTI MDF, NIENTE TORNA.
    E' più sensato accostare un romanzo di Philip Dick a uno scritto di Giovanni Verga che accostare Lotti al MdF.
    Continui a convincersi da solo delle sue convinzioni, tipo i sardi buttarono la pistola per terra dopo aver compiuto il delitto e Lotti la raccolse, oppure Lotti grazie alle sue conoscenze riuscì a procurarsi altri proiettili. Le sue conoscenze? Gli altri ubriaconi come lui con cui si intratteneva, ma quali conoscenze? Da poliziotto le posso dire che nessun omicida, improvvisato o abituale lascia una pistola su un qualsiasi luogo del delitto, quella pistola è stata probabilmente tenuta da qualcuno sulla scena del crimine all'insaputa degli stessi autori del delitto.
    Se SV non era il MdF, perchè mentì ogni volta che venne interrogato?
    Perchè le affermazioni di chi fu sentito, in base a cosa lui fece o cosa non fece, non erano mai univoche?
    Perchè scrisse la lettera pubblicata il 20 settembre 85 da "La Nazione" se non era il MdF? Perchè non disse mai una verità se non era il MdF? Perchè mentì anche sullo straccio trovatogli in casa sua dopo l'omicidio di Vicchio?
    A proposito dello straccio, Fausto Mazzetti,(un collega che ha scritto un buon libro sul MdF) che non dice stupidaggini a differenza di tanti mostrologi:
    "Sappiamo che il mostro nel corso del tempo ha perfezionato la tecnica dei suoi attacchi e sparando
    da distanza ravvicinata ha cercato di orientare i colpi verso la parte superiore del corpo e della testa
    delle vittime.
    Le conseguenze dell'azione di fuoco così condotta, oltre agli esiti devastanti sulle vittime, si
    traducono nella forza dell'impatto del proiettile sulla superficie del corpo, che trasferisce l' energia
    cinetica ai tessuti.
    Dal foro d' entrata avviene una dispersione di sangue nebulizzato che si diffonde lungo la linea dello
    sparo e determina l'imbrattamento di canna dell'arma, dorso della mano, polso e braccio dello
    sparatore.
    Tale effetto in termini scientifici è definito spruzzo indietro, gli studi condotti in materia, hanno
    permesso di stabilire che la proiezione di sangue, in base al diametro delle goccioline
    che formano gli spruzzi, percorre in volo una distanza di anche svariate decine di centimetri.
    Chiunque abbia avuto esperienza di tiro in poligono sa che, sa che quando si spara in rapida
    successione un caricatore intero con una pistola semiautomatica,
    l'effetto sull'arma è il cosiddetto "surriscaldamento di canna", oltre al deposito delle superfici
    metalliche dei residui di polvere combusta. Il mostro, conclusa l' azione di fuoco e prima
    di passare all'arma bianca, ha la necessità di mettere via in qualche modo la pistola, magari
    infilandola in tasca.
    In questo caso per contenere il calore dovuto al surriscaldamento di canna, la cosa migliore da fare è
    avvolgerla con uno straccio che, inevitabilmente resterà macchiato di sangue e di residui dello
    sparo". Cosa disse SV sullo straccio? l'ennesima bugia, non ne sapeva niente, come al solito. Quante cose si potrebbero ancora dire. Su SV c'è moltissimo, su Lotti sa cosa c'è? Niente.
    Gli piaceva proprio mentire su tutto, era peggio di Pinocchio, ma che burlone questo SV.
    Tragga soddisfazioni dal suo lavoro e si goda la compagnia dei suoi gatti, alla prossima caxxxta. Saluti dalla Puglia
    ANTONIO SEGNINI, NIENTE TORNA.

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    1. Se SV non era il MdF, perchè mentì ogni volta che venne interrogato?
      Poteva aver altro da nascondere, anche se lei non ci arriva

      Perchè scrisse la lettera pubblicata il 20 settembre 85 da "La Nazione" se non era il MdF?
      Dubito fortemente che l'abbia scritta lui, ma se l'avesse scritta non fu certo perché era il Mostro, la sua lettera il Mostro l'aveva inviata una decina di giorni prima. Che senso aveva scrivere quella?

      Perchè mentì anche sullo straccio trovatogli in casa sua dopo l'omicidio di Vicchio?
      Uno straccio messo lì apposta perché fosse trovato alla prima perquisa. Ma lei è troppo intelligente per trarne qualche conclusione. Provi a pensare a chi venne condannato per calunnia, magari le viene qualche idea.

      Saluti dalla Lombardia

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    2. Dalla presunta attribuzione a Salvatore Vinci della famosa lettera a La Nazione non è automatico trarre un indizio di colpevolezza del Vinci stesso. Mi viene piuttosto da pensare che il Vinci (ripeto, ammesso che fosse lui) si sia “accodato” al clamore della vera e indubitabile lettera del mostro, quella col frammento di seno della Nadine e senza alcuna rivendicazione scritta, nel tentativo di lanciare un messaggio che a lui premeva. Nel testo c’è un solo concetto ripetuto goffamente due volte: “avete sbagliato tutto” e “non commetterò più errori, la polizia sì”, tradotto: la cosiddetta “pista sarda” su cui vi state accanendo non vi porterà da nessuna parte, ergo lasciate in pace una buona volta me e la famiglia.
      Leos

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    3. Peraltro la lettera, con ogni probabilità, non è né del MDF né di SV, quindi è ininfluente, quindi che ne parliamo a fare?

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  6. Le bugie non sono una prova di colpevolezza. Pacciani ne ha dette a più non posso e non per questo è il mostro. Siccome hanno mentito sia Salvatore Vinci che Pacciani (per non parlare di Lotti), dovremmo credere che fossero tutti coinvolti nei delitti?
    Ci sono due ostacoli da superare prima di affibbiare a Salvatore Vinci i delitti del mostro:
    - quando mai si è visto un sospettato, controllato e intercettato che va a uccidere beatamente? (la situazione di Salvatore Vinci dopo Vicchio). Le nostre forze dell'ordine non saranno state il massimo dell'efficienza, ma che fossero così inette da permettere a un pluriomicida attenzionato di uccidere indisturbato (a Scopeti) mi sembra troppo.
    - l'altezza dello sparatore di Giogoli, che non è compatibile con quella di Vinci (e neanche di Pacciani). O c'era qualcuno con lui, o qualcosa non torna.
    Per quanto riguarda Signa, le dichiarazioni di Natalino non portano a Salvatore Vinci, ma a Piero Mucciarini. Questa è la semplice realtà.

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  7. Salve Dott. Segnini.

    Ben tenendo le distanze dall'anonimo pugliese (almeno per quel che riguarda i riferimenti alla sua persona ed ai suoi affetti domestici che nulla c entranto con il suo blog o con il suo articolo) mi preme rispondere alle sue affermazioni del 3 Novembre 2020 3:51

    a)D: Se SV non era il MdF, perchè mentì ogni volta che venne interrogato?
    R:Poteva aver altro da nascondere, anche se lei non ci arriva (cit.)

    Beh.. forse non ci arrivo nemmeno io. Cosa aveva da nascondere di più grave dei delitti del mdf? Qualunque cosa facesse (immagino di illegale) poteva salvarlo da un'accusa tanto grave quanto infamante dall'essere il MdF. Mi stupisce che sia lei a fare un'affermazione del genere essendo (a ragione, per certi versi) teorico del:"Pechè Lotti avrebbe dovuto autoaccusarsi di Delitti del Mdf se non aveva commesso nulla?". Mi pare logico che valga anche per SV:"Perchè doveva rischiare di finire in galera come Mdf, se poveva farsi meno galera rivelando le sue altre magagne?".
    Le uniche cose da nascodere (illegali) che non avrebbe potuto rivelare potevano riguardare:
    - un altro omicidio, ma non risultano altri omicidi avvenuti contemporaneamente a quelli del MdF.
    - atti, seppur minori, ma riguardanti una sfera criminale ben più ampia (come l'appartenenza ad organizzazioni criminali) che non poteva rivelare. Ma non risulta minimamente che SV facesse parte di organizzazioni criminali.

    Ricollegandomi alla sua osservazione (e tornando in Topic):"Chissà dov’era quella notte del 21 agosto 1968 quando qualcuno uccise Barbara Locci e Antonio Lo Bianco… probabilmente indaffarato in memorabili avventure sessuali con sconosciuti, i quali mai avrebbero trovato il coraggio di testimoniare" (cit.)
    Credo sia un pò una forzatura: Basta che dici "con chi sei" senza specificare "sul cosa fai", piuttosto che dire "con chi non sei" e "dove non sei". E' più naturale, logico e meno rischioso.

    B)D:Perchè scrisse la lettera bubblicata il 20 settembre 85 [...] se non era il MdF?
    R: "Dubito fortemente che l'abbia scritta lui[...]Che senso aveva scrivere quella?

    Direi che concordo (in parte) con lei. O meglio: direi che la lettera alla Nazione è un elemento di cui faccio volentieri a meno, ben altri sono gli elementi di sospetto su SV. Nulla aggiunge e nulla toglie.

    continua...

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  8. C) D:"Perchè mentì anche sullo straccio trovatogli in casa sua dopo l'omicidio di Vicchio?"
    R:"Uno straccio messo lì apposta perché fosse trovato alla prima perquisa. Ma lei è troppo intelligente per trarne qualche conclusione. Provi a pensare a chi venne condannato per calunnia, magari le viene qualche idea."

    Immagino si riferisca ad A.P.

    Orbene: A.P. ha convissuto con SV fino "ai primi di Settembre 1983". Essendo assai vago il Torrisi su quei "primi di Settembre" si possono fare due ipotesi:

    1)A.P. lascia S.V. prima del delitto di Giogoli. In questo caso ci sarebbe da chiedersi perchè la perquisizione avvenuta nel dopo Giogoli (11 Settembre 83) non abbia prodotto il ritrovamento di tale straccio. O tale perquisizione non ebbe tutta l'attenzione che SV meritava (quindi chi dice che SV non fosse ancora, in quel periodo un sospetto di primordine, ha pienamente ragione) oppure semplicemente non è stato trovato perchè ancora non c'era. Di conseguenza A.P. non può avercelo messo.
    2)A.P. lascia (o meglio, viene invitata ad andarsene) da SV dopo il delitto di Giogoli. Ma anche qua: come faceva A.P. a sapere che SV avrebbe subito un altra perquisizione, che normalmente avveniva ad ogni duplice omicidio del MdF? Avrebbe avuto senso lasciare quello straccio solo se si è sicuri che venga trovato. Ed in mancanza di una sfera di cristallo che prevede una futura perquisizione, l'unico modo per farlo trovare è fare una "soffiata" agli inquirenti (cosa che mai avvenne) da parte di A.P.
    Senza considerare che:
    - A.P. avrebbe dovuto comunque procurarsi un arma per artefare quell'elemento
    - Che non è stata A.P. ad indicare quello straccio, ma sono stati gli inquirenti (loro sponte) a trovarlo senza indicazione alcuna.
    - Che è stato SV ad indicare A.P. come possibile fonte di quello straccio e non viceversa.
    - Che al confronto per quello straccio A.P. si presentò e S.V. no (tanto da indurre gli inquirenti ad emettere un mandato di comparizione)

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    1. Anticipare le mie convinzioni su Salvatore Mostro in una risposta per forza di cose sintetica non mi piace molto. Le posso dire che per quanto riguarda il dopo Signa i motivi del nervosismo di Salvatore risiedevano, a parer mio, nei suoi rapporti con la pistola, che aveva ceduto a Mele per truffargli un po' di soldi (le 400 mila lire dell'assicurazione). Nel dopo delitto non sapeva bene quel che era successo, io credo che sospettasse del fratello assieme a Mele, e in questo ambito si giustificano le sue accuse poco onorevoli allo stesso. Invece erano stati i Mele. Ma se la pistola l'aveva fornita lui, capisce bene che non se la sarebbe cavata con poco danno, quindi aveva paura.
      Riguardo le bugie successive, sempreché ne avesse dette, mi riservo di argomentare in un apposito articolo.

      Sull'alibi non so che dirle. Non ho una telecamera del tempo, ritengo però plausibile che Vinci fosse stato assieme a qualche sconosciuto, vista la sua turbolenta attività sessuale. Se avesse trascorso la serata fino a tardi al parco delle Cascine, per esempio (era agosto, quindi è possibile), chi avrebbe potuto chiamare a testimoniare, l'omosessuale o gli omosessuali con cui aveva fatto il trenino?

      Anche sullo straccio mi riservo di argomentare in un apposito articolo. Giusto per accennare qualcosa, le posso dire che se quello straccio fosse stato trovato dentro un cassetto con altri, oppure dietro una lavatrice o in qualsiasi altro posto casuale, la sua valenza probatoria sarebbe stata notevole, dopo analisi opportune. Ma messo così sa tanto di prova preparata a bella posta, perché non c’è motivo che ce lo avesse messo Vinci. Io penso proprio alla Pierini, che aveva il dente avvelenato, tanto da finire in galera per calunnia. Un'occasione per mettercelo poteva averla trovata anche nel dopo Giogoli, magari perché aveva ancora le chiavi, o perché qualche volta qualche scintilla ancora era andata a farla, in quella casa. Che all'estate successiva il Mostro avrebbe colpito di nuovo era quasi una certezza, e se avevano perquisito casa Vinci nel 1983 l'avrebbero perquisita ancora, quindi la sua vendetta avrebbe dovuto attendere, ma sarebbe giunta inesorabile.
      Come si fosse procurata quello straccio, chi lo sa? Sopra c'era sangue sia del suo gruppo sanguigno sia di quello di Vinci. E' possibile che Vinci avesse detenuto una pistola per sparacchiare in campagna, e quello straccio fosse uno di quelli usato in passato dalla Pierini per spolverare e che lui l'avesse utilizzato poco prima di uno dei ritorni di fiamma.
      Però, se non le dispiace, non vorrei argomentare ancora su questo tema, qui mi limiterei a Signa. Ho posto delle questioni precise, sulle quali attendo ancora critiche e proposte alternative. C’era o non c’era Mucciarini. E se c’era perché aveva voluto tirar dentro Salvatore? Invocare le presunte prove di un Salvatore Mostro usandole come rullo compressore sulle incongruenze del suo coinvolgimento nel delitto di Signa non è corretto. Si disegni uno scenario alternativo a quello ridicolo di Torrisi, forza!

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    2. Tra l'altro non si dovrà attendere moltissimo per leggere le mie idee sulla terza fase dell'attività delittuosa di Salvatore Vinci, quindi intanto pregherei di sviluppare una discussione su Signa. Tra l'altro questa discussione è mancata anche sul presunto omicidio della moglie, dove avevo posto delle questioni precise, ma i fan di Salvatore Mostro hanno latitato.

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    3. Dr. Segnini, ma la seconda e terza parte di "Firenze-Perugia andata e ritorno

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    4. Dovrò affrontare le ire di Mignini, dunque devo trovare il momento opportuno. Non mi forzi.

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  9. Ma per quale motivo Mucciarini, che non era nemmeno sardo ma un parente acquisito, decide di rendersi complice di un duplice omicidio e vivere il resto della vita nella paura di essere arrestato? E poi se il Mostro non era sardo perché nn raccontare la verità sul 68 quando è finito in carcere?

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    1. Non era sardo ma era sposato con una sarda, non pensa che potrebbe essere la stessa cosa?

      Raccontare la verità sul '68 voleva dire l'ergastolo comunque.

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    2. In pratica si è rovinato la vita uccidendo per una questione di corna la moglie del fratello della moglie... Ma perché essere così coinvolto? Ne avrebbe potuto fare decisamente a meno!

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    3. Le donne, le donne... ma perché le hanno inventate?

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    4. Ma se così fosse quante persone sarebbero state al corrente del duplice omicidio? Almeno almeno 7/8?! E tutte d'accordo nel non dire nulla x 30 anni?

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    5. Evidentemente avevano tutte qualcosa da perdere. Non ha mai sentito parlare di omertà familiare o di clan? Secondo lei perché Natale Mele ancor oggi racconta scemenze?

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    6. Un clan include un parente acquisito da un altra regione? Le giro la domanda: Perché ancora oggi Natalino dice di nn sapere nulla anche se tutte le persone coinvolte sono morte? Perché avere tutta questa voglia di difendere l'assassino di sua madre? E, a maggior ragione, perché difendere più assassini?

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    7. Un parente acquisito padre dei figli di una sorella di Stefano Mele. Natale ha ancor oggi cugini ai quali forse non piacerebbe quello che potrebbe dire. Però chiuderei qui con questi perché, non credo che portino da nessuna parte.

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  10. Signor Segnini faccio molta fatica ad inserire PM sulla sdc di Signa. Ma perché lui e suo cognato GM avrebbero dovuto trascinarsi dietro SM? Solo per fargli sparacchiare qualche colpo tanto da farlo risultare positivo al guanto di paraffina? Ma se avesse parlato, loro due lo sarebbero stati molto di più. Come facevano a fidarsi del cognato? Avrebbe potuto avere un cedimento nervoso e raccontare tutto, in ogni momento. Davvero PM pensava che bastasse essere presente ad un paio di interrogatori per tenere a bada il cognato?
    La stessa cosa vale per il bambino; come potevano avere la certezza che non li riconoscesse e, nonostante gli indottrinamento delle zie, prima o poi facesse i loro nomi? A proposito di NM, non aveva pensato SM, che fine potesse fare suo figlio nella malaugurata ipotesi che lo avessero arrestato? Orfano di madre e con il padre in carcere chi si sarebbe occupato di lui? Ci aveva pensato la famiglia Mele a Natalino? È vero, nell'istituto viene messo dai cc, ma poi se non sbaglio, ci rimane, non mi sembra che gli zii lo prendono con loro. Mi corregga se sbaglio, e spero proprio di sbagliarmi.
    In conclusione è mia opinione che non ci fosse PM quella sera a Signa, ma SM lui si che c'era.
    Ma con chi? Con uno dei fratelli V ? Ma, di nuovo, perché trascinarsi dietro SM se uno di loro voleva eliminare BL e ALB ?
    E una ultima cosa: come sappiamo chiunque fosse quella sera con SM è riuscito nel suo intento e cioè farla franca. Ma perché SM non ha mai detto la verità o se l'ha detta, perché l'ha negata subito dopo? Forse perché non sapeva nulla ed è arrivato a cose fatte?
    E se SM, accompagnato da uno dei fratelli V, volesse solo andare a prendersi suo figlio ? Se arrivati nelle vicinanze della stradina avessero sentito gli spari? A quel punto SM e il suo accompagnatore non avrebbero proseguito, anzi. Sarebbero arrivati sul posto dopo qualche minuto, forse dopo aver sentito N suonare il clacson. La domanda di SM al figlio " chi ha sparato?" Sarebbe stata sincera e legittima. Il bambino sarebbe stato tirato fuori dalla macchina, l'accompagnatore lo avrebbe portato per un tratto di strada in auto poi, impossibilitato ad andare avanti, lo avrebbe lasciato proseguire a piedi da solo fino alla nota casa dove il bambino suonò il campanello. E logicamente "l'accompagnatore" sapeva bene di doversi procurare un alibi dell'ultimo minuto. SM durante il breve tragitto avrà ripetuto all'infinito le cose che il figlio doveva dire: il babbo è a letto malato ect ect.
    Poi ognuno dei due uomini si sarà fatto un'idea su chi avesse ucciso i due amanti. Il V sospettera del fratello e SM sospettera di chiunque.
    Ma chi li aveva uccisi? Il sospetto del V (SV, se non si era capito!) era fondato? Davvero FV, come confidò a GC anni dopo, uccise BL e ALB ? La pistola passò di mano e finì proprio al futuro mdf? Dunque quando FV disse al prof Cabras che lui sapeva chi fosse il mdf, diceva la verità?
    Secondo me la risposta a tutte queste domande è :sì.
    Signor Segnini di certo la mia ricostruzione è fantasiosa e fa acqua da tutte le parti, ma almeno ci ho provato!
    Grazie come sempre per l'attenzione
    Stefania

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    1. Le sue sono le domande da cui deve partire chi vuol scrivere un romanzo, per una trama avvincente ma con una sua logica. Chi deve ricostruire un fatto reale deve partire dai dati reali, poi farsi le domande sui perché. La testimonianza di Natalino pone in modo inequivocabile Mucciarini sulla scena del crimine. Da lì si deve partire.
      Mi perdoni se non entro nel merito delle sue domande-supposizioni, non ne ho il tempo. Magari qualche lettore le darà il suo parere.
      Saluti.

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  11. A me pare molto difficile trovare la chiave del mistero di Signa. Citando alla rovescia e fuori contesto Pasolini, direi che cercare di ristabilire la logica in un delitto, laddove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero, è azzardato. Gli unici elementi di rilievo sono la malattia di Mele, probabilmente volta alla costruzione di un alibi, e lo zio Piero indicato da Natalino. Tutto il resto, moventi, intrecci, coinvolgimenti familiari, appartiene al mondo dell'immaginazione romanzesca e non della ricostruzione storica, a mio modesto parere. Devo dire che mi sto orientando a considerare Signa autonoma rispetto ai delitti del Mostro. Resta ovviamente il mistero della pistola. Sono d'accordo con Kozincev che le bugie non provano nulla. Ne hanno dette tutti i protagonisti e le ragioni possono essere molteplici. La discussione auspicata da Segnini con i fan di Salvatore Vinci Mostro temo non sia possibile. C'è un convincimento assoluto, cieco, che li rende impermeabili alle critiche e refrattari al confronto. Spero di sbagliare. Saluti

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    1. Non c'è nessun mistero irresolubile a Signa. Riguardo i fan di Vinci Mostro, spero che qualcuno si decida a confutare le mie affermazioni su quel primo delitto.

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    2. "smentire" che GL fosse sulla sdc nel 1968: non si può proprio fare. inutile fare una simile richiesta.

      Solo che... altrettanto, non si dovrebbe nemmeno "affermare" che ci fosse, dato che siamo in assenza totale di anche solo minimi riscontri indiziari documentati in tal senso specifico.

      Se entriamo nel campo 'si può ipotizzare qualsiasi cosa': allora, altrettanto e con altrettanta 'sicurezza' del tuo affermare la presenza del GL:
      - possiamo benissimo "affermare" che c'era uno sconosciuto che si imboscò l'arma, ma che di iniziali non faceva GL ma bensì XYZ.

      Provaci tu adesso a smentire che li' presente non ci fosse XYZ.
      e come fai?
      è impossibile.

      E' impossibile perchè come per gl o pippo pluto e paperino: non c'è un solo elemento di riscontro nemmeno minimamente indiziario alla lontana che proprio mentre c'era qualcuno che in quel preciso luogo ora e giorno uccideva la BL e l'ALB ci fosse anche un estraneo.

      No, Antonio:
      non puoi chiedere "spero che qualcuno si decida a confutare le mie affermazioni su quel primo delitto", perchè non ci sono proprio i presupposti di riscontri indiziari da confutare; OSSIA:
      - La Tua versione è "giusta" (nel senso che si incastra alla perfezione, e vorrei vedere altrimenti!) nella Tua visione della Tua ricostruzione della storia.
      E così, nella Tua storia e solo in quella, fila: e LI' deve essere accettata.

      Ma fuori da quella però fa acqua e nessuna fondamenta, e quindi non può essere considerata come 'affermante' di alcunchè nè da prendere in considerazione vista la totale assenza di attinenza a documentazioni perizie testimonianze riscontri etc.

      hazet

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    3. Guarda che Lotti qui non c'entra nulla. Ho posto un problema ben preciso, e del tutto indipendente dal destino della pistola: l'incompatibilità tra la presenza di Mucciarini e di Salvatore Vinci nel gruppo di assassini di Signa. Rispondi su questo. C'era l'uno, c'era l'altro, c'erano entrambi? E allora perché... e così via.
      Il diavolo si nasconde nei dettagli, e sono in tanti che non lo vedono.

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    4. Beh, se la riduci 'solo' a quello la richiesta:
      1) SV ce lo metto per moltplici ragioni:
      - legame 'fiduciario' col SM [e viceversa]
      - alibi accertatamente falso fornito
      - auto
      - motivo per avercela con la Locci [una 'donnina' che aveva osato dimostrare autonomia nei suoi confronti, cacciandolo dalle sue grazie e a scherno massimo, addirittura sostituirlo col suo detestato fratello]
      - possibilità di trovare un arma [ammesso non si trattasse di quella scomparsa a Villacidro, gli ambientini stile Le Cascine, sono notoriamente ricettacolo per nulla schizzinoso di un pò di tutto, mercato nero compreso]
      - citato dal NM [per quanto dubbia quella citazione sia o possa essere per i motivi noti]
      - casa Vargiu, suo stretto sodale, nei pressi di casa De Felice

      2) PM, ce lo metto lo stesso anche lui perchè:
      - SM contava così poco in seno alla famiglia, che se anche avesse voluto lui in prima battuta la morte della moglie [e così non fu, il SM IMHO venne istigato dal SV in primis], avrebbe dovuto comunque chiedere il permesso in famiglia/clan e la famiglia/clan, conoscendone l'inettitudine, gli avrebbe almeno almeno affiancato qualcuno [ovviamente di non estraneo al nucleo famigliare]... anche perchè non si trattava di uccidere la moglie (cosa che avrebbe a quel punto anche potuto benissimo fare a casa), ma anche un 'estraneo' la cui morte avrebbe potuto portare a faide famigliari; e quindi la amiglia era da avvertire, lasciarla ignara avrebbe potuto essere davvero rischioso.
      - citato dal NM [per quanto dubbia quella citazione sia o possa essere per i motivi noti]
      - per il famoso biglietto
      - per il suo seguente buttarsi a perdi fiato nell'alcol e rovinarsi vita e famiglia [sensi di colpa]
      - perchè in passato era già stato beccato con un arma
      - coincidenza giorno di riposo proprio il giorno in cui SM ha la bua al pancino e proprio il giorno in cui la BL viene uccisa (e l'ALB pure): tooooo muchhhh!

      E perchè:
      - SE [e io credo così fu per tutta una lunga serie di motivi] il compito primario di SM era solo quello di farsi carico del bambino [NM che tra l'altro nutro il serissimo dubbio che fosse dentro l'auto al momento degli spari, ma che invece la BL lo avesse fatto scendere a giocherellare nei pressi al momento in cui lei e l'ALB erano scesi dall'auto per scambiarsi i posti.... NM non aveva manco una macchiolina di sangue sui vestiti e NM si sarebbe pure sporto sui corpi a pacioccare con le levette del cruscotto, a scavalcare l'ALB per uscire dal finestrino (sic), etc]
      - SE [e io credo così fu per tutta una lunga serie di motivi] il SV essendo quello che aveva guidato l'auto fin lì, era anche quello che dall'auto [che a quel punto diventa il 'mezzo di fuga'] non doveva allontanarsi [ma un pò lo fece per non perdersi la scena]
      - ALLORA [e io credo così fu per tutta una lunga serie di motivi], ci voleva proprio almeno ancora un nome a coprire il ruolo dello sparatore vero e proprio [forse anche due, visto che nemmeno la posizione del GM è chiarissima, anzi]

      Di certo al delitto non partecipò il FV nè nei fatti nè in pianificazione, perchè:
      - il FV aveva un alibi, piaccia o meno, che resse all'epoca e resse negli anni successivi
      - perchè il SM detestava il FV
      - perchè il FV, se mai fosse dovuto andare proprio ad uccidere la LB e l' ALB [e non ne aveva motivo, visto che aveva pure accettato la scommessa, altro che 'gelosia' da duplice omicidio], mai e poi poi mai si sarebbe portato appresso come complice un SM, marito dell'uccisa che di fisso visto il grado di legame sarebbe stato sospettato, e che non avrebbe retto mezza giornata di interrogatorio non essendo un criminale manco di striscio [oppure, si dovrebbe ipotizzare il FV come pure ladro d'auto e masochista amante del gabbio e pure con un QI negativo]

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    5. Post Scriptum:
      ho cercato di argomentare a grandi linee (ossia evitando citazioni da documenti etc.) addirittura accettando/specificando che qualsiasi dichiarazione di (SM e/o di) NM, per me le possiamo anche mettere in stand-by [visto il numero di volte che le han cambiate], così da non correre il rischio di rimpallarsi l'un l'altro dei ricorsi al cherrypicking.
      Poi, è ovvio che anche quelle contino (e assai), ma i discorsi a quel punto necessitano ben più dei pochi caratteri dei commenti per essere messe in fila logica (e cmq, in 'fila logica' all'interno di una specifica ipotesi di chiave di lettura, quindi'in-fila-non-logica' se si parte da altra ipotesi; ovvio)

      Di materiale anche senza le loro cangianti parole per leggere tranquillamente e banalmente Signa (come banale quel delitto è): ce ne è in abbondanza già così; ed in nessun caso da Signa esce fuori un 'mostro', già all'opera come mostro di Firenze nè tanto meno un super-killer-professionista assoldato per lo scopo.

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    6. Hazet, quando scrivi, di PM:
      "- per il suo seguente buttarsi a perdi fiato nell'alcol e rovinarsi vita e famiglia [sensi di colpa]"
      ecco, la biografia di PM mi è del tutto sconosciuta, dove posso trovare informazioni al riguardo?
      Grazie.

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    7. @Giulio G.

      Sentenza Rotella.
      [ci trovi parecchio materiale dettagliato sul Mucciarini].

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  12. Incopatibilità tra la presenza di Mucciarini e Salvatore Vinci.

    Se Mucciarini è presente non può esserlo SV. E viceversa. Motivo?
    SE PM tira in ballo SV tramite SM, di conseguenza o uno o l’altro.

    Se PM tira in ballo X------->X non può aver fatto parte del delitto

    Chiariamo un fatto:
    Il delitto di Signa non può esser fatto con SM a meno chè non ci sia un automobile che ce lo porti
    Le uniche automobili sono quelle di MC o SV (a meno chè non vi sia altra automobile da altro coautore che abbia un motivo ben preciso per portare SM sul luogo)
    Almeno uno tra MC o SV (o entrambi) devono esserci

    1984

    Mentre SM attribuisce un auto a GM (che non aveva);
    Mentre GM attribuisce il delitto ai fratelli Locci (che non lo commisero)

    PM pone il problema dell’auto

    “Il primo a porre il problema è stato Mucciarini. Il 27 gennaio 1984 dichiara: “In questi giorni mi sono posto il problema del veicolo. Stefano dice che si andò a commettere il delitto con la vettura, ma nessuno di noi tre aveva la vettura e la patente. Perciò due sono le cose: ragioniamo o vi era uno al mio posto o vi era una persona che guidava la macchina” D.R.:”nON SAPREI DIRE SE AMICI O PARENTI. L’altro mio cognato che allora aveva 25 anni all’incirca, era un giovane molto serio, che aveva lavorato con Giovanni [...]. Io credo che Giovanni avesse pià confidenza con lui che con me che ero un ubriacone, Però Marcello non lo farei capace” (cit. Rotella, orginale, pagg. 128/129)

    Mucciarini tira in ballo MC (che non se lo stava cacando di striscio nessuno)

    Se PM tira in ballo X--->X non può aver fatto parte del delitto
    PM tira in ballo Chiaramonti--->Chiaramonti non ha fatto parte del delitto
    Ma PM tira in ballo anche Giovanni Mele----->Giovanni mele non ha fatto parte del delitto.
    Quindi abbiamo un PM che mai tirerebbe in ballo un correo nel delitto per non “buttarsi la zappa sui piedi”.
    Ma a questo punto ci sarebbe da chiedersi con quale veicolo sono andati sul luogo (che oltre a MC solo SV possedeva)

    Insomma il fatto che PM tiri in ballo qualcuno, non significa che quel qualcuno non possa aver partecipato al delitto (altrimento dovremmo cercare una terza persona, automunita che aveva un motivo a parteciparvi).

    Continua...

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  13. 1968

    PM non ha mai commesso un delitto prima (che se ne sappia) e non ne ha mai commesso dopo (che se ne sappia). Si da al bere dall’Ottobre 1968 fino alla fine anni ‘70 mettendo a rischio il proprio matrimonio.
    - è stato visto da Natalino (in un delitto andato probabilmente non come ci si prospettava)
    - è correo di uno SM che sta crollando (tra la notte del 22 e quella del 23 dichiarerà a lui ed a Chiarimonti “Non ce la facevo più a mantenerla” e a sua sorella Teresa “Mi danno l’ergastolo” e a suo figlio “Di che ti ha accompagnato Francesco”)

    - Se SM crolla, e confessa tutto lui verrà coinvolto;
    Cosa passa nella testa di PM? Boh non lo sappiamo e non lo sapremo mai.
    Coinvolge uno estraneo al delitto (tipo FV)? NO. Coinvolge SV.

    1984

    PM è sospettato di aver fatto parte del delitto di Signa
    - GM è sospettato di aver fatto parte del delitto di Signa
    - SM ha fatto il nome suo e quello di Giovanni.
    Cosa passa nella testa di PM? Boh non lo sappiamo e non lo sapremo mai.
    Coinvolge qualcuno estraneo al delitto (tipo i fratelli Locci)? NO. Coinvolge GM e MC (che ancora non era comparso sulla scena, risolvendo in parte il rebus del veicolo)

    E allora? Come risolvere l’arcano?

    Ci viene in aiuto il Giudice Rotella

    “E’ sintomatico che Mucciarini si prospetti sin da questo interrogatorio quasi in veste di collaboratore di giustizia (qualità che ha rivendicato anche con riferimento alle indagini dei Carabinieri nel 1968)” (Rotella pag. 129)

    In tutti e due i casi non depista. Usa la tattica del dire “una parte di verità” cosicche (IMHO) una volta coinvolto magari potrà dire : “Beh ve l avevo detto no? Che mi buttavo la zappa sui piedi io?”

    Quindi addurre il fatto che PM abbia fatto accusare il SV dal Mele non significa che SV non abbia partecipato al delitto. Potrebbe significare altrimenti che PM fosse innocente e che appresa la verità da SM volesse invitarlo a dirla a gli inquirenti(Sia nel 1968 che nel 1984).

    I fatti sono:
    - PM non ha un alibi
    - SV ha un alibi falso
    - SM ha un alibi falso precostituito
    - Ci vuole una macchina per andare sul luogo
    - MC una macchina ce l’ha
    - SV una macchina ce l’ha
    - MC non si sa se l’alibi ce l’abbia
    - MC non si sa bene che movente dovrebbe avere (l’unico è quello di allinearsi al movente della famiglia)
    - SV un movente ce l’ha
    - MC non depista su nessuno
    - SV depista su FV*
    - SM depista su FV.*

    Questi sono i fatti. I comportamenti di PM sono i classici comportamenti illogici (e non precostituiti, dal momento che non s’aspettava d’esser visto da Natalino) di chi, non essendo un delinquente incallito, è preso dal panico.
    E poi... sicuri sicuri che PM c’entri qualcosa con le accuse di SM a SV? Potrebbe anche esser che vedendo SM crollare, abbia presenziato per dare un pò di sostegno ed assicurarsi che non faccia il SUO di nome.

    *a sentir Rotella il depistaggio su FV sembrerebbe qualcosa di discusso precedentemente il delitto (e come non potrebbe dal momento che sia SM che SV tirano in ballo entrambi gelosia e pistola del Francesco)

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  14. Altresì mi premerebbe dire (a completezza) che la logica che vuole un PM che non dovrebbe far accusare un suo correo, pena la "zappa buttata sui propri piedi", escluderebbe a prescindere che PM abbia convinto SM (suo correo) ad autoaccusarsi.

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    1. Troppe parole, che ingarbugliano e basta. Sono state dette tante cose da quando fu scoperto che la pistola di Signa era quella del Mostro, in una situazione inquinata proprio da quel fatto, dove a un certo punto erano tutti contro tutti. Se si vuole risolvere il giallo di Signa su Signa bisogna stare. E a Signa abbiamo due cognati, dei quali almeno uno aveva partecipato al delitto (ma se aveva partecipato lui c'era dentro tutta la famiglia) che convincono Mele ad accusare Salvatore Vinci, la mattina del 23 agosto 1968. Mentre Mele voleva accusare Francesco Vinci. Questo è il fatto da spiegare. O Mucciarini, Chiaramonti (e Teresa Mele che era con loro) erano degli imbecilli oppure Salvatore Vinci non era dentro, di qui non si scappa. E che fossero tutti imbecilli, comodo espediente di chi non vuol vedere, non ci credo.

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    2. Stefano Mele era il colpevole predestinato, in galera ci doveva andare lui, non era un correo che poteva vendicarsi, cerchi di non giocare con le parole.

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    3. @Antonio
      " E a Signa abbiamo due cognati, dei quali almeno uno aveva partecipato al delitto (ma se aveva partecipato lui c'era dentro tutta la famiglia) che convincono Mele ad accusare Salvatore Vinci, la mattina del 23 agosto 1968. Mentre Mele voleva accusare Francesco Vinci. Questo è il fatto da spiegare."[cit]
      eh,no!

      Questo non si può proprio leggere così come scritto!

      Dove e come sarebbe documentato che qualcuno dei "cognati"[cit] avrebbero "convinto Mele ad accusare Salvatore Vinci"[cit]???
      ma scherziamo?!

      Questa è solo una tua personalissima 'interpretazione'!
      e dire 'interpretazione' in questo caso è fare un decisamente un complimento.

      Stefano Mele era così tanto il "colpevole predestinato", che infatti si professò innocente fin tanto che oltre alla bufala della passeggiata in solitaria del NM non gli misero davanti agli occhi anche gli alibi dei proforma tirati in ballo e l'esito del guanto di paraffina (che vale nada, ma all'epoca valeva eccome!).

      Se fosse stato davvero così "predestinato" e a servizio della famiglia per farsi la galera al posto degli altri, come ipotizzi tu:
      - gli conveniva costituirsi ed appellarsi al delitto d'onore (che venne abrogato solo il 5 agosto 1981 - legge 442).
      [e tra l'altro nemmeno si comprenderebbe perchè dovesse uccidere la BL con anche l'ALB assieme... tanto doveva andare dentro: poteva ammazzare solo la BL e pure comodamente a casa]

      SM col cavolo che dentro ci voleva andare!

      E col cavolo che i suoi famigliari ci volevano che ci andasse.

      Quando la tegola gli batte in testa (e dopo l'82 continua a battergli in testa): quello che i famigliari al limite fanno è chiedergli di non tirarli in mezzo per nessun motivo (il famoso bigliettino ne è l'esempio più eclatante).

      di certo non c'è documento nè riscontro alcuno in cui risulti che i famigliari gli dicano di accusare il SV (cosa che del resto fa solo appena capisce che lui in galera ci andrà eccome, che come la Rotella ci ricorda il SM pare privo di fantasia. può raccontare balle, può adeguarsi, può andare a rimorchio: ma non ha le capacità di inventarsi trame di sana pianta. in quel momento crolla ed in quel momento fa il nome di chi il delitto ha ispirato e ordito. poi, capita la cazzata fatta [tradire il suo amante] e col timore che venga fuori che oltre che cornuto era pure uno che se lo ciccuciava e lo prendeva in quel posto, e che se le sue parole davvero incastravano il SV questi a sua volta avrebbe tirato in ballo i suoi parenti: cambia in fretta e sposta l'attenzione sul FV [cosa che al SV va benissimo che lo detesta, e ai CC va ancor più benissimo, visto che il FV è un 'malandrino cattivo' e sul SV invece non risulta nulla e ha pure un alibi [che invece si scoprirà falso ed artefatto, ma solo anni dopo purtroppo].


      E comuqnuecontinua sempre amancare una tua spiegazione/giustificazione al fatto che Sv, che per te sarebbe a sto punto da escludere dl delitto, fornì un alibi falso. accertatamente e da fonti plurime e da interroganti plurimi e pure sotto giuramento in tribunale: FALSO.

      Quella notte SV nemmeno ritornò a casa.
      altre che essere a casa in orario delitto dopo essere stato a giocare a biliardo con gente che po no ricorderà e smentirà.

      E sai come è:
      fa molto ma molto più testo e peso su un piatto della bilancia un qualcosa di indiziariamente grave ed accertato come un alibi falso, che una personalissima interpretazione priva di riscontri documentali di "cognati che convincono Mele ad accusare SV"[cit].

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  15. @Stefania.

    Proverò io dare una ricostruzione che possa in qualche modo rispondere ai tuoi quesiti.

    Bada bene però. Di teorie su Signa (e sul MdF) ce ne sono fin troppe, e di farne mi sono stancato pure io. Ti consiglio di costruirti un database mettendo in ordine le date dei vari avvenimenti, così ti verrà molto più facile farti un’idea. Chi è il MdF lo sa solo lui e noi non lo sapremo mai.
    Questa ricostruzione vale meno di niente e non val la spesa di esser tenuta in considerazione.

    Natalino è una variabile: può esserci o no nel delitto. Se non dovesse esserci è assai probabile che rimanga a casa. E a casa un bambino di 6 anni tutto solo non lo lasciano (specie se il padre è fuori ad uccidere la moglie, col rischio che diventi un testimone dell’assenza del padre a casa)
    Quindi se Natalino rimane a casa, Stefano Mele rimane a casa.
    Se Stefano Mele rimane (realmente) a casa (falsamente) malato e a letto con il bambino insieme a lui a riscontrargli l’alibi, ad uccidere BL e ALB saranno altri(IMHO SV e PM e non altri, che quanno semo in troppi prima o poi ci si tradisce). E nessun guanto di paraffina lo metterà in dubbio.

    “ Al g.i., ma già prima al p.m. (cfr. interrogatori), dirà di averla spiata per intendere i suoi prossimi movimenti, e di aver tentato invano di impedire che la donna portasse seco il figlio che, verosimilmente, avrebbe dovuto confermargli l'alibi.” (sentenza Rotella)

    Se gli inquirenti vedono che SM era a casa ammalato e a letto ed il bambino con lui a riscontrargli l’alibi, chi sarà mai il colpevole di quell’omicidio? FV. Quello che si era istallato a casa Mele l’anno prima. Quello geloso. Quello che aveva una pistola. Quello che aveva fatto la scommessa con ALB.
    Difatti Funari fece prendere lui per primo.
    Noi però sappiamo che il bambino era con la madre quando fu uccisa.
    Cosa comporta questo? Che SM deve esser per forza sulla scena del crimine. Senza SM il bambino che può riconoscere gli sparatori, verrà quasi sicuramente ucciso a sua volta. SM sarà presente per far da balia a Natalino e, visto che le cose sono andate diversamente, data la presenza del piccolo, SM si prenderà la colpa e sparerà almeno un colpo per lasciarsi residui di polvere. Inutile dire che sarà proprio SM ad accompagnare il bambino. Se il bambino muore ucciso, è chiaro che gli inquirenti sospetteranno di chi il bambino conosce. Ed il primo ad esser sospettato sarà proprio SM. Quindi è interesse di SM presenziare per far si che il bambino non venga ucciso (sarebbe un aggravante).
    Ecco perchè SM accuserà prima FV, poi, quando sta crollando accusa SV, e poi riprenderà il discorso orginario sostenuto da SV: accusare il geloso FV.

    Spero che questa ricostruzione possa aver dato risposta ai tuoi sani e giusti quesiti di neofita.
    Bada bene: è solo una ricostruzione e come tale va presa con le molle. Leggiti il Rotella e magari avrai le idee più chiare.

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    1. @Stefania, l'utente Hazet mi ha fatto notare che il 22 Agosto il Mele non aveva fatto accusare FV.
      Di consequenza la mia affermazione:"Ecco perchè SM accuserà prima FV [...] va corretta con "SM, che in galera non ci vuol andare tenta di resistere addensando sospetti su FV (e CC). Il giorno dopo crolla accusando SV[...]

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    2. @Phoenix
      Innanzitutto grazie per l'attenzione, nonostante io sia una neofita e le mie domande chissà quante volte le avrai sentite.
      Io mi perdo nelle vostre ricostruzioni a carattere diciamo così "psicologico", anche perché è difficile dare un senso logico alle dichiarazioni di SM.
      A me il delitto di Signa non sembra un delitto premeditato. Potrebbe esserlo se BL e ALB fossero stati amanti da un po', si incontrassero abitualmente, frequentassero quel posto da tempo. Ma così sembra tutto casuale, l'uscita di quella sera è casuale, il luogo lungo il Vingone sembra una scelta casuale. Sì d'accordo forse i due si erano accordati già nel pomeriggio, ma perché il marito si era precostituito un alibi già dalla mattina?
      Qualcuno, non ricordo chi, mi disse che cmq la Locci usciva tutte le sere con i suoi amanti, quindi era matematico che anche quella sera l'avrebbe fatto. Ma davvero? E chi erano questi amanti? E per amanti non intendo gli incontri occasionali alle Cascine ai quali anche SV partecipava. Per amanti intendo uomini che andavano a prenderla a casa, uno alto, uno basso, uno giovane, uno maturo, uno in macchina, uno in moto...insomma anche se non conosceva i nomi il marito un minimo di descrizione poteva farla. E perché, in tutto questo turbinio di uomini, FV va a scommettere con il LB che non sarebbe riuscito a uscire con la BL?
      Ma non era una scommessa persa in partenza?
      Forse FV, forte delle minacce fatte alla donna e avendo lei rifiutato le avance del B, era abbastanza sicuro che fosse abbastanza impaurita da non accettare nemmeno quelle del LB?
      Ci sarebbe da chiedersi perché invece Barbara sia uscita quella sera con il LB. Forse che davvero FV era "appiedato" in quei giorni, avendo il mitico motorino a riparare?
      Percorsero quel tragitto nella convinzione che non avrebbe potuto seguirli?
      E se davvero il motorino era dal meccanico, dove teneva il FV la pistola che di solito era collocata nel portaoggetti?
      A casa? Uhm
      Aveva qualcuno di sua fiducia a cui la affidava? Eh !
      E una ultima domanda poi non ti importuno più: come sappiamo l'alibi glielo fornì la moglie, ma è vero che poi la stessa andò al funerale del LB e chiese perdono alla vedova?
      Grazie per l'attenzione
      Stefania

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    3. Non aver paura ad importunarimi. Non è un problema. Il problema è aver tempo per rispondere. E anche non andar OFF-TOPIC.
      Per adesso rispondo a questa tua affermazione (successivamente, magari risponderò alle altre del tuo post precedente e di questo).

      "A me il Delitto di Signa non sembra un delitto premeditato"(cit.)
      E invece parrebbe proprio di si. SM si è precostituito un alibi. Quello è il fatto da cui non si può scappare.
      SM ha una malattia il giorno stesso in cui verrà uccisa la moglie; tale malattia non gli avrebbe consentito di "andar a cercar la moglie e figlio". A tale malattia farà riferimento Natalino di fronte casa De Felice, Tale malattia sarà il lei motiv di SM nel primo giorno di interrogatori. E quando si autoaccuserà, a tale malattia farà riferimento il meno possibile, per tentar di nascondere (goffamente ed invano) la premeditazione del delitto. Di tale malattia non vi sarà alcuna traccia alle 6:00 di mattina, quando lo preleveranno i carabinieri.
      Rileggi l'articolo del dott. Segnini, credo lo abbia ben spiegato questo.
      Nessun dubbio su SM sul luogo del delitto: il guanto di paraffina risulterà positivo, in maniera sospetta nell'incavo tra il pollice e l'indice(per cui certi guru che tirano fuori lavate di mano alla "safanso'" che ne giustificherebbe la nullità del risultato, che imperversano su youtube, dovrebbero spiegare come si fa a lavarsi bene le mani tutte, tranne che, guarda un pò, in quel punto). Tutto ciò impone che SM abbia presenziato al delitto e che il delitto è premeditato. Il resto, relativamente ai tuoi dubbi, spero di poterlo spiegare successivamente. Ribadisco però che leggere la sentenza Rotella è ben più affidabile di me.

      See you later.

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    4. @Stefania

      FV va escluso come MdF (in carcere mentre vi sono due duplici omicidi è l'alibi più sicuro del mondo)
      Ma va escluso come possibile esecutore a Signa

      - Non aveva un mezzo per pertorsi sul luogo del delitto:
      - Il suo alibi, per quanto debole e poggiante solo sulla moglie, regge.
      - Non aveva un vero e proprio movente: si, era stato l'amante della Locci, si magari un pò geloso. Ma (e cito Rotella) i rapporti si erano allentati assai.
      - Ma se anche avesse avuto un movente ed un mezzo per portarsi sul luogo: quel movente sarebbe stato solamente il suo. Non sarebbe stato necessario, far aggregare a lui SM o membri della sua famiglia. Avrebbe potuto commettere il delitto da solo (a differenza di SV e SM che avevano un movente in comune)
      - Non solo non esistono testimonianze che lo vedono sulla SC, ma esiste la testimonianza all'incontrario di Natalino:"Me l'ha detto il babbo di dire d'averlo visto", dopo aver elencato gli altri.
      - E comunque uccidere una donna con l'amante, dopo una pubblica scommessa sarebbe come dire "ARRESTATEMI".
      - Le minacce alla Locci da parte di FV, sono sostenute solamente da SM e SV (quelli che avevano un movente in comune e che di FV assai stima non avevano)

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    5. @Stefania

      Le dichiarazioni del Mele

      “E’ difficile dare un senso logico alle dichiarazioni di SM”

      E invece il Mele è un libro aperto. Non devi cercare la verità su quello che dice, ma su quello che non dice.

      Se parti dal 1982, per esempio:

      SM ha già scontato una pena per cui non può più esser riprocessato. La pistola che ha ucciso sua moglie ha continuato a sparare e questo potrebbe favorire una revisione del suo processo. L’unica cosa che deve fare è:
      - O dire di essere innocente senza accusare nessun altro
      - O dire tutta la verità

      Invece il Mele, si dichiara innocente, accusando FV e per riscontrar tali accuse, dal settembre 82, si dichiarerà presente alla scena del delitto. Insomma fa di tutto, perchè gli inquirenti vadano su FV. E quando FV, sarà manifestamente innocente, scagionato da un altro delitto del mostro, tenterà di accusare ancora CC (si inventerà addirittura un Angelo). Ora, seguimi nel ragionamento: se tu non rischi la galera a dire la verità e tu quella verità, non solo non la dici, ma tenti di occultarla, depistando (rischiando un accusa di calunnia che effettivamente subisci), cosa significa? Che stai proteggendo qualcun altro che può andar in galera. E perchè lo proteggi? O perchè è un tuo amico/familiare o perchè ne hai paura. E dal momento che la calunnia a FV era soprattutto funzionale a coprire eventuali inchieste su “zio pieto” (che però in carcere ci finì comunque e che fu scagionato dal delitto di Vicchio) e il 30 Maggio 1985 farai un altro nome: che peso dai a quel nome? E’ un altra calunnia? Per coprire chi, stavolta? Nessuno.
      E se non devi coprire nessuno è tanto sicuro che sia un’altra calunnia? NO
      E se è un altra calunnia, perchè non te ne sei servito per protegger i tuoi parenti a suo tempo debito, dopo che FV fu scagionato da Giogoli?
      E se lo riveli per ultimo, che ti prendono per i capelli, dopo che i tuoi parenti ti maledicono a mezzo stampa perchè non fai quel nome (che loro non possono fare pena l’ammettere che a Signa c’erano), e questo signore non è un tuo parente, cosa comporta? Che questo Signore per te va protetto più dei tuoi parenti, o meglio: rivelare questo signore, significa rivelare il vero motivo per cui non ne facevi il nome, che poi si rivelerà il vero movente (o uno dei moventi del delitto del 1968):”la vergogna per i rapporti carnali omosessuali che hai avuto con lui” (E qui si capisce perchè ti eri buttato ai suoi piedi quando hai ritrattato le accuse su di lui nel 1968).

      SM sta tutto qua: dall’82 in poi è cristallino. Quel che ne ricavi lo potrai sovrapporre a quelle del 68 per farci una possibile ricostruzione.

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  16. Tra le mie "troppe parole che ingarbugliano e basta" ho scritto:" I comportamenti di PM sono i classici comportamenti illogici (e non precostituiti, dal momento che non s’aspettava d’esser visto da Natalino) di chi, non essendo un delinquente incallito, è preso dal panico.
    E poi... sicuri sicuri che PM c’entri qualcosa con le accuse di SM a SV? Potrebbe anche esser che vedendo SM crollare, abbia presenziato per dare un pò di sostegno ed assicurarsi che non faccia il SUO di nome."(cit. mia). Illazioni? Supposizioni? Può essere. Ma non tanto diversi da:"a Signa abbiamo due cognati, dei quali almeno uno aveva partecipato al delitto (ma se aveva partecipato lui c'era dentro tutta la famiglia) che convincono Mele ad accusare Salvatore Vinci, la mattina del 23 agosto 1968."(cit. sua). Anch'essa deve considerarsi supposizione o illazione quanto la mia. L'unico fatto certo è che SM accusa SV in presenza di Mucciarini. Lei ha posto una domanda ed io a quella ho risposto, ben sapendo che lei era "ben lieto di discutere scenari differenti".

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  17. Tra l'altro, non capisco perchè i parenti del Mele (colpevoli si intende) non facciano come tutti i colpevoli del mondo: individuato un indirizzo investigativo degli inquirenti subito ci si adeguano. Non aveva prelevato FV il Funari? Ci aveva una pistola, ci aveva un possibile movente, ci aveva tanti testimoni che parlavan di lui e la Locci. Perchè dovevano Virare come dei kamikaze su SV? Al massimo si terrebbero SV come carta jolly nel caso FV non fosse stato più utile.

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  18. per chiarezza:
    il 22 Sm non accusa FV di essere l'assassino di sua moglie (e meno che mai di esserne stato suo complice).
    il 22 il SM limita snocciola le classiche accuse generiche sul chi potrebbe avere un motivo per.
    E non solo, perchè sempre il 22 non si limita ad indicare il FV e basta.
    E semre il 22 , ovviamente visto cehe il 22 ancora non ha confessato di essere stato sulla sdc, nemmeno fornisce una ricostruzione di come i genericamente tirati in ballo possano aver compiuto il delitto

    Quindi sostenere che il 22 il SM sia crollato o abbia accusato X o Y o Z: non è corretto proprio per nulla.

    E visto che il 22 non ha accusato nesuno (meno che meno in correità): ha detto solo: si si, ci sono delle persone XYZ (FV MC etc) che erano amanti di mia moglie che erano gelosi che uno (FV) si dice avesse una pistola etc etc: il tenore è quello): è assurdo dire ch e qualcuno, i suoi parenti adirittura, gli abbiano fatto cambiare le accuse su altro nome.

    il 22 il SM è ancora uno strenuo difensore della 'sua' innocenza, della sua bua al pancino, del figlio camminatore solitario e del suo non voler andare in galera.
    Ed n quanto tale, racconta quello che normale dire: o n sono stato, provate a guardare qualche altro nome anzi ve ne suggerisco qualcuno io.

    Se il SM è colpevole (e il giorno seguente sarà lui stesso a confermarcelo):ok che no era una cima, ma sarebbe stata fesso al 100% se il 22 avesse fatto i nomi (FV MC) dei complici sostanziandone la pesantezza dei sospetti
    :)

    quindi: ribadiamolo: il SM in prima battuta e convinto ancora di farla franca (ossia il 22) non accusa affatto come 'colpevole certo' qualcuno, meno che meno il FV.
    Si limita a snocciolare un parziale elenco di nomi che cmq in paese praticamente tutti conoscono come amanti dell moglie.

    il giorno seguente è inchiodato dai CC alle sue responsabilità.
    Ed allora lì e solo lì in quel momento crolla ed infatti è lì, il 23, che snocciola un racconto che narra le varie fasi e le varie azioni.

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    1. Imaggino ti riferisci a questa mia citazione: "Ecco perchè SM accuserà prima FV,[...] "
      Sorry, my bad, scritto in fretta e furia. Correggo immantinente.

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  19. La mattina del 23 Stefano Mele era pronto ad accusare Francesco Vinci e salvare sé stesso. Aveva preparato Natalino a dargli una mano. La sua versione vera è, a mio giudizio, quella del 1982, nella quale lui era a letto, Francesco aveva ucciso, aveva accompagnato Natalino imponendogli di stare zitto, la sera del 22 Natalino aveva raccontato tutto al padre. Semplice e lineare, e nel solco del comportamento di Mele, che non a caso si era creato un ingenuo alibi perché in galera non ci voleva andare.
    Invece il giorno dopo Mele accusa Salvatore e sé stesso.

    Prego in modo SINTETICO di spiegare questo, ricostruendo gli eventi con i dati disponibili, che sono la presenza nella prima parte della mattina dei due cognati e Teresa Mele assieme a Stefano, assistenza di Mucciarini durante l'interrogatorio (a detta dei presenti in un ruolo che facilitò la confessione), pressione di Mucciarini su Natalino affinché dicesse di aver visto Salvatore tra le canne.

    La mia spiegazione è semplice. Il delitto era stato compiuto dai quattro Mele. Il piano dei cognati e del fratello non era lo stesso di Stefano, era un altro, dove Stefano se ne andava in galera con un complice che gli aveva dato la pistola e lo aveva accompagnato. Quindi loro fuori, e Stefano dentro. La pistola lasciata sul posto faceva parte del piano.
    Ora, prima di buttarvi a pesce sulla mia spiegazione per demolirla, dite la vostra. SINTETICAMENTE!!!!!

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  20. Dott. Segnini, citando la sua ultima spiegazione [ ciò che è aggiunto in parentesi è mio invece]

    Parafrasandola

    “La mia spiegazione è semplice. Il delittto era stato compiuto dai quattro Mele[+SV]. Il piano dei cognati e del fratello non era lo stesso di Stefano [e Salvatore Vinci], era un altro, dove Stefano [e Salvatore] se ne andavano in galera [...] quindi loro fuori, Stefano e Salvatore dentro.(cit. Sua [+mia])

    Qual è quella vera? La mia o la sua? Quale il discrimine che dice che lei ha ragione ed io ho torto? E cosa lo fa in, viceversa?
    Le ricordo che la mia tiene in considerazione tutto (anche l’alibi falso del SV che non può essere eluso, i suoi rapporti con BL+SM che non posson essere [lusi, ecc... ecc...)

    Cioè, pur ammettendo che i Mele abbiano convinto Stefano ad accusare SV, è lei stesso con la sua frase a far capire che ciò non può escludere SV dalla scena criminis. E se al posto di SV mettiamo anche Tizio, Caio, Sempronio (con i rispettivi alibi falsi), il gioco non cambia

    Io “non gioco con le parole”, ma ribadisco, che in base a questa logica, se PM non voleva buttarsi la zappa sui piedi, non avrebbe dovuto convincere nemmeno SM ad autoaccusarsi,

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  21. E poi lei afferma "SM era il colpevole predestinato" in un piano che era diverso "da quello di Stefano". Ma allora perchè non fregarlo in un piano predestinato (magari non permettendogli di accompagnare Natalino per avallargli l'alibi), perchè persuaderlo nel post-delictum con tutti i rischi connessi ?(cosa sarebbe stato se SM non avrebbe voluto aderire alla sua autoaccusa e annessa chiamata in correità di SV?). Il suo discorso potrebbe reggere se l'autoaccusa (con annessa accusa di SV) di Mele fosse preorganizzata prima del delitto. Ma allora perchè si è precostituito un alibi, e non ha subito accusato il 22?

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    1. Mi piace questo suo intervento, mi consenta però di risponderle con calma.

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    2. "se SM non avrebbe voluto" (cit. mia), può perfavore editare e correggere con "se SM non avesse voluto" prima che la mia prof. di italiano veda. Purtroppo quando si scrive, si cancella, si riscrive su frasi embrionali, sfugge qualche errore grammaticale. Grazie

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  22. @Antonio,
    "La mattina del 23 Stefano Mele era pronto ad accusare Francesco Vinci" [cit]

    che vale tnto quanto dire:

    'La mattina del 23 Stefano Mele era pronto ad accusare Pippo Pluto e Paperino'.

    OSSIA:
    come la mattina del 23 non accusa nè pippo nè pluto nè paperino, nè FV (ma che poi il commento prima non avevi detto che i cognati il 22 gli avevano suggerito di accusare il SV? mi sono perso un passaggio?).

    fatto sta, nel concreto, che qualsiasi cosa il SM avesse voluto dire la mattina del 23, sarebbe stata qualsiasi cosa detta da uno a cui non hanno ancora smontato l'alibi: e quindi, qualunque cosa sarebbe stata da interpretare in quella chiave e non in una chiave di confessione + correità.

    Visto che tu chiedi a noi, proviamo a chiedere noi a te:
    - perchè SV fornì un alibi falso (proprio per la notte delle coincidenze sm/pm/bl)?
    - cosa gliene veniva in tasca se lui non era parte del sodalizio omicidiario?


    Va benissimo (e fa assai bene alle discussioni ed agli approfondimenti) postulare e sottoporre a vaglio e difendere anche strenuamente interpretazioni personali (tu le tue, io le mie , Phoenix le sue, etc. delle altre ancora).
    Però non è che le interpretazioni possano scavalcare ciò che è stato riscontrato ed accertato.
    con quello ci si deve per forza di cosa confrontarsi e confrontarcisi nel quadro di tutte gli altri elementi emersi.

    Quindi, please, fornisci una spiegazione logica al perchè del tuo fare differenziazioni di peso di elementi;
    perchè è ben strano:
    - per te che il il SM avesse la bua ad alibi quel giorno e che proprio quel giorno il PM si sia preso vacanza: è indiziante (vista la coincidenza con la data proprio del delitto) [lo è anche per me, su questo sai che siamo d'accordo]
    - e al tempo stesso però, sempre per te, invece fornire un alibi falso e non rientrare nemmeno a casa la notte: non debba altrettanto essere inserito (aumentandone pure il numero!) tra quelle "coincidenze" che è palese che facciano storcere il naso.

    Sinceramente non lo afferro e quindi ne gradirei chiarimenti (un pò più di peso di un "ritengo però plausibile che Vinci fosse stato assieme a qualche sconosciuto, vista la sua turbolenta attività sessuale. Se avesse trascorso la serata fino a tardi al parco delle Cascine, per esempio (era agosto, quindi è possibile), chi avrebbe potuto chiamare a testimoniare, l'omosessuale o gli omosessuali con cui aveva fatto il trenino?"[cit]

    perchè da casa sua fino alle Cascine, qualcuno poteva pure averlo visto, e non è che ogni scambista doggystyler transessuale o bisex che si preferisca, le FFOO non avrebbero almeno potuto provare a rintracciarlo.
    Mentre dell'altra hai che se racconti un alibi che non tiene ti sgamano: poi ti sono addosso per forza.

    Cioè: tra un dire 'sono andato a far sesso al parco' e rischiarsi la galera (specie ancor di più se, come prospetti tu, SV avesse dato l'arma al SM per 400milalire e il SM è sotto torchio e pure sai che il SM non è un criminale incallito che sa difendersi dagli interrogatori e dai trucchi delle FFOO e che quindi può fare il tuo nome in qualsiasi momento): il SV avrebbe rischiato la galera, con facile imputazione a strascico anche per il duplice delitto solo per aver venduto una pistola, raccontando un alibi falso?
    Dai, suvvia, non facciamolo a QI zero che non è il caso, visto che testa ne ha sempre dimostrata.

    RispondiElimina
  23. e margine, aggiungo pure che NON è affatto dimostrato che il SV (o chiunque altro) abbia venduto al SM una pistola per 400 mila lire.

    Ipotizzare cose va bene, ma sostanziare ipotesi ricorrendo d altre ipotesi è cosa assi scivolosa, perchè alla fine si perde il contatto coi riscontri certi che invece vengono sostituiti da una concatenazione di semplici ipotesi.

    A può essere giusto o sbagliato = 50% giusto 50% sbagliato

    però quando da A deriviamo B, B non avrà più il 50% di correttezza o meno, ma solo il 25%

    e se poi da B deriviamo C, C a sua volta sarà ancora più a rischio di portarsi dietro errore.

    e così via.

    Voglio dire:
    fare ipotesi è il sale degli approfondimenti. ma le ipotesi servono:
    - o singole in macro lettura (es: proviamo ad ipotizzare che a Signa uccisero i sardi oppure mostri in divisa opppure i Narducci o i satanisti, etc ma facciamolo attenendoci ai riscontri)
    - o spicciole, e van bene anche multiple se proprio necessario, ma limitate sia nel numero sia il meno possibile reciprocamente sostenentesi/dipendenti.

    Le ipotesi non sono riscontri. E le filiazioni logico-statistiche-utilitariste-indiziarie-etc: sono interpretazioni di lettura di una catena di eventi riscontrati, non 'riscontri' di ipotesi.
    le mele non si sommano alle pere. E non è possibile 'premettere' tutto solo a base del proprio naso ed intuito (che di certo cmq hai, ma che mi sembra ne fai ricorso troppo sovente almeno per ciò che riguarda Signa).

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  24. Aspettando sue ulteriori riflessioni mi preme completare questo ragionamento per dare una risposta definitiva ai suoi dubbi sulle accuse di SM, con presente Mucciarini, a SV che i escluderebbero quest’ultimo sulla scena criminis (questo è in sostanza il nocciolo della questione)

    Io non è che nego che PM ci abbia messo lo zampino sull’accusa a SV da parte del Mele (ma nemmeno ci metto la mano sul fuoco). Le spiegazioni possibili sarebbero tante.

    Ma tale accusa non può assolvere direttamente SV.
    Ci si deve concentrare sulla credibilità di tale accusa, piuttosto che sui motivi che la originano.

    Mettiamo per assurdo che invece di SV, PM abbia spinto SM ad accusaere FV

    - FV non ha un mezzo per andare sul luogo;
    - FV fornisce un alibi che regge.
    - FV non accusa nessuno per depistare.

    Pertanto si potrebbe anche affermare che quello su FV sia un depistaggio

    Ma con SV:

    - SV fornisce un alibi FALSO
    - SV ha un mezzo per andare sul luogo;
    - SV si adegua alle accuse false di SM su FV(che interesse avrebbe avuto un innocente ad accusare qualcuno di un delitto di cui teoricamente non ne sa nulla, e per di più fratello?)

    Le accuse, qualunque sia l’origine delle stesse, sono di per se credibili dagli stessi comportamenti di SV. Quello è il “vero vincolo” che ci si deve porre.
    Pertanto che a PM+Famiglia Mele sia partito il trip mentale (ammesso e non concesso sia cosi) , che di per se non significa essere “imbecilli” (cit.), ma può esser tranquillamente “il panico di chi mai ha avuto coinvolgimento in un duplice omicidio che è stato visto dal bambino” o diosolosacosaltro.

    Un SV tirato in ballo da SM con presente PM, non esclude SV dal fatto delittuoso. Questa è la risposta al suo quesito sul fondo dell’articolo. Aspettando di dibattere sull’alibi Falso di SV.

    RispondiElimina
  25. Antonio,
    restiamo alla tua ipotesi (* SV che vende arma al SM; * che non partecipa al delitto; * che l'alibi falso è insignificante; * che i cognati inducono SM ad accusare il SV [falsamente a sto punto])...

    Se prendendiamo per buone tutte queste ipotesi, ci troviamo (o meglio, Tu ti trovi) in una situazione in cui:
    1°) che nel verbale di accusa al SV del 23: SM mente e racconta cose non vere.

    Ma se racconta balle in quel verbale, allora obbligatoriamente, quel verbale diventa inutilizzabile in quanto inaffidabile per ciò che contiene: non solo per il SV correo, ma proprio per tutto il contenuto [che a quel punto è tutto viziato da macro-menzogna rendendone quindi ogni affermazione sospetta/dubitabile/falsa]

    2°) a questo punto, quindi ed inevitabilmente, anche che il SM dica di aver buttato l'arma diventa menzogna/inaffidabile/dubitabile/non credibile.

    3°) ne consegue che a cascata diventa:
    - menzogna/inaffidabile/dubitabile/non credibile anche un estraneo qualsiasi (gl o xyz) abbia raccolto l'arma da terra, perchè non v è più supporto all'essere stata buttata [NM non conta adesso, visto che tanto tra NM SM Famiglia i canali di contatto non mancavano e cmq il NM parlò di arma buttata solo molto in seguito].

    Vuoi togliere SV dalla scena del crimine?
    con la tua catena di ipotesi-assiomi puoi farlo, solo che poi non puoi più sostanziare l'ipotesi del gl/xyz che raccoglie l'arma da terra.

    La "menzogna" del SM il 23 sul SV, si ingoia tutto: Lotti compreso.

    A meno di non voler fare il cherrypicking del cherrypicking delle ipotesi e dire che in quel verbale (e seguente aggiunta) il SM mentì su tutto eccetto che sull'aver buttato la pistola.

    Però... la credibilità dell'ipotesi a quel punto vale come la cartomanzia; ed io una ipotesi basata sulla divinazione cartomantica sinceramente non avrei nè la faccia nè le parole per sostenerla

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  26. Probabilmente farò un addendum al mio articolo in cui prenderò in esame tutte le osservazioni dicendo la mia. Quindi, se qualcuno vuole aggiungere qualcosa lo faccia, penso che mi metterò al lavoro nel fine settimana.

    RispondiElimina
  27. Potrebbero intervenire anche altri lettori. Sono gradite critiche alla mia ricostruzione di massima e sono gradite ricostruzioni alternative, in cui si cerca di far quadrare i conti dichiarando quel che si accetta e quel che si respinge a livello di testimonianze.
    Naturamente rimanendo su Signa. Per Salvatore Mostro ci saranno altre occasioni.

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    1. Eh. Fermo restando che competere con l'erudizione e la precisione sul caso sia tua che di molti dei commentatori è per me praticamente impossibile (anzi, approfitto per estendere il mio già conosciuto apprezzamento del tuo blog anche alla sezione commenti, appunto sempre profondi ed eruditi, da far girar la testa), io un'ipotesi ce l'avrei anche, ma tira in ballo un concetto, diciamo, "inaccettabile": la COINCIDENZA. Quindi non so se ho il coraggio di esprimerla, anche se ammetto che più di una volta mi sono trastullato con l'idea di parlartene per avere la tua opinione. Solo che mi sa che mi sgridi, e io non voglio! ;-)

      Resta il fatto che Signa è davvero dirimente per tutta la vicenda:

      1) se Signa è dei sardi, o il MDF è un sardo, o bisogna spiegare il passaggio di pistola (che anche escludendo il passaggio pure dei proiettili come da tuo illuminante post sull'argomento, resta comunque una bella gatta da pelare)

      2) se Signa è del MDF e il MDF non è un sardo, allora bisogna spiegare il comportamento dei sardi, in primis nell'immediato del '68, e poi dall'82 in avanti (e anche qui non è proprio una passeggiata nel parco, anzi)

      Ergo, per ora, me ne sto nel mio angolino a leggervi e ad aspettare l'addendum a questo articolo, anche perché io per primo, facendo le pulci alla mia ipotesi, ne riconosco l'estrema fragilità.

      Buon weekend a tutti!

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    2. Ma cosa c'è di strano nel comportamento dei "sardi", in particolare dal 1982 in poi?

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    3. @omar quatar
      scritto in fretta e furia (e quindi con possibili errori)

      27-7-1982
      STEFANO MELE si dichiara innocente, accusando Francesco Vinci del duplice omicidio di sua moglie e l’amante. Dichiarerà di averlo appreso da Natalino. Dichiara anche di non voler tornare a Scandicci perchè i suoi parenti avevano paura di essere uccisi se l’avessero avuto in casa.

      Escussione dei parenti del Mele (ai quali non viene riferito il motivo per cui si vuol riaprire l’indagine sull’omicidio del 1968)

      16-8-1982
      NATALINO racconta ai magistrati che sua zia MARIA le raccomandò di dire che “dormiva e non ricordava nulla”

      16-8-1982
      MARIA MELE, escussa, si dimostra reticente e, dopo aver raccontato dell’incidente che costrinse Stefano a pagare i danni per un motorino non suo intestato a lui; dopo aver raccontato che il danaro riscosso dal fratello (500,000 secondo lei) per altro incidente, era sparito dopo l’omicidio, e dopo aver dichiarato che la Barbara se la intendeva con uno dei Vinci, dichiarò al verbalizzante: “ADESSO SI RIVOLTERANNO TUTTI CONTRO DI ME”. Invitata a riferire se ebbe mai a ricevere minacce dal Vinci, dichiarerà che non ne ebba mai a ricevere ne lei ne i familiari e che questi Vinci manco li conosce, che prova ancora vergogna per i fatti e che non ha alcun interesse alla revisione del processo e se c’è qualcosa da firmare sul punto non firma. Conferma in pieno quanto Natalino ha affermato lei gli suggerì di dire: "del resto il bambino stava dormendo e non ha visto nulla". E fornisce poco credibili spiegazioni circa la fonte delle sue informazioni in merito, visto che afferma di non aver sondato il nipote”.

      16-8-1982

      PALMERIO MELE afferma che suo figlio Stefano gli disse di essere innocente e gli ha fatto capire di esser stato attirato in una trappola da uno dei fratelli Vinci (che lui sospetta esser Francesco). Non ricorda bene la data, ma durante la carcerazione preventiva di suo figlio Stefano, sua figlia ANTONIETTA ricevette, in via Acciaioli, la visita di uno dei fratelli Vinci, che profferì minacce e disse di sapere chi era il vero assassino"(quindi difforme dalla versione di MARIA). Maria, presente a queste dichiarazioni del padre, a stregua del verbale 'assume un atteggiamento reticente e si mostra spaventata'. Viene invitata ad una maggiore sincerità e tende ad ostacolare la visita dei magistrati alla sorella Antonietta, e rifiuta di firmare il verbale di sopralluogo. Antonietta Mele abita con la famiglia in una casa vicina a quella di Maria e Palmerio Mele a
      Scandicci.

      16-8-1982
      ANTONIETTA MELE
      Ricorda che, all'epoca del processo di appello a carico del fratello Stefano, che Giovanni Vinci, fratello di Francesco, si era recato a casa sua, cercando di ottenere un colloquio in carcere con il Mele, a suo dire avendo la possibilità di aiutarlo. Ella si era "sottratta alla richiesta di costui di farlo passare per un cugino, perché impaurita. Non aveva detto nulla in merito ai Carabinieri e ai difensori del fratello. La donna poi afferma di ritenere il fratello, che avrebbe sempre proclamato la sua innocenza con lei, dicendo che un giorno i familiari avrebbero appreso la verità, incapace del delitto e che le armi sono del tutto estranee alla sua famiglia di onesti lavoratori. Quanto a Natalino afferma di averlo tenuto in casa dopo il delitto e di avergli domandato cosa ne ricordasse, ma egli le avrebbe replicato: "mi sono svegliato ed ho chiamato la mamma e quello che era con lei mi ha detto di non chiamarla, perché era morta e poi non ha più parlato."

      16-8-1982 - 20:47
      ANTONIETTA MELE telefona alla sorella Maria, ma risponde Natalino. Gli chiede se può scendere da lei

      continua...

      Elimina
    4. da commento precedente..

      17-8-1982 GIOVANNI MELE viene escusso. Gli si prospetta una revisione del processo. Dice “di essersi trovato a Mantova per lavoro quando avvennero i fatti; di aver stimato Stefano incapace del delitto; Stefano era influenzabile daglli amici più che dalla famiglia; Nonostante fosse costantemente seguito e guidato da lui non aveva mai voluto raccontare come fossero andate realmente le cose. Non gli aveva mai parlato di minacce e nemmeno le sue sorelle. Quando gli si fa presente che le sue sorelle avevano riferito l’episodio di Giovanni Vinci lui rispose che “ne aveva vagamente sentito parlare” e prende atto dei timori delle sorelle nei confronti dei Vinci. Afferma, che suo cognato Mucciarini, che lavorava di notte, temeva una qualche aggressione. Natalino non gli raccontò nulla e lui aveva distolto i congiunti dallo “stressarlo” con le domande. Tuttavia (NB) il bambino era entrato in contatto con la segretaria dell’avv. Ricci e a costei qualcosa può aver riferito”.

      19-8-1982 - 7:06 In una telefonata (intercettata) con TERESA MELE, MARIA dirà con lei di non sapere chi fossero i complici di suo fratello (e che forse non lo dirà mai), pur sospettando di Francesco Vinci. TERESA le dirà di voler essere sincera con gli inquirenti (riguardo a cosa???)

      19-8-1982 -19:52 In una telefonata (intercettata) con GIOVANNI MELE mostra le sue preoccupazioni, mostra di nutrire dubbi sull’intelligenza di Stefano e di Natalino, che segue di nascosto, per controllarlo (a quel tempo Natalino si dimostrava discontinuo sul lavoro e fu arrestato per un furtarello). Giovanni Mele proporrà di far incontrare Natalino con Stefano, per dare una versione comune. Dirà:“Non facciamoci le scarpe l un l altro”, sospettando che il telefono sia controllato.

      20-8-1982 - 19:53 telefonata tra MARIA MELE e GIOVANNI MELE dice di voler telefonare al sacerdote che dirige la casa per “ex detenuti” ove risiede SM. GM farà al fratello a Ronco dell’Adige il 25 Agosto

      21-8-1982 - 10:26 MARIA MELE telefona al sacerdote per avvertirlo (Stefano Mele si trova in altra località)

      21-8-1982 - telefonata successiva GIOVANNI MELE prende conto della fissazione della data (25/8)

      25-8-1982 -21:11
      MARIA MELE rintraccia il nipote e gli comunica che GM gli vuol parlare

      25-8-1982
      GIOVANNI MELE si incontra con STEFANO MELE e gli darà il famoso biglietto di ZIO PIETO (dove, secondo gli inquirenti, gli si indica di dichiararsi presente sul luogo del delitto e di accusare PIETRO LOCCI, nel caso chi indaga dovesse ricordarsi delle indicazioni di NATALINO il 21/4/69)

      26-8-1982
      PIERO MUCCIARINI viene escusso: è convinto che SM sia implicato nel delitto e che non parli per paura. Ricorda di essersi recato la mattina del 23-8-68 a casa del Mele insieme al cognato Chiaramonti e alla cognata TERESA dove il Mele stesso scoppiò a piangere dichiarando che “non ce la faceva più” e di non parlare sennò “gli ammazzano il figlio”. Lascia intendere che Natalino ricorda che il padre non era solo sul luogo delitto. Riferisce che la sera in cui era stata sentita Antonietta Mele, sua moglie, il ragazzo le aveva fatto capire che, secondo lui, le zie Maria ed Antonietta sapevano. Viceversa Natalino, pur affermando di non ricordare, “nella confusione”, come fossero andate le cose, aveva detto che, andando alla casac’era uno che non sapeva chi fosse, ma che non gli sembrava suo padre. Ricorda del fatto del motorino intestato e della visita di Giovanni Vinci ad Antonietta Mele

      28-8-1982 - 14:37
      GIOVANNI MELE contatta il nipote, e lo prega di andare a casa per discorsi urgenti in relazione al fatto che suo padre gli vuol parlare e così pure il monsignore.

      29-8-1982 12:25
      MARIA MELE, parlando con la sorella TERESA (quella che voleva esser sincera con gli inquirenti) dice che Giovanni stato a parlare con Stefano, che Stefano è stato sentito dai magistrati “ma non ha detto niente” (quindi le accuse a FV sono “niente”), che forse Stefano ha paura per loro, e che GIOVANNI GLI HA LASCIATO TUTTO SCRITTO.

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    5. @omar quatar

      Spero che per sardi lei intenda la "famiglia Mele".

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    6. ADDENDUM (forse il più importante e decisivo)

      21-8-1982

      TERESA MELE Riferisce che suo fratello Stefano, presso il quale erano accorsi lei, suo marito MARCELLO CHIARAMONTI, ed il cognato PIERO MUCCIARINI, marito di ANTONIETTA, la mattina del 23-8-68 le aveva detto di essere innocente e che tuttavia sarebbe finito alle Murate. Assai più importante e decisivo credo sia questo:
      La stessa mattina, in cui aveva parlato con il fratello ancora libero, riceveva in custodia il nipote Natalino, al quale chiedeva di riferirle che cosa ricordasse di quella notte e Natalino le aveva risposto che stava dormendo, che ricordava un'ombra che gli diceva di camminare e che l'aveva portato a suonare ad una porta. TERESA aggiunge che i carabinieri interrogarono il bambino mentre questi era ospite della sorella ANTONIETTA (mogli di MUCCIARINI) e che a costoro parlò poi di un certo zio PIETRO che loro non capirono chi fosse. (ROTELLA, pag. 71)

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    7. Io per "sardi" non intendo nessuno, volevo capire cosa intendeva lei. comunque la sentenza Rotella l'ho letta molti anni fa, non era necessario riproporla qui, dove siamo tutti - credo - acculturati sul caso.
      I familiari del Mele sono comprensibilmente poco loquaci, ben sapendo che Natalino aveva fatto nel 1969 il nome dello zio, temevano di essere, nel 1982 e oltre, coinvolti; cosa che puntualmente avverrà.

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    8. 1)Allora la domanda giusta sarebbe stata:"Cosa intende per lei per sardi" e non "cosa c'è di strano nel comportamento dei sardi"[cit.]
      2)"Volevo capire cosa intendeva lei"[cit] Credo che questa domanda andasse fatta a chi l'ha posta (Giulio G) e non a me che ho risposto.
      3)"Non era necessario riproporla qui (la Rotella)"[cit.] in base alla sua domanda (che era, ripeto "cosa c'è di strano ne comportamento dei sardi?" e non "cosa intende lei per sardi") ritenevo fosse utile, magari non sapesse alcuni dettagli. Ma vista che l'ha letta all'epoca, speriamo che possa essere utile per qualcun altro (e quindi, magari è necessario per qualcun altro).
      "I familiari [...] temevano di essere [...] coinvolti [...]" cit.
      Direi che concordo.
      Spero concordi anche lei che (innocente o colpevole Mucciarini) il comportamento dei "sardi" era strano assai

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    9. Tra l'altro a me pare evidente che la domanda:"Cosa c'è di strano nel comportamento dei "sardi" intenda proprio "che i sardi abbiano fatto qualcosa di strano di cui lei, forse, non è al corrente".
      Come pare evidente che "spiegare il comportamento dei sardi" di Giulio G, implichi che i sardi abbiano fatto qualcosa che appare ad alcuni, e a lui soprattutto e, giustamente, non decifrabile, da "spiegare" e quindi "strano".
      Ora, indipendentemente dall'innocenza/colplevolezza dei sardi, mi pare chiaro ed evidente, che oltre a tacere alcune cose, affermarne altre, ne FANNO pure di altre: istigare il Mele ad accusare i Locci per coprire Zio Piero. E istigare SM ad accusare i Locci mi sembra un comportamento che ai più possa far dire :"Oibò, ma che si fa cosi?"
      Quindi è normale che io mi sia trovato a fare un elenco che forse meritava una risposta un pò meno snobbina, ma che in realtà è stato stilato solo per dare un orientamento.
      Pensavo che lei fosse un neofita che facesse una domanda genuina, dalla sua risposta "la sentenza Rotella l'ho letta molti anni fa", arguisco che lei abbia una qualche "FAMA" di cui io dovrei esser informato, ma che purtroppo ignoro. E adesso capisco che
      1) o voleva fare una domanda provocatoria a Giulio
      2) o forse qualcosa della suddenta Sentenza le è sfuggito. In questo caso la pregherei di rileggerla.

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    10. Non penso che mi sia sfuggito qualcosa. Antonio potrà confermare che fui io a rendergli disponibile il testo della sentenza nell'agosto 2012. Ovviamente, oltre a leggere le cose, bisogna anche capirle, soprattutto capire perché vengono scritte e perché in un certo modo e non altri. Quindi ogni opinione è lecita, per carità. Non dovrebbe però sfuggire che Rotella aveva bisogno di giustificare 1. il fallimento delle indagini in generale (allo stato del 1989)2. il fatto di aver messo in galera due soggetti che poi erano stati scagionati dall'assassino stesso (non credendo lui per nulla a un passaggio di mano della pistola).
      Detto questo, darei per scontato che la sentenza la conosciamo tutti e che non è il caso di riscoprire l'acqua calda. Peraltro qui sono ospite, quindi mi ritiro in buon ordine.

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    11. Mi scusi, ma qui non c'era da "capire" il perchè i sardi furono coinvolti (a torto o a ragione) nell'inchiesta. Qui la domanda da "capire" era "cosa avessero fatto di strano i sardi" che è diverso.
      Cmq, tornando al suo concetto: concordo con il fatto che il Rotella dovesse giustificare le indagini, e qualche forzatura lui e il Torrisi l'abbiano fatta. Concordo che il Mucciarini viaggiasse con la paura di esser inquisito per ben 13 anni. Concordo che questo abbia potuto far "pasticciare" i parenti. Concordo con il fatto che il Mucciarini, sembra essere una tale brava persona che collabora alle indagini. Ma ritengo che ciò che lei afferma è un argomentare "apodittico": Le vorrei far notare, che il Mucciarini lasciò il forno Buti e si diede al bere dall'ottobre 1968, ben 5 mesi prima che il Natalino lo tirasse in ballo. Problemi suoi, ovviamente, non necessariamente deve aver ucciso qualcuno, certo.E a me, il togliere i parenti del Mele dalla sdc del 1968, semplificherebbe di assai le cose (anzi farebbe quadrar le cose ancor di più). Ma se si vuol pensare che un “giudice vuol giustificare qualcosa”, direi altrettato, paritariamente, si può pensare di incastrare il comportamento dell’inquisito nel quadro generale. Farei notare tra l'altro che i "comportamenti strani" (che a questo punto direi "incontrovertibilmente" accertati") dei parenti del Mele avvengono in un periodo delle indagini in cui si chiede loro, sostanzialmente, se avessero ricevuto minacce, e più in generale cosa sapessero dell'omicidio e cosa Natalino avesse detto loro. Non erano inquisiti (tra l'altro il Rotella ancora non faceva parte delle indagini), e cmq, la loro inquisizione, dal gennaio 84, era una emergenza ed eventualità processuale obbligatoria. Forse l’annoierò scrivendo cosa già, presumibilmente sa, ma anche il modo di difendersi dei parenti (Chiaramonti a parte) non sembrò assai limpido, e non scrivo qui per non strabordare. Detto questo: la ringrazio, per aver fornito anni orsono la Sentenza Rotella al mondo mostrologico (eh, ma non è che potrebbe ricuperare anche il fascicolo ‘Parretti’ e gli ‘atti di indagine generica del delitto Montespertoli’?): allora è questa la FAMA di cui avrei dovuto esser informato!

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    12. ad aggiunta, per completezza: è assai sospetto che parte del denaro sparito dall'assicurazione (IMHO scialacquato dalla Locci) sia stato giustificato con i prestiti mai riscontrati(150.000+150.000) a Salvatore Vinci, e che questo sia stato evidenziato dal Mele all'atto d'accusa del 23 Agosto 1968 (quasi a trasferire su lui anche il 'possibile' movente economico che apparteneva, presumibilmente, e diversamente, alla famiglia) . Anche questo va messo sul piatto della bilancia (insieme al Mucciarini che mi cade in depressione, prima del Natalino che parlasse)

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    13. Non ho fornito la sentenza al mondo mostrologico, lasci stare.
      Tra i fatti "sospetti" potremmo aggiungere che l'alibi di Salvatore è zoppicante, che Francesco si dà alla macchia subito dopo Baccaiano e chissà quanti altri, riguardanti tutti i protagonisti della vicenda (cartamente non solo i "sardi").

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    14. Temo di doverla annoiare con un'altra precisazine alle sue affermazioni (che badi bene, ritengo giuste e legittime, ma un po viziate da un BIAS "indagini tutte fatte in malafede"):
      l'alibi di Salvatore non è "zoppicante": è nullo. E' falso. Inesistente. Inventato.
      Se FV si da alla macchia e da una spiegazione del "perchè si da alla macchia", e non c'è nulla che lo smentisca, perchè non credergli? Tra l'altro FV un alibi per Baccaiano (e per Signa) ce l'aveva.
      D'accordo con lei (se ho "capito" il senso del suo post) che non bisogna ricamare visioni da "un fatto sospetto".
      Ma qui (nel caso Mucciarini) i fatti sospetti non sono "uno" ma ben di più. E mi creda, io vorrei tanto pensarla come lei: Il bambino, forse suggestionato, parla di zio piero, la famiglia (che non sono i Soprano) si preoccupa e scatta la protezione con tanto di inquinamento; si riaprono le indagini e si ripreoccupano e goffamente mandano il bigliettino di Zio Pieto al Mele. Ma non era più semplice, comodo, procacciarsi un alibi invece di fare tutta sta caciara? Ti piace aiutare la giustizia? Aiutala aiutando te. E se oggi ci ritroviamo a dover spiegare uno "schema" (Torrisi) che sembrerebbe improponibile è proprio per colpa di questi "comportamenti strani".
      Voglio dire: almeno FV un alibi per Baccaiano (e per Signa) ce l'aveva (a meno di non ipotizzare che il genero non abbia subito lo stesso giochetto dell'Antenucci per SV o, addirittura, non abbia fatto parte del delitto come complice)

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    15. Un ulteriore precisazione: l'alibi il Mucciarini ce l'aveva. In dubbio, always pro-reo. Ma attenzione: è un alibi che non veniva confermato ne' dalla moglie (e come poteva), ne dai suoi colleghi (divisi in due squadre) ne dal Panicci, con cui avrebbe scambiato il giorno di riposo (e che, con una certa leggerezza, andava a dire in giro di dubitare dell'innocenza del Mucciarini). Il suo alibi è documentalmente accertato ma anche testimonialmente messo in dubbio dal Panicci. Ricordo (formalmente, dato che qui siamo tutti informati) che il Mucciarini ebbe a segnare le presenze alla fine del mese di Agosto del 1968. In dubbio pro reo, cosi dev'essere ora e sempre nei secoli dei secoli. Però: tutta la catena della famiglia innocente, un pò pasticciona, che si fida poco degli inquirenti, che a seguito di una innocente suggestione del bambino si impasticcia ancora di più, si poggia TUTTA su quell'alibi: se è vero, Mucciarini innocente e Rotella nell'oblio, ma se è falso: è un alibi FALSO PRECOSTITUITO!

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    16. Quindi lei crede che Antenucci nel 1985 - con l'aiuto determinante di Torrisi - riesca a ricordare con precisione tutto quello che aveva fatto nelle sere di quella settimana di 18 anni prima (solo pochi mesi prima non se lo ricordava)... io no. Non è questione di malafede ma di innamoramento della tesi.
      Chiudo qui perché sono discussioni già fatte molte volte e non voglio invadere spazi non miei.

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    17. Non solo l Antenucci (che come ben sa ricordava gia due giorni dopo, ma venne aiutato dal Caponnetto a ricordare male), ma anche la Massa, al processo Pacciani (senza il Torrisi davanti, stavolta) che ricordo' espressamente e sotto giuramento che non torno' a casa.

      Direi di chiuderla qua anch io.

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    18. @Omar quatar, le volevo porgere le mie scuse (e con la faccia veramente a terra) per i toni e per alcune mie frasi poco carine che nulla c entravano con il topic. Spero le voglia accettare

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  28. a livello di testimonianze sia accetta tutto e tutto si rifiuta; ossia:
    - devono avere due livelli di lettura:
    * il primo, quello specifico di dettaglio del contenuto, di cui però è bene non fare (troppe) estrapolazioni solo delle farsi che più possono tornare utili a discapito del resto
    * il secondo, quello della lettura globale in sè di tutte le letture, eventi connessi e verbalizzazioni insieme.

    Ossia, voglio dire:
    - che SM e NM dicano e cambino e ridicano e ricambino questo e quello, è cosa nota e palese
    * se da un lato quindi, teoricamente dovremmo cestinare il tutto visti i continui cambi ed aggiustamenti che o costringono al cherrypicking o costringono al dubitare a priori di tutto
    * dall'altro, ricorre alla visione del tutto assieme (in quanto postuma agli eventi e dunque globale e omnicomprensiva), permette ad ognuno per la propria testa, la possibilità di identificare dei 'pattern' i quali essi stessi possono dare peso al contenuto di alcune verbalizzazioni e ridurne il peso di altre

    le fasi obbligatorie sono:
    - fase 1 "SM che si dichiara innocente"
    - fase 2 "SM che innocente non può essere per gli investigatori"/crollo iniziale
    - fase 3: "tutti gli anni dii manfrine di SM"
    - fase 4: "me**a addosso ai parenti"
    - fase 5: "svelamento segreto dei rinculini"

    Quindi, ad esempio, avremmo:
    A) se SM non è sulla sdc e SV non è sulla sdc
    --> l'evolversi delle dichiarazioni e comportamenti dei SM e NM è follia allo stato brado, e quindi non vale proprio perdere tempo ad analizzare nessuna loro dichiarazione

    B) se SM è colpevole e se SV era sulla sdc
    --> l'evolversi delle dichiarazioni e comportamenti dei SM e NM è fondamentalmente abbastanza lineare nel suo macro percorso: prima cercare di evitarsi il carcere, poi raccontare al momento iniziale del crollo ma evitando di spiattellare il segreto dei rinculini e lasciando fuori la famiglia, a cui segue il comprensibile rimangiarsi le accuse al suo intimo sodale dopo lo sbando iniziale e girare le accuse sul FV che invece stava sulle palle a lui e al suo amichetto di zucchini. E resta lineare anche quando anni dopo poi tirerà la croce addosso ai famigliari che cmq a lui lo han lasciato a farsi la galera e loro no (e nemmeno mai c'han fatto sesso divertente assieme). E segue normale quando poi, alla fine [30mag85], il SM ritira in ballo il SV, etc.
    In questo caso, alcune dichiarazioni avranno un peso maggiore di quello di altre [es: 23 agosto, varrà di più di altre anteriori o altre successive etc etc]

    C) se SM era sulla sdc e SV invece no
    --> a me la cosa qui mi si complica un poco per identificare i pattern [bias mio, ovviamente.], perchè le dichiarazioni del SM/NM sono troppo contraddittorie a quel punto e perchè sappiamo da altri dati che il FV non era sulla sdc nè successivamente avrebbe potuto essere il mdf etc etc. E se il SV citato il 23 potrebbe avere ancora un senso come da tuo articolo e commenti, diventerebbe invece assurdo il ritiralo fuori anni dopo e parlare dei rinculini.
    Un SM, abbastanza gnugnu, che cmq da solo e abbandonato, insiste per anni ad attaccarsi ad un piano preconfezionato che prevede di dare la colpa al FV (quindi su consiglio SV???) e a quello continui ad attaccarsi: non è poi cosa così incomprensibile visto il personaggio; però al tempo stesso cozza in pieno con quello che poi dice il 30 maggio 85 (e anche prima di sfuggita mentre immerda di striscio un pò i parenti); e quindi: dove e cosa posso prendere per buono delle parole del SM nei suoi verbali se non posso riconoscere l'utilità delle fasi nell'evolversi sue parole, che mi possa aiutare nella separazione del vero dal falso, dall'utile al fumo?
    Ma Tu magari quei pattern li vedi.

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  29. Sto lavorando all'addendum promesso, giusto per avvertire.

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  30. Domanda per Phoenix e Hazet e chiunque voglia dire la sua.
    Il piccolo commando fratelli Mele e cognati può essere considerato autonomo nel delitto. Perché secondo voi non si può prescindere dalla presenza di Salvatore Vinci? Pregherei di rispondere in modo sintetico per punti, magari in ordine d'importanza. Grazie.

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    1. Dott. Segnini, ci ho riflettuto su. Temo di dover cambiare opinione su cio' che rende imprescindibile SV sulla sdc. Non l auto ma SM che lo accusa il 23 :) :) :)
      Spero possa esser utile per il suo articolo

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    2. Rinuncio all alibi, i depistaggi su FV, il movente di SV, SM che piange davanti a SV, Barbarina Steri, Silvano Vargiu, ne Sv+SM+BL, ne RM. Perfino l automobile. Nun me servono! Mi basta solo l accusa a SV il 23!
      D altronde dobbiamo esser sintetici.

      P.S. Spero si sara' ricreduto che non tutti i "FAN DI SV" siano arroccati sulle loro posizioni. Io le ho ceduto tutto come vede, perfino l auto. Mi lasci solo l accusa di SM insieme a Mucciarini

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  31. A livello di imprescindibilità

    1) L'automobile, unico mezzo per portarsi sul luogo.

    A livello indiziario concordante

    1)Prima confessione di SM in un momento di sconforto e crollo;
    2)Alibi falso;
    3)Discorso antecedente il delitto tra SM e SV circa la pistola e la gelosia di FV (soggetto odiato da entrambi, in un delitto fatto su misura per FV)
    4)Movente in comune ricavabile dalle dichiarazioni di SM del 30-05-85
    5)Movente individuale di SV ricavabile dalle dichiarazioni (riscontrate da AP e SC) di RM il 15-04-85
    6)SM piangente davanti a SV, una volta ritirate le accuse verso di lui (comportamento mai avuto verso nessun altro dei suoi accusati);


    Questo proprio per esser sintetici. Ma ci sarebbero anche altre considerazioni da fare, seppur di minor importanza (come l'abitazione del Silvano V. e l'anello di fidanzamento della donna portato da SV al processo)

    Sul possibile precedente di Barbarina Steri (che presenta analogie con Signa) direi (per ora) di glissare, concedendole (per ora) di porre che si sia effettivamente suicidata. Anche se dovremmo tener conto di chi abbia potuto "propinare" o, addirittura "millantare" tale suicidio come omicidio a SM (che come ben sa ha scarsa immaginazione)

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  32. sry, ho grossi problemi di saluti di mia madre quindi niente tempo e niente concentrazione, pure leggo in ritardo ed in ritardo (e distratto) rispondo:

    NON IN ORDINE DI IMPORTANZA [il movente, ad esempio, va ovviamente al primo posto]

    1- perchè è il nome che il SM fa al momento del crollo iniziale (ossia quando è messo di fronte al fatto che cmq vada: lui in galera ci andrà)
    2- perchè SV non rientrò a casa sua quella notte
    3- perchè aveva l'auto
    4- perchè era il nome con la maggiore 'pesentezza' di motivazione (e corrispondenza caratteriale pluri-accertata in tal senso)
    5- perchè nessuno si sarebbe accompagnato al solo SM (inaffidabile e si vede) a meno di non condividere con lui una speciale motivazione-legame biunivoca (e quella famigliare è sì una forte motivazione, ma non così forte e di certo non segreta, anzi)
    6- perchè i Mele di loro non avrebbero mai pensato ad un duplice omicidio sponte loro: dunque non è difficilissimo immaginare un qualcuno che 'istiga' (NOTA: possiamo al limite limite ipotizzare che avrebbero anche potuto come caso estremo ricorre ad uccidere la Locci, ma avrebbero ucciso la Locci e non anche un estraneo e quindi non l'avrebbero uccisa in quella occasione e luogo)
    7- perchè Chiaramonti risultò con un alibi, SV con uno falso
    8- perchè Fracesco Vinci risultò con un alibi, SV con uno falso
    9- perchè GM e PM erano in galera durante un delitto del Mdf, SV no
    10- perchè Sv aveva possibilità di essere in possesso di un'arma già fin dalla Sardegna e/o cmq di reperirne una senza troppi problemi visti gli ambientini che frequentava)


    * perchè Signa è Signa 1968, indubbiamente, ma Signa è anche tutta la storia del mdf: e allora anhe cosa succede dopo non può essere non tenuto in considerazione:
    *1- altri alibi falsi dello stesso soggetto fino a Scopeti
    *2- morte della Meoni (di Signa e intima del SV)
    *3- nessuna impossibilità nè fisica nè temporale in nessuna data di ogni ogni delitto (a differenza di ogni altro dei sardi, praticamente)
    *4- carcerazione preventiva e concomitanza di cessazione dei delitti

    ----/
    cmq, oggi ne approfitto per festeggiare:
    https://bit.ly/3kf3Jqx

    Nel provvedimento che dispone l’archiviazione, la gip Fantechi definisce le nuove indagini proposte dal legale Vieri Adriani:
    - "inconcludenti e inidonee a condurre a un diverso esito rispetto a quello prospettato".

    In particolare, afferma la giudice:
    - "viene richiesta l’escussione di testi che hanno già reso dichiarazioni del tutto vaghe e inattendibili senza indicare la fonte della loro conoscenza".

    Ritenuti:
    - "inidonei a sostenere l’accusa" anche gli accertamenti richiesti relativi:
    - "all’appartenenza di Vigilanti ai servizi deviati o ad ambienti criminali di estrema destra"

    dal momento che, sostiene la giudice:
    - "non vi sono elementi concreti che possano ricondurre i delitti oggetto del procedimento alla matrice eversiva".

    /------
    Si è così evitato un nuovo Vanni, e di questo non possiamo che esserne tutti felici.

    i delitti del mdf = matrice eversiva, eh!!!???
    LOL

    dalle bombe sui treni e nelle piazze, alle escissioni di pubi e seni: ...e magari ci si voleva pure aspettare un esito differente da simili fantasie scollegate da riscontri e realtà!?
    LOL(bis)

    hazet

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  33. PS:

    dimenticavo, nei punti iniziali:

    11- casa del S.Vargiu nei pressi di casa del DF (duque, tra le altre cose, area geografica di strade e stradini, noti al SV)

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  34. però ce l'aveva anche Salvatore Vinci

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  35. direi che siamo al 50% e 50%. Affrontiamo gli altri punti per vedere quale delle altre due sale :)

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  36. Piccolo OFF Topic: non posso che notare l'abissale differenza commentizia tra me e Hazet :) Giuro che cmq non c e' nulla di concordato tra i commenti. Un abbraccio per le sue vicissitudini personali.

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  37. Sul Chiaramonti: sarebbe del tutto inutile scrivere sul perche' non lo ritengo sul posto del delitto, sarebbe puro artificio dialettico e uno spreco di caratteri su un post utile alla disquisizione del sesso degli Angeli. Anche perche' pur non possedendo un auto GM e PM potevano reperirne una. Magari anche quella di Chiaramonti. Pertanto restiamo sempre al 50 e 50

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  38. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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    1. Per adesso ho solo eliminato questo sproloquio su Lotti, non pertinente in questo contesto e del quale mi sono accorto in ritardo, la prossima volta che vai fuori dal seminato torni anche fuori da questo blog, capito bene?

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    2. scusa.
      ero/sono in una mia situazione particolare.
      sorry sul serio.

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  39. @Phoenix:
    - quale documento/dichiarazione/deposizione smentirebbe l'alibi del Chiaramonti?

    a me non ne risulta nessuno nemmeno che ne metta dubbio.

    Se ne hai info diverse, potresti indicarmene i link;

    THX please

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  40. @Hazet:
    - Non mi risulta io abbia mai smentito (ne citato documenti in tal senso), ne abbia mai messo in dubbio, l alibi di Chiaramonti. Ho riletto i miei post e, invece leggo:"sul Chiaramonti[...] non lo ritengo sul luogo del delitto".
    Puoi per favore citarmi un frase (magari una che lo afferma in maniera induttiva), mostrarmi uno screenshoot, dove io dica diversamente? Grazie. Cosi correggo

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    1. @Phoenix,
      non era una critica.
      era una domanda. A me non sembrava di aver mai letto da nessuna parte di un alibi ritenuto non valido, e visto che avevi scritto parlando del Chiaramonti con un "non lo ritengo", chiedevo se a me fosse sfuggito un qualche elemento di dubbio alibesco.
      Questo perchè io [io] parto dal presupposto che un alibi che non risulti falso, sia un alibi buono i per sè fino a prova contraria, e quindi già di per sè escludentene il soggetto.

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    2. No. Non c e', nessun documento ufficiale, ne dichiarazione, ne deposizione che smentisce l alibi di Marcello Chiaramonti.

      Solo adesso ho capito il senso del tuo post, se vuoi accettare le mie scuse (ma erano le 5 di mattina)

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    3. Forse mi sono perso qualcosa. Chiaramonti avrebbe un alibi?

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  41. Non si può prescindere da Salvatore Vinci perchè lui diventerà il Mostro di Firenze, la pistola rimase a lui e non fu buttata per terra. Il piccolo commando fratelli Mele e cognato, non cognati, non aveva l'auto, (Giovanni Mele aveva l'auto? Può darsi, non ne sono sicuro) a meno che non usarono i monopattini che si vedono adesso o le biciclette.
    La morte della Locci risolveva due situazioni: quella dei motivi d'onore che la famiglia Mele doveva riguadagnare togliendosi di mezzo una donna dissoluta che sperperava troppi soldi; poi l'altra situazione legata a Salvatore Vinci, che non accettava un qualsiasi rifiuto da parte di una donna che doveva essere sottomessa al suo volere e alle sue malate "abitudini ", la prima che si rifiutò morì in Sardegna nel 1960, questa invece oltre che ribellarsi a SV, poteva far conoscere la relazione omosessuale tra lui e Stefano Mele, quella donna in un modo o nell'altro doveva morire.
    Basta coni i luoghi comuni e le convinzioni che SV non potesse essere il mostro perchè basso e attivo sessualmente con le donne. Era represso perchè fortemente omosessuale nella sua bisessualità, inoltre il suo vissuto è segnato da
    traumi che gli fecero sviluppare patologie che rappresentarono la genesi della sua psicopatia, odiava i genitori e trasformò quella forma di odio nell'odio delle coppie, che vivevano il rapporto in maniera normale, non in maniera deviata come lui.
    Salvatore Vinci era il Mostro di Firenze, che lo accettiate o no, cochiani, valerio scrivani, paccianisti, lottiani, merendari, narducciani, settari, vigilantari, poliziottari, rossicciari stempiatari robustari del Mugello, francis trinipippari e tutti gli altri...
    Leggete! https://www.nextquotidiano.it/mostro-di-firenze-pista-sarda-perizia-grafologica/

    "Le numerose concordanze rilevate in sede di confronto
    fanno propendere la sottoscritta per un giudizio di omografia"

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    1. Senta, pubblico questo suo intervento maleducato che non dice nulla, se non ciò di cui lei è convinto, dopo avergliene cestinati 40 uguali perché non rompa più i maroni, d'accordo?

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    2. Ho avuto il suo messaggio privato. Il suo intervento non aveva un bel tono, in ogni caso credevo fosse arrivato da un altro utente che mi ha tormentato.

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  42. Mi permetto, da neofita, di dare la mia, come sempre fantasiosa, ipotesi.
    Il quartetto così descritto non aveva bisogno di ulteriori presenze, l'unico motivo che avrebbe spinto SV ad unirsi alla compagnia sarebbe stato di natura economica. SV avrebbe seguito i Mele per cercare di recuperare in parte il suo credito, prima che ci mettessero le mani i parenti di SM. Questo spiegherebbe perché NM vede lo zio rovistare nel cruscotto. I pochi denari, come sappiamo erano nella borsetta della donna, ma proprio lì dietro dormiva Natalino e SV preferì abbandonare la scena, lasciando tutti al loro destino.
    Forse un altro motivo potrebbe essere il recupero dell'arma, poiché immaginava che i Mele l'avrebbero lasciata sul posto.
    Ritengo che la presenza di SV sarebbe stata una cosa dell'ultimo minuto, forse si era recato a casa di SM per chiedere conto della cambiale non pagata, scaduta proprio quel giorno. SM potrebbe averlo convinto che i soldi li aveva con sé Barbara di lì la decisione di SV di unirsi alla spedizione.
    Se la mia ipotesi è ridicola, non la pubblichi, Antonio.
    Grazie come sempre per l'attenzione
    Stefania

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    Risposte
    1. Sono l'autore del commento che Il Signor Antonio ha voluto pubblicare anche se il tono era quello che era. Signora o Signorina Stefania, non si tratta di essere neofiti o esperti,
      ma perchè si da per scontato che quella pistola sia stata lasciata o buttata per terra, è pericoloso lasciarla in bella vista perchè in questo modo si potrebbe risalire a chi l'ha usata.
      Un'arma usata per uccidere qualcuno si fa sparire o si distrugge perchè si è macchiata di un delitto, un delitto che comporta l'ergastolo per chi lo ha commesso. Quella notte, colui che portò gli autori del delitto sulla scena del crimine, fu anche quello che li riaccompagnò a casa. Aveva l'auto e proprio perchè provvisto di auto era quello che aveva più possibilità di portare quell'arma lontano, lui però quell'arma non la fece sparire materialmente, la tenne e la usò dal 1974 in poi. La sua ipotesi non è fantasiosa, per me è solo inverosimile. Non cambierò mai idea su tutto ciò. Saluti

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    2. Poiché lei non cambierà idea su tutto ciò è inutile che le risponda. Saluti
      Stefania

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    3. Attenda ancora qualche giorno Stefania, poi per lei e per i non arroccati come il signore sopra pubblicherò qualche considerazione di buonsenso.

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    4. Attendo senz'altro. Vorrei farle una ultima domanda e poi la lascio lavorare: l'avvocato che difese SM è lo stesso che difese PP nel 51?
      Grazie per la risposta che immagino sia negativa.
      Stefania

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  43. E se mi consente, una ultima considerazione: quando SV vende la pistola a PM sa perfettamente l'uso che ne verrà fatto, ma non sa quando avverrà l'omicidio. Quindi: SV è in buona parte sicuro che l'arma non può ricondurre a lui( ma allora perché abbandonarla sul luogo?), oppure SV sa che la pistola, se ritrovata porterebbe a lui. In ognuno dei due casi l'arma è più sicura in mano sua. Ed il primo motivo per cui SV si trova sulla scr secondo me è questa, cioè recuperare l'arma
    Grazie di nuovo per l'attenzione
    Stefania

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  44. @Dott. Segnini, giusto per avvertire che causa coviddi i miei impegni di lavoro potrebbero subire un impennata nei prossimi giorni e di conseguenza assorbire tempo utile alla discussione. Non mi sottrarro' al confronto, certo ma i miei commemti potrebbero comparire col contagocce, sempre se li ritiene graditi

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    1. Non si preoccupi. Approfitto dell'occasione per pregare i miei lettori di non usare l'appellativo "dottore", in realtà non ci tengo per niente. Avevo chiesto a Giuliano Mignini di usarlo, e lo ribadisco, soltanto perché io lo usavo con lui. Non ho più avuto contatti, ma se mi avesse proposto di metterlo da parte per entrambi mi sarebbe andata bene.

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  45. E non dimentichi il mio punto cardine, imprescindibile di SV a Signa: l accusa di Mele (o di Mele e Mucciarini se vuole) nei confronti di SV. Io postulo che SM ha detto la verita' accusando SV.

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    1. Salvatore vinci viveva in via cironi 8
      Ogni giorno Stefania pettini vittima seguita di per certo prendeva il bus in via cironi 10
      Ora parliamo di matematica e probabilità

      Quante probabilità ci sono che nel raggio di 10 metri dalla vittima del 74 viva una persona che si per certo era in qualche modo collegata al delitto del 68 ? Che poi aveva uno straccio sporco di sangue e polvere da sparo in casa ?? Probabilità??? L autobus era il 16
      E se guardiamo la linea del bus troviamo pure la casa di Susanna cambi. Però questo é un altro discorso. É semplice Salvatore vinci ha preso per il culo tutti. Ed ha pure vinto.

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    2. Volevo precisare, prima di venir corretto, il mio lapsus di scarso focus. Il Mucciarini non ha mai accusato nessuno, pertanto "o di Mele e Mucciarini (...)" va corretto con " o in ipotesi che Mucciarini abbia istigato il Mele".

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  46. Zio Pietro era uno dei fratelli vinci ( che giocava a carte con mamma) il vinci che in quel periodo vedeva ancora la Locci era Salvatore
    Detto ciò zio Pietro era un vinci
    Hanno accompagnato il bimbo fino al ponte ( lo dice il bimbo ) durante il percorso alla radio c’era la tramontana
    Dopodiché la strada era bloccata il padre scende lo mette sulle spalle e continua a canticchiare per tranquillizzarlo supera il blocco di rocce che bloccava la strada poi gli dice di fare i 100 metri che mancano da cui si vede la luce delll stabile in cui é arrivato. I 3 poi seguono la strada che può continuare a destra e se ne vanno
    Non ci vuole un genio

    Zio Virgilio era Cutrona

    Zio enrico era antonio lo bianco

    Gli amanti della Locci erano chiamati zii
    Gli altri zii quelli veri erano eventualmente mandanti come lo era mele

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  47. Hazet, Phoenix non dimenticatevi di precisare quale fosse l'alibi di Chiaramonti

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  48. @Antonio

    Io non ho mai detto che Chiaramonti abbia un alibi
    Ho solo precisato che non esiste alcun documento, deposizione o dichiarazione che lo smentisce.

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  49. @Antonio

    Sull’alibi di Chiaramonti.

    Non c’è nessuna documentazione ufficiale che ne smentisca l’alibi.
    E Quale fosse il suo alibi mi è ignoto
    Come mi è ignoto l’alibi dello Zio Napolino, marito (nel 1968) vivente della Zia Maria sorella dei Mele, facente parte della famiglia Mele, mai coinvolto neppure marginalmente nei fatti di Signa.
    Cit. “Se c’era lui (PM), c’era tutta la famiglia”

    Sul Chiaramonti

    “Mancano riscontri di carattere materiale o comunque esterni contro di lui” (cit. Rotella pag. 129)

    Volevo ricordarle, che il nome di Marcello Chiaramonti esce fuori solamente sotto la spinta di Piero Mucciarini sulla scorta delle sue dichiarazioni del 27 Gennaio 1982

    Tre giorni prima, il SM accusava suo fratello Giovanni e Piero di correità del delitto, “in una naturale disinibizione diabolica” (cit. Rotella) che si “incrinava” sui mezzi adoperati.
    Il SM era inibito sui mezzi (pistola e automobile)
    Se ne dovrebbe dedurre che SM fosse disinibito verso GM e PM ma non verso il MC.
    Solo dopo le dichiarazioni PM, SM si adeguerà
    Perchè SM voleva proteggere il Chiaramonti nei cui confronti non “emergevano rapporti di una qualche intensità, come nel caso del fratello e del Mucciarini”?

    Per completezza ci terrei a ricordare che la Teresa Mele, moglie del Chiaramonti (in una tel. Intercettata con sua sorella maria del 19-8-82 delle 7:06) dichiarava di “voler esser sincera con gli inquirenti”. A meno di non voler postulare che Teresa non volesse inguaiare suo marito (e con lui tutta la famiglia Mele) è da ritenersi che tale sincerità riguardasse un aspetto per lei marginale.
    E marginale è l’ipotesi per cui Marcello Chiaramonti è ufficialmente coinvolto (con sua moglie Teresa) :aver potuto esercitare influenza sul bambino riguardo la bugia dello Zio Pietro.
    Ricordo che aver esercitato influenza sul bambino non necessariamente implica essere coinvolto, a livello materiale, nel delitto di Signa.

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    1. Se da un punto di vista formale dire che l'alibi di Chiaramonti non è stato smentito è senz'altro vero, da un punto di vista sostanziale è falso, perché chi legge immagina che quell'alibi esista e non è vero. CHIARAMONTI NON AVEVA ALIBI. Si trattava di un indagato, che poi Rotella prosciolse, se avesse fornito un alibi il giudice lo avrebbe scritto.

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    2. @Antonio

      Ma se il suo alibi fosse falso o anche “non ancora caducato”
      Altrettanto il giudice ne avrebbe scritto.
      Come lo scrisse per Giovanni Mele e Piero Mucciarini.
      “Non si ha un accertamento esauriente della verità in materia di alib”

      Credo che stiamo andando sulle lane caprine. A lei non serve un autista. A lei serve un auto.

      - O si crede al Mele che dice di attribuire un auto a GM
      - oppure non gli si crede, ma in questo caso bisogna capire perchè fosse inibito dal fare il nome del Chiaramonti.
      Adesso, però è emerso il problema. Mele e lo si desume dal Rotella, protegge l’autista.
      Tenendo conto che “non emergevano rapporti di una qualche intensità” come per PM e GM, tra il Mele e Chiaramonti e considerato che per la sua sorte processuale (MC) il Mele lasciava pensare di provare "una sostanziale indifferenza” verso di lui:

      Perchè il Mele voleva proteggere il Chiaramonti?

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    3. Non riesco bene a capire, quello che è importante è che Chiaramonti avrebbe potuto guidare l'auto quella notte. Da nessuna parte si trova scritto che per quella notte aveva un alibi. Questo conta, e va evidenziato ben chiaro.
      Le valutazioni su quello che venne detto dagli attori in gioco non cambiano questa situzione.

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    4. @Antonio

      non mi risulta che a Marcello Chiaramonti, sia stato mai richiesto un alibi.
      Nel caso mi sbagli o mi sia sfuggito qualcosa, prego di rendermi edotto.

      Può, altresì indicarmi la frase incriminata in cui io indurrei a pensare che l'alibi di Chiaramonti esite ed è falso? Così riformulo immantinente.

      Lane caprine, lane caprine
      :) :) :)

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    5. Stefano Mele dice che Chiaramonti quella sera c'era. Torrisi mostra di credergli. Ora a fare due + due = quattro è capace anche lei. Va bene che Torrisi non doveva essere stato un grande investigatore, ma si sarà preoccupato di richiedere un alibi. Evidentemente Chiaramonti non ce l'aveva.

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    6. Il quinto elemento si deve identificare in CHIARAMONTI Marcello, rimasto a guardare le autovetture – una di esse è la sua – come si evince dalle dichiarazioni del MELE Stefano del 12 giugno 1985. Lo stesso CHIARAMONTI Marcello sentito dal magistrato, subito dopo l'omicidio di Vicchio, è stato sull'orlo di essere tratto in arresto su mandato di cattura per reticenza – e lo stesso interessato manifesta le sue preoccupazioni in tal senso se è vero che aveva dato incarico al suo capo reparto di giustificarlo, almeno per un mese, se non avesse preso servizio –, in quanto la sua deposizione e quella della moglie (sono i primi ad andare a trovare Stefano a casa il primissimo mattino, il giorno dopo il delitto, non appena leggono i giornali) è tutt'altro che convincente.

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    7. Hazet: 7- perchè Chiaramonti risultò con un alibi, SV con uno falso

      Phoenix

      @Hazet:
      - Non mi risulta io abbia mai smentito (ne citato documenti in tal senso), ne abbia mai messo in dubbio, l alibi di Chiaramonti. Ho riletto i miei post e, invece leggo:"sul Chiaramonti[...] non lo ritengo sul luogo del delitto".
      Puoi per favore citarmi un frase (magari una che lo afferma in maniera induttiva), mostrarmi uno screenshoot, dove io dica diversamente? Grazie. Cosi correggo

      No. Non c e', nessun documento ufficiale, ne dichiarazione, ne deposizione che smentisce l alibi di Marcello Chiaramonti.


      Mi pare evicente che se si parla di "alibi non smentito" si deve intendere "alibi esistente", o almeno si rischia di...

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    8. @Antonio

      OOOPS.. Temo abbia ragione.

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    9. eh beh, se lo dice Stefano Mele il 12 giugno 1985 siamo a posto, è cosa certa :-)
      comunque, in un'indagine in cui gli investigatori nemmeno si erano accorti che i due accusati in primis non avevano mezzi di locomozione, non darei nulla per scontato.

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    10. @Antonio

      Mi scusi ma...
      Se è implicito che il Torrisi abbia richiesto un alibi a Chiaramonti e il Rotella quest'alibi non lo ha mai smentito, questo significa che Marcello Chiaramonti un alibi ce l'ha.

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    11. @Antonio, mi spiego meglio

      Se nel 1984 (dopo Vicchio) il Chiaramonti è sull'orlo dell'essere tratto in arresto per reticenza se addirittura, il 12 6 1985 lo SM lo accusa e il Torrisi gli richiede un alibi, vuol dire che UN ALIBI LO HA FORNITO.
      Se il Rotella, nell'89, scriverà che "mancano riscontri materiali o esterni su di lui" si deve intendere che determinati riscontri sono stati fatti ANCHE per vagliare il suo alibi. Quindi il Rotella è come se avesse scritto "mancano riscontri materiali o esterni contro il suo alibi"

      Quindi il Marcello Chiaramonti un alibi ce l'ha

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    12. Con Mucciarini che ha l'alibi e GM e PM, sprovvisti di patente serve un autista.
      Anche se GM e PM, ipoteticamente potrebbero procurarsene una, nessuno di loro due avevano una patente. E nessuno presterebbe ingenuamente un auto ad uno di loro due che sono senza patente. A meno di non voler postulare che se la siano "procurata" contro volontà altrui. Ma non risultano denunce di furti d'auto intorno a quel periodo.

      Le serve sempre qualcuno che abbia la macchina e la patente per poter arrivare sul luogo delitto. E non può esser Chiaramonti.

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    13. @Antonio [13 novembre 2020 04:57]
      "Stefano Mele dice che Chiaramonti quella sera c'era. Torrisi mostra di credergli....snip... Torrisi ...snip...si sarà preoccupato di richiedere un alibi. Evidentemente Chiaramonti non ce l'aveva."[cit]

      Non farla così facile.
      Intanto:
      - se chiedono nel 1985 un alibi per il 1964, è sufficiente che ti rispondano 'hey baby,ma come cavolo faccio a ricordarmelo!?" o 'hey, baby, ero a casa a dormire'.
      Due cose/esempi leggerine fino che si vuole: ma non per questo in automatico false.
      Tra l'altro, e Nota Bene; Torrisi nel suo Rapporto, non è affatto parco di citazioni, eppure di citazione di cosa il Chiaramonti gli rispose: non c'è traccia.
      NE' vi è traccia di come il Torrisi ne avrebbe dimostrato la falsità.
      quindi NON si può dire che Chiaramonti avesse un alibi falso.
      E se un alibi non è dimostrato falso: è un alibi che fino a prova [PROVA! non bias] contraria: regge.
      piaccia o meno.

      il Torrisi o chi per lui e addirittura il Rotella:
      - avessero RISCONTRATO [id est: verificato, documentato, accertato], come per il SV, un alibi falso per il Chiaramonti:
      - ne avrebbero scritto e dettagliatamente!
      e invece: niente.

      Se poi prendiamo ad oro colato [l'estrazione di un pezzetto e basta] del dichiarazioni del SM del 12 Giugno 1985:
      - allora possiamo fare altrettanto con quelle di poco successive del l 18 settembre 1985: dove, dinanzi al G.I. ed al P.M., il SM conferma le precedenti accuse contro il fratello Giovanni e VINCI Salvatore, ma non fa più menzione dei due cognati, Mucciarini e Chiaramonti [e ops! bye bue Chiaramonti, bye bue la sua auto, bye bye il suo alibi falso].

      12 giugno si, 18 settembre no?

      E se ci rifacciamo a quelle ben più contestualizzate e meno mediate del 23 Agosto 1968 [tra l'altro: le uniche davvero in concomitanza con il crollo del suo risibile alibi]: il SM di certissimamente cita il SV/auto e assolutamente non il Chiaramonti/auto.

      Estrapolare una frase tra tante, di un verbale tra tanti, porla fuori dal contesto cronologico degli eventi [quelli psicologici compresi]:
      e dichiarare quella e solo quella "vero e verità":
      - non è il mio modo di ragionare nè di proporre approfondimenti.

      In questo caso, infatti:
      - palesemente manca che sia stata accertata la falsità di un alibi per il C. (uno un alibi può anche non avercelo, eh: era a letto da solo a dormire, ad esempio, e mica che perchè dormi vuol dire che sei colpevole)
      - manca il cui prodest del SM al difendere per anni il Chiaramonti [al quale manco pare essere poi così legato]
      - contraddice il contenuto della Rotella sul Chiaramonti [assenza di riscontri di carattere materiale contro il C.]
      - presupporre addirittura due auto a seguire quella del Lo Bianco, fino alla stradina... e la BL e l'ALB che non si accorgono di quel codazzo?

      E cmq:
      se prendiamo per oro colato il SM del 12 giugno 85:
      - anche in quel caso il SV era sulla sdc [come già sapevamo dal 23 agosto 68].
      O vorresti dire che il 12 giugno il SM disse il vero sul MC e mentì sul SV?

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    14. Direi che con questa storia dell'alibi di Chiaramonti fra Phoenix e Hazet avete dato la miglior dimostrazione dei danni che la convinzione a prescindere provoca sulla capacità di ragionare.
      Se Chiaramonti avesse fornito un alibi valido sia Torrisi sia Rotella lo avrebbero riportato. A meno che non avessero voluto nasconderlo di proposito, e non ne vedo la ragione.
      Immagino che Chiaramonti, nel 1984, avrà detto di aver trascorso la serata in casa con la moglie, che avrà confermato.
      In ogni caso, per quanti sforzi dialettici facciate, e credete a me, la cosa non vi mette in buona luce, non riuscirete mai a rendere indispensabile l'auto di Salvatore Vinci. Quella sera i quattro Mele avrebbero potuto andare da soli. Attenzione: avrebbero potuto.

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    15. Buongiorno Antonio, sono la neofita e come sempre avrei un paio di domande. Premetto che sto leggendo la sentenza Rotella.
      SM dice che lui ed i suoi parenti avevano programmato l'omicidio da una settimana, dunque che piano era se non avessero avuto un autista? Mi sorprende che questa domanda non gli sia stata fatta.
      La pistola che vede NM da sotto il letto( difficile vedere una pistola in tasca a qualcuno da sotto il letto, ma va be') era davvero stata venduta a PM dal Vinci?
      Se la risposta è sì, allora SV era certamente insieme ai Mele quella sera. Probabilmente al momento della " vendita", SV era convinto che non sarebbe mai stata usata per davvero, poi durante quella settimana SM gli fa la confidenza; il mercoledì lui ed i suoi parenti avrebbero ucciso BL e chiunque si trovasse con lei.
      SV è preoccupato, sa che l'arma, se ritrovata potrebbe ricondurre a lui, non certo alla famiglia di SM. E certo a farla sparire sarebbe stato più capace lui.
      A questo punto ci sono tre possibilita:
      1) SV recupera l'arma e diventa il mdf
      2) SV recupera l'arma e la cede a qualcuno che ne conosce la storia e diventa il mdf
      3) SV non riesce a recuperare l'arma che finisce in mano a qualcuno che diventa il mdf.
      Mi dica cosa ne pensa, se ha tempo.
      Grazie come sempre per l'attenzione.
      Stefania.
      P.s. non ho preso in considerazione l'ipotesi che SV non fosse quella sera a Signa, ma potrebbe essere così.
      E mi viene in mente un'altra cosa: la moglie dirà in seguito che lui non tornò proprio a casa quella notte, ma perché? Non era più ragionevole rientrare il prima possibile nella eventualità che i cc andassero a prenderlo, come fecero per il fratello?
      Grazie di nuovo
      Stefania

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    16. I suoi sono ottimi ragionamenti, Stefania, anzi, ci dev'essere una comunicazione telepatica tra noi, in particolare sulla considerazione del non rientro a casa di Salvatore Vinci. Leggerà presto qualcosa di simile sul mio prossimo articolo.
      Mi consenta di non risponderle, adesso ho la testa nel mio prossimo articolo, devo farlo uscire altrimenti mi blocca per altre cose importanti. Magari ne riparliamo. Saluti.

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  50. Buongiorno a voi, concordo con lei @Andrea.5, ha usato un'espressione colorita per affermare qualcosa di tremendamente vero. La pensiamo allo stesso modo su Salvatore Vinci e tra l'altro non sapevo che la Pettini prendesse l'autobus nelle immediate vicinanze della sua residenza. Non ho mai creduto a nessuna forma di pedinamento da parte dell'assassino, in effetti sembrerebbe una incredibile coincidenza.
    Mi fa piacere che qualcuno ogni tanto menzioni lo straccio macchiato di sangue e polvere da sparo. La prova materiale che inchioda SV come Mostro di Firenze, non solo, la prova che le istituzioni giudiziarie sono spesso fallaci; solo per il fatto di aver informato dello straccio il Pubblico Ministero anziché il giudice istruttore Rotella, lo ha trasformato nel tempo in un oggetto senza valore probatorio. Vergognoso.
    Diceva bene Mario Spezi: "Non esiste la Giustizia, esistono delle persone che fanno i Giudici". Io aggiungerei che forse la Giustizia esiste (esiste come Istituzione), ma non esistono le cose giuste. Su Marcello Chiaramonti non mi esprimo perché non l'ho mai considerato una figura rilevante per i motivi che furono alla base del delitto del 1968 e per la colpevolezza di Salvatore Vinci come futuro MdF; che quella sera ci fosse o non ci fosse per me non cambia nulla. Un saluto a voi tutti dal lettore dai "toni accesi".

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    1. Come minimo andrebbe documetata questa circostanza del bus, prima di attaccarsi all'incredibile coincidenza.

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  51. Francamente questi accusatori di Salvatore Vinci cominciano ad annoiare. Usano sempre gli stessi argomenti, forse qualcuno cambia pure account... Se avete le prove della sua colpevolezza, portatele a chi di dovere. Stefano Mele ha chiamato in causa praticamente tutti gli amanti della moglie e i parenti diretti e acquisiti. Il legame omoerotico con Vinci non prova alcunché. Come avevo detto in un precedente intervento, lo storico non può che fermarsi ad un certo punto: l'alibi precostituito di Mele, dal che si deduce che fosse coinvolto nel delitto di Signa, o che sapesse che sarebbe stato commesso quella notte; e lo zio Piero, che stando alle dichiarazioni del bambino, è il probabile esecutore dell'omicidio. Tutto il resto è materiale buono per dei romanzi.

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  52. @Antonio come ho detto può essere solo una coincidenza, credibile o non credibile, sono d'accordo con lei. @Giorgio, sapesse quanto mi sono annoiato io a sentire le bugie, le inesattezze e le scempiaggini dette, fatte e scritte in tutti questi anni. Errori commessi anche dagli inquirenti della pista sarda, non c'è dubbio. Le pongo una riflessione su una sua affermazione, si domandi perchè Mele ha chiamato in causa amanti e parenti in quella maniera, accusando prima un soggetto, poi scagionandolo per tanti, troppi anni, accusando poi in seguito l'odiato fratello (estraneo al delitto di Signa e a quelli del mostro), si domandi quanto tempo sia passato quando tirò in ballo il fratello e il cognato (dopo il ritrovamento del biglietto messo in tasca a Stefano Mele dal fratello Giovanni), si domandi perchè solo nella tarda primavera del 1985, dopo che della famiglia Mele rimase ben poco, accusò SV, che nel frattempo ebbe campo libero per commettere i duplici omicidi,(sì, quello che pensano gli accusatori di SV). Non metta nel calderone e nella stessa linea temporale amanti e parenti, è più complesso di come lei pensa e afferma. Legga, analizzi, studi, elabori; solo poi si possono trarre logiche conclusioni, almeno verosimili. Stia tranquillo, noi accusatori di SV non cambiamo account, non siamo così pochi come si crede. Se pensa di annoiarsi può leggersi quello che lei chiama materiale buono per i romanzi, che probabilmente potrebbe anche coincidere con quello che lei ha nella sua testa. Può disporre di una vasta scelta che comprende almeno una cinquantina di libri, di cui quarantacinque inutili, tre decenti e due buoni. Stia bene @Giorgio

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    1. Non mi riferivo a lei, ma ad altri che scrivono spesso. Non mi interessa polemizzare, non capisco come si possano avere certezze in questa assurda storia. Nessuna ipotesi ha retto, né a livello investigativo né giudiziario, a mio modesto parere (e credo di essere anche io in folta compagnia). Ho letto fin troppo, e non vedo il mostro dove lo vede lei. Tutto qui. Mi permetto di consigliarle di leggere o rileggere con attenzione, a proposito della pista sarda, gli articoli di questo blog e di quello di Omar Quatar. Chissà che le sue certezze non vengano rimesse in discussione. Saluti

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  53. @stefania,
    "la moglie dirà in seguito che lui non tornò proprio a casa quella notte, ma perché? Non era più ragionevole rientrare il prima possibile nella eventualità che i cc andassero a prenderlo, come fecero per il fratello?"[cit]

    ma FV lo andarono a prendere 'subito' (sic) [ dove subito sta per "solo dopo che e non grazie a NM, identificarono le vittime", che vennero identificate ben dopo la scoperta dei corpi: ossia ore dopo il delitto ]
    perchè era un 'noto malandrino' nonchè noto amante della BL.
    SV non era un 'noto malandrino', e quindi su di lui non avevano attenzioni o interessi in quel momento.

    Poi, se SV rischia, come ipotizzi per la ragione che indichi tu (cessione arma + non partecipe al delitto + sapere del giorno in cui delitto sarebbe da compiere) :
    - allora era benissimo in grado di farsi un alibi vero e non di doverne ricorrere ad uno falso.
    Prendeva la sua bella macchinina e se ne andava a Firenze a ballare e ci restava in bella vista tutta l a notte davanti a testimoni. andava a Foggia in treno; andava a far la pipì sul portone della Caserma dei CC di Signa e si prendeva una nottata in guardina etc etc.

    invece racconta un alibi accertato falso (quindi: è che in quel momento non era in una situazione raccontabile come alibi, manco sapendo a priori del delitto pure!).

    E' una alchemica fantasia non una opzione quella proposta, sorry.

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    1. Caro mio, la puoi girare quanto vuoi con i tuoi sfiancanti ragionamenti, ma che Vinci fosse rimasto tutta la notte fuori non ti porta bene. Che fece, rimase in macchina a contare le lucciole?

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    2. Intendo nel dopo delitto, naturalmente, sempre che ci fosse stato...

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    3. @Hazet
      Potrebbe, potrebbe eh, non aver saputo il giorno esatto del delitto.
      Potrebbe, potrebbe eh, aver tenuto d'occhio il Mele e solo all'ultimo minuto aver scoperto che era deciso proprio per quella sera.
      E, se non ricordo male, negli ultimi tempi si erano allentati i rapporti tra BL e FV, mentre era tornato in carica SV come amante della donna.
      E c'era sempre il rischio che il delitto venisse scoperto prima che NM indirizzasse i cc sul luogo.

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  54. @Antonio,
    caro mio, di cose quella notte ne può aver avute da fare eccome e non solo.

    Partiamo sempre dalla premessa ipotetica che SV fosse complice e sulla sdc e....

    Innanzitutto:
    A) dichiarò falsamente che era rincasato alle 24:00 e non più uscito, ma...

    B)* il delitto avvenne verso le 00:45
    C)* come 'autista' fino almeno alle 02:00 c'aveva da fare (ripescare il SM e avvicinarlo a casa; e prima aveva dovuto riavvicinare a casa il PM)
    D)* ed una volta riaccompagnato verso casa il SM, aveva ancora da fare un cosa assai importate come gli anni successivi dimostreranno:
    -> non distruggere l'arma, ma imboscarla.
    Ed un arma sporca di duplice omicidio non te la nascondi nel giardino di casa.
    Quindi:
    * devi andare a portare distante ed imboscare l'arma: oerazioni che entrambe occupano tempo, e poi devi pure ritornare verso casa propria.
    Insomma, dall'01:00 in avanti non sarebbe stato ocn le mani in mano e di cose ne avrebbe avute d fare.

    Quindi un 'non rientro a casa quella notte' [che non esclude un rientro al mattino presto, magari verso l'alba o giù di lì o magari più trdi, chissà]:
    - non è affatto un dato che sarebbe strano, ma anzi sarebbe un dato in piena coerenza con il postulato.


    Ma a tutto ciò, dobbiamo anche aggiungere che:
    - che ponendo SV sulla sdc come complice, definiamo un SV conscio dei rischi e quindi anche conscio che sarebbero potuti prima o poi o anche subito andare a fargli visita quelli in divisa.
    A che scopo rischiare di farsi trovare a casa aggratis (metti che si vadano perchè i complici han subito raccontato tutto?!), in un orario cmq di molte ore post delitto, e soprattutto non avendo ancora dovuto fornire l'alibi [FALSO E A RICHESTA], che a quel punto avrebbe potuto modificare apiacimento in unn 'rientrato alle 01:00, o alle 04:00 o come preferiva e come gli veniva comodo?

    Vedere le arrampicate di ipotesi pur di evitare di confrontarsi col fatto che 'raccontare un alibi falso e costruirsi un alibi' non siano nè indizi nè aggravanti, o che di un verbale [12 giugno 85] si possa prendere solo il pezzo di frase in cui SM dice che c'era MC con l'auto ed evitare accuratamente di prendere la stessa frase dove dice che c'era anche SV con l'auto:
    - significa solo una cosa: 'stabilire'/'imporre' un proprio personale metro di valutazione.

    E a me va bene anche quello.
    Perchè?
    Perchè una volta 'stabilito/imposto' un metro, proprio in quanto 'metro', questo è applicabile in replica.

    E quindi prendo la riga ventitre del verbale X del giorno Y, e la dichiaro altrettanto 'vera' e tutte le altre 'false'.
    E, stesso 'metro', se un alibi falso non conta e non fa testo, altrettanto allora non conta e non fa testo un alibi vero o non avere un alibi. Per non parlare di possibili riconoscimenti, che a quel punto diventano, stessissimo metro, aleatori in quanto anche in quelli si può scegliere quali frasi accettare e quali no.
    E non solo per Signa, ma anche per tutto il resto del caso MdF, o di quello JFK, o di quello di Pinco Pallino.

    Il centimetro usa e getta: sorry, ma non esiste proprio.

    Cerchiamo di restare attaccati invece ad utilitarismo funzionale, prassi normale, logica e coerenze/incoerenze.
    La discussione di analisi ne guadagna.

    hazet

    RispondiElimina
  55. Questa storia di Salvatore Vinci mi pare come quelle barche che fanno acqua da tutte le parti e che si cerca di tener su a forza di stucco.

    RispondiElimina
  56. "Questa storia di Salvatore Vinci mi pare come quelle barche che fanno acqua da tutte le parti e che si cerca di tener su a forza di stucco."[cit]

    Strano!
    con tutta quest'acqua che avrebbe dovuto imbarcare, sarebbe già dovuta essere affondata da un pezzo, e invece.... ciccia.

    Pensa, io è dal 2014 che aspetto la tua e di chiunque altro 'dimostrazione' che non potesse esserlo, stucco o meno.
    e sto ancora aspettando.

    Intanto alibi falso e falsi nel proseguo della vicenda mdf; arresto e cessazione delitti; movente per Signa; movente per l'occultamento dei cadaveri a Scopeti; atteggiamento psicocomportamentale verso il genere femminile; omografia con la lettera non-più anonima del "in me la notte non finisce mai"; dna su uno degli stracci che avvolgevano quello macchiato; etc etc: continuano a restare sul piatto.

    Forti e sostanziosi esattamente come prima.

    E nel frattempo delle perculate e delle snobbate alla Pista Sarda, ho invece visto:
    data di Scopeti affondare;
    Forteto affondare;
    Vigilanti, legionari ed estremismo di destra affondare;
    PP e CdM affondare;
    Narducci affondare;
    satanisti affondare;
    massoni medici e farmacisti affondare;
    mandanti affondare;
    servizi segreti, mostri in divisa e mostri in EX-divisa affondare;
    etc etc affondare.

    Antonio, la Pazienza è la virtù dei forti (della coerenza dei riscontri indiziari e dell'uso di un metro di valutazione sempre identico e non cangiante alla bisogna).

    Aspetto sempre più con impazienza il tuo articolo sul SV 'non' a Signa sulla sdc.

    hzt

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    1. A me pare che l'accusa di Stefano Mele a Salvatore Vinci del 23, dopo la prima parte della mattinata trascorsa assieme ai due cognati e alla sorella Teresa, sia un elemento più che sufficiente per eliminare l'individuo dalla scena del crimine. Indicare il proprio complice come autore del delitto è un'azione priva di senso, e per quanto stucco si tenti di metterci sopra, l'acqua entrerà sempre. In ogni caso sto cercando di mettere maggiormente a fuoco tutte le illogicità con le quali si tenta di collocare Vinci nel gruppo dei colpevoli, anzi, a capo del gruppo dei colpevoli, senza illudermi di convincere nessuno. Purtroppo non ho a disposizione degli elementi così plateali come nel caso della morte della moglie, dove una sentenza una volta tanto intelligente fece piazza pulita di ogni illazione.

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  57. @Anto,
    "Indicare il proprio complice come autore del delitto è un'azione priva di senso"[cit]

    SOLO SE:
    - sei un criminale incallito
    - sei uno a cui non manca la fantasia e la velocità di reazione intellettiva
    - non sei appena passato dallo stato "la scampo e me ne torno a casa perchè ho un alibi" a quello di "m'hanno sgamato e mi tocca andare in galera".
    E' nfatti di solito proprio al momento di un tracollo che si commettono 'cavolate' con la bocca e si inguaiano i complici.
    E' proprio per quello che gli investigatori chiedono alibi, fanno verifiche, investigano, fanno eseguire ricostruzioni, sentono testimoni, ed INTERROGANO ed insistono sugli elementi dubbi che non li convincono.


    Comunque:
    - il 12 Giugno 1985, il SM il SV ce lo mise sulla sdc assieme all'auto [come fece anche il 23 agosto 1968 e il 18 settembre 1985 entrambe le volte senza il MC].

    Quindi:
    - o il SM il 23 agosto 1968/ il 12 giugno 1985/ il 18 settembre 1985 mentì sempre su SV e MC, e allora:
    * SV con l'auto non era sulla sdc
    * MC con l'auto no era sulla sdc
    ** e SM e PM sulla sdc ci arrivarono camminando o in bicicletta

    - o il SM il 23 agosto 1968/ il 12 giugno 1985/ il 18 settembre 1985 mentì solo in parte su SV e MC [una mezza su tre piene], e allora:
    * SV con l'auto era sulla sdc
    * MC con l'auto no era sulla sdc
    ** e SM e PM sulla sdc non ci arrivarono camminando o in bicicletta

    - o il SM il 23 agosto 1968/ il 12 giugno 1985/ il 18 settembre 1985 mentì solo in parte su SV e MC [due e mezza su tre], e allora:
    * SV con l'auto non era sulla sdc
    * MC con l'auto era sulla sdc
    ** e SM e PM sulla sdc non ci arrivarono camminando o in bicicletta

    - o il SM il 23 agosto 1968/ il 12 giugno 1985/ il 18 settembre 1985 mentì sempre su tutto e tutti, e allora:
    * nè MC, nè FV, nè PM, nè SM nè altri sulla sdc
    * e quindi niente più SM che dice di aver buttato l'arma
    * e niente arma buttata = niente sconosciuto estraneo che assiste e raccoglie l'arma


    Di ognuna delle opzioni, va giudicato:
    - la coerenza, i riscontri ed il contesto [degli eventi temporali esterni e delle condizioni psicologiche del SM]
    - la reiterazione o meno delle dichiarazioni
    - l'utilità del dichiarato
    - la valutazione dei legami del SM con gli altri soggetti
    - la presenza o meno di alibi falsi degli altri soggetti
    - il fatto che dopo il 1968 l'arma continuò ad uccidere
    - il fatto che FV PM GM e SM, soggiornarono nelle patrie galere durante alcuni delitti del mdf(il SV e il MC, no)
    - il fatto che in concomitanza con la carcerazione preventiva del SV [per altro possibile reato: morte della Steri], i delitti cessarono [l'arma l'avesse avuta il MC, avrebbe potuto continuare ad uccidere per assecondare la psicopatia connaturata nella serie delittuosa del mdf come evidenziata dalle escissioni]

    ///
    "Purtroppo non ho a disposizione degli elementi così plateali come nel caso della morte della moglie, dove una sentenza una volta tanto intelligente fece piazza pulita di ogni illazione"[cit]

    Ehy, lo sa vero che se bastasse una Sentenza a sostanziare che quella 'è la verità', allora:
    - allora come ben sai, il mdf sarebbe Pacciani + Vanni + Lotti e non certamente il SV o il Lotti singolo (o nessun altro), col Pucci presente su una sdc durante un duplice delitto ma che on denuncia il fatto, perfettamente innocente e mai imputato di nulla (e se no come le corrobori le parole di un 'Collaboratore di Giustizia' di tale limpida e cristallina memoria?).

    PS:
    alla Pista sarda è indifferente che SV abbia ucciso o no la moglie.
    Quello che importa è che il SM ne abbia parlato come se fosse stato il SV; ossia come se il SM credesse e/o reputasse plausibile quella possibilità.

    Quindi, come vedi, Sentenza Steri o non Sentenza Steri: non cambia proprio nulla alla Pista Sarda.

    hazet

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    1. Anche le sentenze possono essere intelligenti, non credi? Scriverò qualcosa sul fanatismo dei vinciani, compreso il tuo, tienti pronto.

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  58. @Anto,
    per curiosità personale, per essere considerate "intelligenti"[cit] e non 'stupide', quali criteri oggettivi devono rivestire le Sentenze?

    un elenchino?
    così poi sappiamo tutti come regolarci, se no si rischia che ognuno giudichi come preferisce, magari addirittura considerando 'intelligente' una qualche sentenza che invece il 'metro di misura' corretto la considera 'stupida'.

    Ad esempio:
    una Sentenza che condanna in gruppo delle persone per dei reati che non hanno commesso assieme ma solo uno di loro, nè nella forma e modalità con cui sono stati investigati e addirittura confessati:
    - come la dobbiamo considerare?
    [I] Intelligente o [S] Stupida?

    E se una Sentenza la consideriamo 'stupida':
    - ne possiamo lo stesso considerare 'intelligente' e valido il contenuto [e perchè] o, proprio in quanto 'stupida', non dobbiamo?

    urgono chiarimenti please.
    se no uno scrive Toma e l'altro legge Roma.

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    1. Onestamente ho le palle piene dei tuoi equilibrismi dialettici, vedi di non abusare della mia pazienza.

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    2. Chiedo scusa per la mia risposta poco educata, e chiudo i commenti su questo articolo. Il prossimo sarà ancora su Salvatore Vinci e si potrà intervenire lì.

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