venerdì 24 novembre 2017

La dinamica di Vicchio

Domenica 29 luglio 1984 Pia Rontini, 18 anni, poco dopo le 21 era uscita dalla sua casa di Vicchio nel Mugello per raggiungere a piedi quella del fidanzato, Claudio Stefanacci, di tre anni più grande. Quasi immediatamente i due giovani avevano preso la Fiat Panda 30 di Claudio e se n’erano andati per i fatti loro. Come di consueto i genitori ne attendevano il ritorno entro le 22.30, e quando non li videro non passò molto tempo prima che si preoccupassero e avvertissero alcuni amici, i quali, già verso l’una, erano in giro per tutta Vicchio a cercarli. Poi uno di loro si ricordò di aver visto uscire in una precedente occasione la Panda di Claudio da un tratturo in un bosco, poco fuori dal paese. E lì i poveretti furono ritrovati, uccisi dal Mostro di Firenze.
Dopo due delitti nei quali si era lasciato andare a una certa improvvisazione, nell’estate del 1984 il Mostro scelse bene le proprie vittime, o, meglio, scelse bene la piazzola della quale esse erano abituali, anche se non uniche, frequentatrici. Innanzitutto tornò nella zona del Mugello, dove aveva colpito dieci anni prima e dove forse l’allarme nei giovani era minore. Poi scelse un tratturo che si addentrava nel bosco, lontano dalle abitazioni, con l’auto dei malcapitati che non era visibile dalla vicina provinciale. E questa volta i risultati furono ottimali, come era stato nel 1981.
Prima di proseguire con la dinamica e la puntualizzazione di alcuni aspetti controversi del delitto, è bene ricordare l’esistenza di un ottimo studio del forumista Rover che affronta l’intera materia in modo approfondito. Il relativo documento è scaricabile qui.

Scena del crimine. La piccola auto a due porte era parcheggiata in retromarcia contro il fondo di una stretta strada sterrata, a una sessantina di metri circa dall’imbocco sulla provinciale, dalla quale risultava non visibile per la presenza di una curva. La coda e il lato sinistro erano addossati a una collinetta erbosa; sul lato destro siepi e cespugli di rovo, interrotti da un abbozzo di sentiero che dopo pochi metri sfociava in un campo d’erba medica.



La portiera sinistra era chiusa dall’interno, con il vetro del finestrino intatto abbassato di pochi centimetri, quella destra chiusa ma non bloccata, il vetro infranto, la maggior parte dei frammenti all’interno. I sedili anteriori erano basculati in avanti, a dare spazio alla parte posteriore dove il divanetto era stato tolto scoprendo la piattaforma sottostante sulla quale giaceva il corpo del ragazzo, poggiato sul fianco sinistro, in posizione quasi fetale. Indossava maglietta, slip e calzini; sotto il sedile anteriore le sue scarpe, sulla piattaforma i suoi pantaloni bucati da un proiettile assieme al portafoglio riposto in una tasca. 
La ragazza giaceva in mezzo alla vegetazione del campo adiacente, in posizione supina, a circa sette metri dall’auto. Era completamente nuda, con il reggiseno e la camicetta, il cui polsino doveva essere ancora abbottonato, impigliati nella mano destra, lo slip, tagliato dall’assassino, sotto il corpo, mentre i jeans e le scarpe vennero ritrovate in auto sotto il sedile anteriore destro, assieme alla borsetta. Come indicavano i numerosi graffi presenti sulla schiena, l’assassino l’aveva trascinata per i piedi attraverso il varco tra i cespugli, in cerca di una posizione idonea a mutilarne il cadavere, questa volta oltre che del pube anche del seno sinistro.


Bossoli e ferite. Furono recuperati cinque bossoli: uno sul terreno a ridosso dello sportello destro (contrassegno 2 della foto sottostante), gli altri quattro all’interno dell’abitacolo.


Non molto si sa dei proiettili, non essendo per il momento reperibile la perizia balistica. In una pagina del rapporto della Scientifica entrata in possesso di chi scrive si legge che ne furono recuperati quattro più un frammento (con un paio di affermazioni probabilmente inesatte, lo vedremo). In ogni caso esiste la ragionevole certezza che, a fronte di tre ferite d’arma da fuoco sul ragazzo, una e forse una seconda di striscio sulla ragazza e un colpo a vuoto sui pantaloni del ragazzo i colpi sparati fossero comunque stati tanti quanti i bossoli raccolti, e cioè cinque.


Claudio fu colpito da: un proiettile all'emítorace sinistro (1), penetrato di pochi millimetri e ritenuto nella cute sottostante, da ritenersi pertanto quello che frantumò il vetro con conseguente grossa perdita di energia; un proiettile all’ipocondrio sinistro (3, il 2 fu probabilmente quello sui pantaloni), con traiettoria dal basso in alto e attraversamento del diaframma, dello stomaco e del polmone sinistro, per una ferita molto grave ma non subito mortale; un proiettile dietro il padiglione auricolare sinistro (4), con sfondamento della scatola cranica ed esito mortale quasi immediato.
Secondo la perizia De Fazio, il proiettile (3) si arrestò in regione dorsale dove venne estratto, mentre al processo Pacciani l’anatomopatologo che eseguì l’autopsia, Mauro Maurri, affermò che invece era uscito. Chi scrive dà credito a De Fazio, considerati i tentennamenti di Maurri, che ricordava spesso male e mentre deponeva era costretto a consultare la sua stessa perizia che non aveva letto preventivamente. Infine va registrata la presenza di una piccola lesione vicina alla ferita all’emitorace (1), causata forse da un piccolo frammento dello stesso proiettile staccatosi dal corpo principale oppure da una scheggia di vetro.
Sul ragazzo si contarono dieci ferite di coltello, tutte vibrate a decesso già avvenuto, che la perizia De Fazio così posiziona: “all'emitorace sinistro, al fianco sinistro, all'ipocondrio, alla fossa iliaca destra, all'avambraccio destro, alla coscia sinistra ed in regione lombare destra”.


Pia fu colpita da un proiettile alla regione zigomatico-mascellare destra (5), penetrato nella scatola cranica e quasi immediatamente mortale. Le fu anche riscontrata una ferita di striscio all’avambraccio sinistro, a giudizio di chi scrive dovuta a un frammento di vetro o di proiettile del colpo che ruppe il finestrino.
Sulla ragazza si contarono due ferite di coltello, entrambe sul lato destro del collo, e sette piccole ferite superficiali accanto alla zona del seno escisso, evidentemente degli assaggi.

Il “letto” della Fiat Panda. Anche se non è strettamente necessario per la ricostruzione del delitto, è comunque il caso di spendere qualche parola sullo smontaggio del divanetto posteriore della Fiat Panda degli anni ’80. Chi c’era ricorderà senz’altro il grande successo che la piccola utilitaria ebbe tra i giovani, al quale fu probabilmente non del tutto estranea una sua peculiare caratteristica: la possibilità di disporre i sedili anteriori e posteriori in modo da ottenere qualcosa di molto simile a un vero e proprio letto, come mostra la maliziosa immagine pubblicitaria sottostante. 


Si trattava di smontare il divanetto posteriore, collocarlo aperto e fissato agli opportuni fermi sul ripiano in lamiera, tirare in avanti al massimo i sedili anteriori privati dei poggiatesta e poi abbassarne del tutto lo schienale, per un’operazione di pochi minuti, una volta presa la mano. Dalle due figure sottostanti si comprende bene tutto.


Una volta smontato, il divanetto poteva anche essere chiuso a libro e inserito tra il ripiano posteriore e i sedili anteriori. In questo modo l’auto veniva a dotarsi di un ampio spazio per il trasporto di cose.
La Panda di Claudio fu trovata con il divanetto, chiuso a libro, appoggiato sul ripiano posteriore contro la parete sinistra e i sedili anteriori basculati in avanti con il poggiatesta inserito. In ogni descrizione del delitto viene sempre sottinteso che fosse questa la configurazione finale voluta dai ragazzi (ad esempio Autorino al processo Pacciani: “Sia il sedile che la spalliera posteriore sono stati tolti dalla loro naturale sede, chiusi a libretto e appoggiati lungo la paratia sinistra, in modo da far sì che il pianale sia più grande.”). Ebbene, a parere di chi scrive lo si può invece escludere senza dubbio alcuno. Non avrebbe avuto senso né scegliere la durezza della lamiera – pur se un po’ mitigata dalla copertura in moquette – al posto dell’imbottitura del divanetto né rinunciare all’ampliamento del piano di appoggio facilmente ottenibile abbassando le spalliere dei sedili anteriori, dopo averne sfilato i poggiatesta. Al massimo, se i ragazzi avessero voluto guadagnare tempo, avrebbero semplicemente reclinato i sedili anteriori evitando di smontare il divano.
In realtà l’attacco del Mostro avvenne durante la fase preparatoria, mentre la coppia si stava attrezzando per disporre i sedili nella configurazione finale a letto, sul quale si sarebbero distesi mettendosi poi addosso la coperta che si erano portati dietro. Il fatto che avessero iniziato a spogliarsi già prima si spiega con la loro intenzione di riporre i vestiti al di sotto della struttura, dietro i sedili anteriori, dove in effetti furono trovati i jeans e la borsa di Pia e le scarpe di entrambi, mentre i pantaloni di Claudio erano ancora temporaneamente appoggiati sul ripiano posteriore accanto al divano chiuso.
Si potrebbe anche discutere su quale sarebbe stata una sequenza più logica per arrivare al “letto” montato e ai vestiti riposti al di sotto. In particolare si può osservare che sarebbe stato meglio, prima di iniziare a spogliarsi, fissare già il divano alla piattaforma. Ma è comprensibile che la frenesia di fare l’amore e il poco tempo a disposizione avessero potuto determinare nei due giovani dei comportamenti non del tutto razionali.

Elementi controversi. Se il delitto non pone particolari problemi per una sua ricostruzione di massima, diventa molto difficile precisarne i dettagli nella sequenza di spari combinata con le singole ferite sui corpi. Questo perché non sappiamo bene quale fosse la posizione delle vittime al momento dell’attacco, sia reciproca sia rispetto allo sparatore. Le macchie di sangue ci dicono che si trovavano dietro, su questo non ci sono dubbi, ma erano entrambe sedute?
Lasciando perdere quello di striscio all’avambraccio, del quale non è nota la traiettoria, si deve innanzitutto osservare che mentre l’unico altro colpo alla ragazza ha avuto ingresso dal lato destro del corpo, tutti e tre i colpi sul ragazzo hanno avuto ingresso dal lato sinistro. Sappiamo che l’attacco è avvenuto attraverso il finestrino anteriore destro, quindi si deve per forza ritenere che la ragazza fosse a faccia avanti e quindi esponesse il suo lato destro allo sparatore, e il ragazzo fosse a faccia indietro, e quindi esponesse il suo lato sinistro.
Un altro elemento che può aiutare a capire la posizione di partenza delle vittime è quella finale del ragazzo, trovato sulla piattaforma posteriore riverso sul fianco sinistro, proprio quello che aveva ricevuto i colpi di pistola. D’altra parte le dieci coltellate erano distribuite sia sul fianco sinistro sia sul destro. Tutto questo ci dice che il Mostro ne aveva spostato il corpo facendogli compiere una rotazione. Perché? Il motivo non può essere che uno: al momento in cui doveva essere estratto, il corpo di Pia era in qualche modo bloccato da quello di Claudio. Quindi è presumibile che al momento dell’attacco i due poveretti fossero uno di fronte all’altro, e che Claudio, colpito a morte, si fosse accasciato almeno in parte addosso a Pia.
A parere di chi scrive, mentre la ragazza si stava svestendo seduta sulla parte destra della piattaforma – di fronte al sedile del passeggero basculato verso il cruscotto – il ragazzo le si era accosciato davanti per “aiutarla” a fare in fretta, in un gioco amoroso privo di vantaggi pratici ma che è facile comprendere, considerando quanto dovevano essere “su di giri” i due sventurati giovani. Del resto anche la camicetta che Pia si era tolta con ancora il polsino destro abbottonato conferma il loro stato di eccitamento.
L’immagine sottostante cerca di dare un’idea della situazione. Purtroppo la mancanza di una Panda dell’epoca ha costretto chi scrive a utilizzare un letto, per questa e per le prossime fotografie ricostruttive.


Infine qualche parola sui pantaloni di Claudio. Abbiamo visto che furono trovati sulla piattaforma posteriore, accanto al divanetto chiuso a libro, che forse almeno in parte li sormontava. Una pallottola ne aveva attraversato la tasca posteriore destra, forando da parte a parte il portafoglio ivi riposto e rimanendone poi intrappolata. Infine sul gluteo destro di Claudio fu riscontrato un ematoma. Il che ha fatto prendere in esame l’ipotesi che al momento degli spari il ragazzo avesse i pantaloni addosso, e che fosse stato il Mostro a toglierglieli dopo. A conferma Rover ha anche osservato che i suoi calzini sembrano in parte sfilati a decesso già avvenuto, con le macchie di sangue che non corrispondono alla pianta dei piedi (presumendo quindi che gli stessi avessero poggiato a terra prima dello spostamento del corpo).


A giudizio di chi scrive l’operazione è però da escludere. Non se ne comprende il motivo, e non si vede come il Mostro avrebbe potuto compierla nelle ristrettezze dello spazio a disposizione, per di più su un corpo non collaborativo. L’ematoma sul gluteo, se non preesistente, dovette essersi formato per un urto contro la lamiera della piattaforma durante la sparatoria, mentre riguardo le macchie di sangue sui calzini è opportuno osservare la foto seguente, presa da altra angolazione.


L’immagine purtroppo è in bianco e nero, ma consente comunque di osservare che i calzini di Claudio furono inzuppati dal sangue proveniente dalla piattaforma, quando il ragazzo era già deceduto.

La dinamica. Prima di descrivere una plausibile dinamica, è bene ribadire il fatto che i risultati saranno per forza affetti da una certa approssimazione, più che nei casi precedenti. In ogni modo chi scrive preferisce proporre comunque una ben precisa sequenza di sparo, che quantomeno potrà costituire un punto di partenza per eventuali riflessioni del lettore.
Conosciamo con precisione l’ora dell’attacco, le 21.45, poiché due testimoni riferirono separatamente di aver udito a quell’ora dei colpi d’arma da fuoco provenire dalla zona; il che si accorda in ogni caso sia con gli orari di uscita e di presunto rientro dei ragazzi sia con la fase preparatoria in cui i due si trovavano. Al loro arrivo quasi certamente il Mostro stazionava già nei pressi, sulla collinetta adiacente, da cui poteva disporre di un’ottima visuale della zona. Ancora con grande probabilità l’individuo aveva parcheggiato la propria auto sulla sterrata che portava al fiume Sieve, dall’altra parte della provinciale.
Nel tempo in cui il Mostro si era portato sul campo di erba medica accanto al lato destro della Panda, i ragazzi avevano effettuato le loro convulse manovre di parziale preparazione del “letto” e parziale svestizione, con Pia che ancora teneva la camicetta e il reggiseno infilati al braccio destro. La luce era accesa.
L’attacco avvenne dal lato passeggero, visto che da quello guidatore non c’era spazio, e, come al solito, il primo bersaglio fu il ragazzo.


Favoriti dal silenzio del bosco e dalla piccola apertura del finestrino lato guida, i rumori prodotti dai movimenti dell’assassino in mezzo ai cespugli erano arrivati alle orecchie di Claudio, che aveva guardato verso il finestrino girando parzialmente il busto. Un primo colpo infranse il vetro e lo colse al torace, ma non penetrò oltre il derma, poiché, per l’angolo d’impatto non ortogonale alla superficie vetrosa, il proiettile aveva incontrato una notevole resistenza, e quindi si era frammentato e molto rallentato. I due poveretti furono anche investiti da schegge di vetro e di metallo, alle quali si devono sia una piccola lesione  al torace di Claudio, sia forse la ferita di striscio all’avambraccio di Pia.


Con una reazione istintiva Claudio fece perno sulle gambe e saltò sopra la piattaforma finendo un po’ sul fianco destro e almeno in parte addosso alla fidanzata, con l’istintivo proposito di proteggere lei e insieme allontanarsi dalla minaccia. È probabilmente questa l’occasione in cui il gluteo destro del ragazzo impattò su una superficie dura, da cui il successivo ematoma. Intanto l’aggressore infilò rapidamente una mano dentro il finestrino facendo cadere molti frammenti del vetro nell’abitacolo, e sparò altri due colpi in successione, di cui uno finì fuori bersaglio colpendo i pantaloni riposti sulla piattaforma, l’altro colpì Claudio all’addome. Lo stomaco del ragazzo fu attraversato dal proiettile, e iniziò a espellere cibo e sangue che andarono a ostruire le vie respiratorie per diventare forse (documento di Rover) causa effettiva di morte.


Con Claudio gravemente ferito e Pia immobilizzata dal suo corpo e in ogni caso intrappolata nel dietro dell’auto, l’assassino dovette prendersi un momento di pausa per valutare la situazione, prima di riprendere a sparare, come del resto si arguisce dalla testimonianza di chi aveva udito i colpi: “Alberto C. e Piero C. […]  udirono […] tre o quattro colpi […] in rapida successione, seguiti a breve distanza da altri due colpi” (Al di là di ogni ragionevole dubbio). Non è possibile stabilire quale fu il primo e quale il secondo, in ogni caso i due proiettili successivi colpirono Claudio dietro l’orecchio sinistro e Pia allo zigomo destro, entrando entrambi nella scatola cranica e mandando in coma i due poveretti.
Riposta la pistola e messo mano al coltello, il Mostro tirò su la sicura e aprì la portiera, e fu forse in quest'occasione che lasciò sulla cornice superiore due serie di impronte risultate purtroppo non utili, ma che in ogni caso ci dicono che non portava i guanti. Suo scopo era quello di tirare fuori il corpo di Pia, il quale però era bloccato da quello di Claudio. Il ragazzo doveva dare ancora dei segni di vita, considerate le ben dieci coltellate che ricevette. Le prime gli furono vibrate subito, sulla parte sinistra. Poi il Mostro lo spinse via, facendogli compiere una rotazione di 180 gradi, e lo accoltellò ancora sulla parte destra.
Una volta liberato il suo corpo, il Mostro prese per i piedi Pia e la trascinò fuori. Quando le vibrò le due coltellate sulla parte destra del collo, mentre era ancora in auto o dopo? La domanda non è inutile, poiché, per il presunto pentito Giancarlo Lotti, Mario Vanni lo avrebbe fatto fuori dall’auto. In effetti in auto il Mostro avrebbe dovuto scegliere il lato sinistro del collo, non il destro, quindi si deve pensare che l’avesse accoltellata fuori.

Gli aloni. Sul fascione paracolpi in materiale plastico che ricopriva la parte inferiore della portiera destra della Panda furono osservate due impronte da asportazione di polvere, di forma più o meno circolare (10x6cm, secondo Autorino al processo Pacciani). Si trattava senza dubbio dell’effetto dovuto all’appoggio di ginocchia. Supponendo che fosse stato il Mostro a lasciarle, De Fazio e colleghi cercarono di trarne indicazioni utili a calcolare la sua altezza.

Sul fascione della portiera destra della Panda dello Stefanacci sono state rilevate due impronte, dovute all'asportazione della polvere della portiera, e sul gocciolatoio della stessa fiancata delle impronte digitali. Sembra possibile ipotizzare che qualcuno, forse l'omicida, abbia appoggiato una mano sul tetto dell'auto e, chinandosi per compiere una qualche operazione attraverso il finestrino, abbia toccatocon le ginocchia la portiera, lasciando le predette impronte.  Il margine superiore di esse dista dal suolo circa cm.60, mentre il punto medio dista circa cm.56 e quello inferiore cm.53 circa. Assumendo come riferimento il punto medio, probabilmente corrispondente alla regione medio-rotulea, si può attendibilmente presumere che la distanza di esso da terra corrisponda alla lunghezza della gamba, piede e scarpa comprese; ciò potrebbe valere a fornire qualche ulteriore indicazione in ordine alla statura del soggetto. Un primo elemento può essere tratto dall'utilizzazione delle tavole antropometriche del Rollet che ad una lunghezza dell'osso tibiale di cm.43 riferiscono, per l'uomo, una statura di cm.183. L'eccedenza di cm.13 del valore di cui si dispone (cm.56) può compensare ampiamente la differenza dovuta al piede, alla scarpa ed alla parte del ginocchio sovrastante la tibia, posto che la "misura" è riferita alla gamba e non alla sola tibia. Il dato, anche se molto approssimato, sembra deporre, o quanto meno non sembra in contrasto con l'ipotesi di una statura superiore a cm.180.

Cominciamo con l’avallare decisamente l’ipotesi che fosse stato il Mostro a lasciare quelle impronte. Chi prima di lui avrebbe potuto accostarsi con le ginocchia alla portiera della Panda? Nessuno appoggia le proprie ginocchia alla portiera di un’auto, non se ne vede il motivo. Non lo fa un estraneo, ma neppure il proprietario. In ogni caso non sembra che Claudio Stefanacci fosse molto alto – chi scrive però non ha il valore preciso della sua statura, forse qualche lettore potrebbe saperne di più – quindi le ginocchia non erano le sue.
Ma torniamo al calcolo della presunta statura dell’assassino. Gli esperti di Modena si limitano a valutarla “superiore a cm.180”, ma i loro calcoli confusi non lasciano molto tranquilli. Proviamo a ripeterli, prendendo come riferimento la stessa immagine utilizzata nel precedente articolo sul delitto di Giogoli.


Come si vede, l’altezza del punto inferiore del ginocchio è circa un quarto della statura dell’individuo. Se consideriamo il caso in esame, tale valore è di 53cm, da diminuirsi a circa 50 per la presenza di una scarpa con il suo tacco. Il che porta a calcolare una statura per il Mostro di circa 2 metri, la quale, data la sua altissima improbabilità (quanti in Italia sono alti intorno ai 2 metri, uno su mille?), appare decisamente troppo elevata.
In realtà quando il Mostro aveva appoggiato le ginocchia alla portiera della Panda, doveva essere stato in punta di piedi. In quel momento aveva sentito l’esigenza di stabilizzare la propria posizione spingendo con le ginocchia e tirando con una mano abbrancata da qualche parte, forse al profilo a rilievo sul tettuccio. Era molto vicino alla portiera, e il gesto istintivo per arrivare a toccarla fu quello di fare perno sull’articolazione del piede. L’immagine sottostante cerca di dare un’idea dell’azione.


Il guadagno sull’altezza del ginocchio è al massimo di una decina di centimetri. Se si vuole arrivare a una statura del Mostro di un metro e ottanta, si deve ipotizzare che esso fosse stato di otto centimetri, con il che l’altezza della base del ginocchio sarebbe stata dei 45 necessari.

Il mistero del proiettile ramato. Il lettore sa bene che, a partire dal delitto di Scandicci fino all’ultimo di Scopeti, il Mostro usò sempre proiettili in piombo nudo, probabilmente tutti appartenenti alla medesima scatola da 50. Con l’unica eccezione di Giogoli, dove ne sparò anche uno ramato, come quelli utilizzati nel 1974 a Borgo, quindi una probabile rimanenza della scatola di allora. A leggere invece una pagina del rapporto della Scientifica compilato per il PM un proiettile ramato sarebbe anche tra quelli recuperati a Vicchio. 


Dai cadaveri sono stati estratti, e qui consegnati, nr.3 proiettili di piombo nudo, di cui uno ovalizzato, un proiettile di piombo ramato ovalizzato, ed un frammento, reperti che vengono qui custoditi a disposizione della S.V.

Cominciamo col rilevare la presenza di una inesattezza che riguarda i proiettili estratti dai corpi: non furono quattro ma tre – se quello all’addome di Claudio non era uscito dalla schiena, altrimenti due – più il frammento rinvenuto sotto la pelle del torace di Claudio. Come abbiamo visto, un altro proiettile, andato fuori bersaglio, rimase nella tasca dei pantaloni del ragazzo.
Ma chi compilò il rapporto commise un altro e più grave errore, elencando tra i proiettili recuperati uno del tipo ramato. Di quel proiettile non si è mai saputo nulla, quindi la successiva perizia balistica, purtroppo non disponibile a chi scrive, senz’altro non lo rilevò. Chi vede il Mostro di Firenze come un imprendibile genio del male farebbe bene a riflettere su particolari come questo.

78 commenti:

  1. Quindi le impronte delle ginocchia sullo sportello erano due e non una come si legge spesso. Concordo sul fatto che -dette impronte- le lasciò lo sparatore e che costui fosse in punta di piedi come mostrato nella foto esplicativa. Tutto ciò può significare che lo sparatore non utilizzasse, in quel momento, una pila a mano per farsi luce. E' un particolare minimo ma non insignificante.
    Di questo delitto abbiamo l'ora esatta e non solo: i testimoni ci forniscono una indicazione precisa sulla frequenza di sparo. Tre/quattro colpi in rapida successione e, dopo una pausa, altri due; questi potrebbero essere interpretati come "colpi di grazia" mirati e meditati a vittime ferme. Ma il punto che vorrei trattare è l'ora precisa. E' possibile che i due ragazzi ritenessero di proteggersi dal mostro uscendo sul presto e tornando ben prima dell'ora in cui la vulgata (ma non solo) collocava gli attacchi. Era diffusa anche l'idea che il mostro non scegliesse le vittime ma il luogo d'appostamento. Il combinato disposto fornì (forse), ai ragazzi ed ai genitori, una falsa sicurezza. Lotti (aldilà del fatto che per te è il killer e per me è il "procacciatore" di vittime) dichiarò di averli spiati giorni prima del duplice omicidio. Voglio dire che questo delitto ha una grande valenza vittimologica, contrapposta all'idea (errata) che il mdf non scegliesse le vittime e che avesse motivi psicopatologici/esoterici per colpire intorno alla mezzanotte.

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    1. Se non sbaglio avevano la casa libera di lui , secondo me al mostro neanche ci pensavano dato che in carcere c'erano 2 presunti mostri ... Toxicity secondo te chi era il mostro ? Secondo me un sk non delega la scelta delle vittime ad un'altro

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    2. Ho inserito le frasi precedenti a quelle già riportate dalla perizia De Fazio sugli aloni. Erano due, e anche De Fazio vide il Mostro che da una parte spingeve con le ginocchia, e dall'altra tirava con una mano.
      Colgo l'occasione per rimarcare l'abissale distanza tra Toxicity e me sulla visione della vicenda, ma nello stesso tempo devo esprimere la mia grande ammirazione per i suoi toni sempre garbatissimi.

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    3. In carcere c'era uno dei tanti presunti mostri, quindi i ragazzi si sentivano tranquilli.

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    4. X Mik 84: Non comprendo la scelta di avere dei rapporti in auto e parliamo di una panda non di una limousine, quando si ha a disposizione una casa libera nella quale sentirsi più al sicuro... Misteri...

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    5. Sono usciti dal paese perché pare fosse imminente l'arrivo della mamma di Claudio da una visita a parenti ( che infatti arrivò a casa intorno alle 23)

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  2. @Mik 84
    Non voglio far torto al nostro ospite Antonio andando OT. Avrai notato che gli spazi in cui portare avanti discussioni si vanno purtroppo restringendo e questo fatto richiede responsabilità nel gestire i rimanenti. Detto questo ti rispondo diretto: Il medico del lago era -a mio parere- il soggetto psicopatologico da cui si è originato tutto. Non penso ad una vera e propria delega alla scelta, ma a delle segnalazioni: il "mio mostro" non aveva tempo e modo di svolgere da solo il compito.
    Tornando in argomento. Gli arresti, da ciò che ho potuto leggere dai giornali e dalle testimonianze di chi quei tempi li ha vissuti, non tranquillizzavano che pochissimi. Gli stessi inquirenti invitavano comunque alla massima cautela.

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  3. ciao Antonio..ho provato anch'io a simulare un attacco con una vecchia Panda ..il movimento , come dalle foto da te postate, e' tipico di una persona abbastanza alta che deve abbassarsi per mettersi in piano con la traiettoria di tiro..difatti il mostro , forse anche a causa delle asperita' del terreno , flette leggermente le ginocchia e con la mano sx trova appiglio tra il tettuccio e la fine del finestrino..domanda: secondo te provenendo da Dicomano una luce di cortesia accesa poteva vedersi al buio? pensavo che il mostro abbia potuto scorgere la luce di cortesia mentre transitava in quel tratto e che poi sia entrato in azione parcheggiando la macchina sul viottolo della sieve..e'solo un iotesi che mi e' venuta cosi' all'improvviso...

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    1. Non penso che si vedesse la luce interna dalla provinciale. Poi se pensi che l'attacco è avvenuto quasi subito appena i ragazzi sono arrivati, sarebbe stata una bella coincidenza che il Mostro fosse passato proprio in quel momento. A Baccaiano era successo così, e infatti i due poveretti non erano all'inizio.

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    2. si, a pensarci bene il mostro doveva trovarsi gia'li'altrimenti li avrebbe trovati ad amplesso iniziato..invece non gli diede il tempo nemmeno di spogliarsi completamente

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    3. In provenienza da Dicomano è possibile che la luce di cortesia si vedesse. Lo escludo venendo da Vicchio per via della collina che copre la visuale. Personalmente ritengo che il killer pattugliasse le zone a lui conosciute verificando di volta in volta le piazzole. Quindi le vittime potevano essere trovate sulle piazzole oppure potevano essere intercettate lungo la strada e seguite mentre si recavano sul posto. Questo spiegherebbe sia gli attacchi avvenuti nelle fasi preliminari del rapporto, sia quelli più tardivi come Baccaiano, inoltre elimina la necessità di un appostamento lungo e potenzialmente infruttuoso sul luogo del delitto, appostamento che oltretutto mal si sposa con la scelta del giorno che apparentemente sembra compiere l'assassino. Al limite estremo poteva anche appostarsi con l'auto lungo la strada e seguire le auto di vittime potenziali al momento che queste oltrepassavano la sua. In pratica se così fosse, sarebbero state le vittime stesse a portare il mostro sui luoghi del delitto. Altra necessità che viene meno con questo approccio è quella della ottima conoscenza dei posti. Basta sapere a grandi linee le zone dove le coppiette si appartano più volentieri. Ci sono vari modi per conoscerli inclusa (ma non in via esclusiva) la frequentazione delle discoteche del posto (Teen Club in Mugello, Anastasia a Scandicci e Giogoli, discoteche varie in Val di Pesa, etc.

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    4. Tutto è possibile, ma trovo poco logico pensare a un assassino che vede passare una coppia in auto e la segue, non sapendo se fosse in giro per un motivo o per un altro. Al massimo si potrebbe pensare che l'avesse tenuta d'occhio già in precedenza.
      Alla fine lo scenario di gran lunga più logico è che a Scandicci, Calenzano e Vicchio il Mostro fosse già nei dintorni in attesa di qualche vittima, non necessariamente quelle.

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    5. Beh, se il mostro è in agguato sulla Volterrana e capita un'auto 'papabile' basta seguirla per pochi minuti: se si apparta nella zona bene, se prosegue la lascia andare e torna all'agguato. Bastano 5 minuti. L'idea mi è venuta leggendo questa testimonianza che in ogni caso, al di là di alcune suggestioni un po' forzate, sembra documentare efficacemente una tipica tattica da guardone: il brano è tratto dal forum serialkiller.it e riguarda un'esperienza data per vera.

      25-01-2015 - Rcrux
      In questi giorni sto ripensando ad un fatto che mi accadde qualche anno fa, fate caso alle coincidenze con la vicenda MdF: nell'estate 2007, in Versilia, verso le 23 (orario in cui avvenivano gli omicidi o sbaglio?!), non saprei dire il giorno, dovrei chiedere alla persona che mi accompagnava, stavo guidando la sua macchina in queste belle strade toscane da film horror, non c'è in giro nessuno, all'improvviso ho dietro una macchina, una panda bianca(quella vecchia), con alla guida un tizio da solo. Io mi preoccupo, perché ho capito come con "un'illuminazione" che mi stava proprio seguendo...-al momento ho pensato che fosse uno della forestale che sapeva io fossi il proprietario della tenda che stava montata tra le frasche in una zona con campeggio vietato, dove mi stavo recando- ho frenato ed accostato, col groppo in gola sicuro che sarebbe sceso. invece mi supera, occhei, prosegue, ma..io aspetto un attimo, dico alla persona alla mia destra, no sai mi sono preoccupato, un po' spaventato ad essere sincero, poi riparto e questo me lo ritrovo subito davanti perché va pianissimo, tanto che praticamente mi obbliga a superarlo! lo risupero, lancio un'occhiata nello specchietto e penso..macheccazzo vuoii?! per fortuna arrivo in zona tenda e trovo ciò che stavo cercando(e non mi aspettavo poiché credevo fossimo "solo noi 2", avevo scelto quel posto apposta, e invece c'era come un bar temporaneo sulla spiaggia, che era accanto alla radura in cui avevo imboscato la mia casa mobile): gente. persone che bevono e ballano. mi parcheggio. la panda mi viene accanto, si parcheggia a distanza di un'altra auto fra le nostre, forse meno. mi volto, guardo dentro il vetro. il tizio mi sembra fare lo gnorri, guarda dritto avanti a sé il nulla..si sente osservato. Scendiamo dalla macchina, andiamo verso la gente. Aspettiamo qualche minuto credo davvero poco tempo, poi la panda si riaccende e se ne va per la strada da cui eravamo arrivati (credo l'unica asfaltata per arrivare al posto) e la domanda mi rimane: maccheccazzovoleva?! chi era costui?! era "solo un guardone" o cosa?!

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    6. Buonasera a tutti.Domenica 29 luglio 1984 il sole tramontò alle ore 19.31 e gli spari furono uditi alle 21.45. Era presumibilmente già buio completo essendo passate 2 ore e 15 minuti. Probabilmente però il chiarore successivo al tramonto, essendo estate, era durato forse per più di 1 ora. Ritengo che un pescatore (o presunto tale) potesse tranquillamente sostare senza dare nell'occhio dall'altra parte della Sieve rispetto al lato piazzola tenendo sotto ossservazione l'eventuale movimento di auto con coppiette. Alla fine riattraversare il fiume, riprendere l'auto con i feticci opportunamente nascosti fra le attrezzature per la pesca e immettersi nella strada provinciale 551 Traversa del Mugello senza destare sospetti.

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  4. Ma ci sarà un'altra puntata? o il discorso sulla perizia balistica rimane in sospeso? (anch'io - che coincidenza! ho solo quella pagina)

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    1. Il discorso rimane sospeso, nelle mani di chi custodisce gelosamente questo e altri documenti che invece farebbe bene a mettere a disposizione di tutti.
      Approfitto di questo spazio per promettere entro le vacanze di Natale la pubblicazione di tutti i verbali in mio possesso delle testimonianze dell'inchiesta sui CdM.

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    2. Su fb conosco virtualmente una persona che dice di avere dei documenti top secret anche se da questi documenti ha partorito una sua teoria da far drizzare i peli ...

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    3. qualcosa in più è possibile saperla? tipo nome della persona o qualche dettaglio in più

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    4. Approfitto per rispondere al messaggio privato di Fabio Canzani. Purtroppo non ho l'informazione che mi chiedi.

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  5. Molto interessato al tema del mostro di Firenze, un peccato e una frustrazione che non hanno mai scoperto. Dovrei leggere molti altri articoli per dare la mia opinione se l'assassino fosse lì o fosse arrivato dopo di loro. Blog eccellente Saluti dal Messico.

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  6. È certo che il mostro ha usato la sinistra x stabilizzarsi lasciando l'impronta e il destro per sparare? A spanne quando pubblicherai Scopeti ?

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    1. Non è affatto certo che il Mostro usò la sinistra per stabilizzarsi e la destra per sparare, anzi, io credo proprio il contrario. Purtroppo non abbiamo, a quel che mi risulta, la posizione longitudinale delle impronte, che se fosse stata spostata verso il muso avrebbe confermato il mio sospetto.
      Vedrai comunque che analizzando Scopeti sarà chiarissimo il fatto che il Mostro sparò con la sinistra. Ci vorrà però ancora qualche mese, poichè adesso non ho il tempo di dedicarmici.

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  7. Ciao Antonio cosa ne pensi della telefonata delle 4:28 ai cc?

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    1. Ciao Mik, bentornato da queste parti.
      Della telefonata penso che il mondo è pieno di gente che si diverte nel fare le cose più strane. Dal fornaio Farini al fabbro Ferri, dall'idraulico Tubi all'infermiere Cerotti.

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  8. Buongiorno Segnini,
    Ho letto il documento di Rover su vicchio e dice che su Pia furono trovati segni e graffi nella parte bassa della schiena a causa del trascinamento. La cosa strana è che questi segni siano solo nella zona bassa e non in quella alta. Capisco che aveva la camicetta parzialmente sfilata, ma una semplice camicia non mi sembra sufficiente ad impedire che la schiena si graffi.
    Lei che ne pensa?

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    1. Nel mio testo si dice che l'avrebbe trascinata fuori dall'auto prendendola per i piedi, il che dovrebbe essere vero. Ma sul terreno potrebbe poi averla presa per le ascelle, facendo sfregare solo la parte bassa della schiena.

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  9. mah....ho letto tutte le sue personalissime ricostruzioni, personalmente le trovo molto originali e dunque le faccio i miei complimenti per cercare comunque attraverso ipotesi mai battute, di scoprire una verità penso però oramai compromessa..
    tuttavia, propio perché molto innovative, a parer mio, le sue ricostruzioni a volte destano dubbi e sembrano in certi particolari un po' forzate.
    questa nello specifico, ha due particolari che lei da per scontati, ma per conto mio, non lo sono propio, o lo sono nel senso inverso, e mi spiego:
    1) lei dice che i 2 ragazzi avrebbero voluto prepare il giaciglio al massimo della comodità, con il divanetto posteriore esteso al massimo, i sedili spostati in avanti e tirati giù senza poggiatesta.....ma i rilievi dicono una cosa ben diversa, col divanetto riposto a "libro" e i Poggiatesta sedili ant.inseriti....quindi la sua ricostruzione pii che su fatti reali, si basa su una sua personalissima idea, che i ragazzi avrebbero voluto stare più comodi......alcuni penserebbero invece che i ragazzi presi dalla foga si sarebbero accontentati pure di avere un rapporto intimo pure sulla lamiera ( a 20 anni non ci sono problemi di niente)
    pare a mio modo di vedere pure assurdo che come dice lei, si sarebbero voluti coprire con una coperta ritrovata in auto il 29 luglio....
    2) le tracce sul fascione dell' auto, lasciano veramente il tempo che trovano, addebitarle al mostro ( che per giunta, se ne dedurrebbe avere altezza di circa 1.80) mi sembra veramente una forzatura.
    a mio modo di vedere chiunque può lasciare dei segni ( sempre ammesso che siano stati veramente dei segni di ginocchia appoggiati) in un auto.
    in ultimo, non vedo il motivo per cui, solo in questo duplice omicidio il mostro abbia sentito il bisogno di alzare la punta dei piedi,appoggiare le ginocchia, tenersi con la mano destra o sinistra...troppe cose che secondo me non quadrano.
    un altra cosa che non capisco ( e ovviamente questa è una cosa che è avvenuta veramente) è il motivo percui il mostro abbia sparato dal finestrino anteriore destro.....ma se come dice lei ( e su questo sono daccordo) il mostro si trovava già prima nei pressi del luogo e abbia visto tutta la scena pre rapporto..... perché non sparare attraverso il finestrino posteriore destro, visto che i ragazzi erano sul retro?
    non ricordo perfettamente, il modello di panda anni '80, ma penso abbia avuto finestrini posteriori, sufficentemente larghi per portare a termine un attacco con più comodità, trattandosi di persone posizionate dietro.......se sbaglio in questo, le chiedo scusa della cavolata che ho detto in anticipo.
    grazie e comunque, complimenti all'impegno e alla dedizione che adopera in queste ricostruzioni.

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    1. Credo che se non avessero voluto preparare la Panda a letto si sarebbero messi sui sedili anteriori reclinati. Opinione personale, senza possibilità di verifica.

      Riguardo la coperta, non so quanto pesante fosse. Potrebbe anche essere stata leggera e servire non tanto contro il freddo quanto per sentire meno esposte le proprie nudità. Anche questa è un'opinione personale senza possibilità di verifica.

      Chi vide le due zone di asportazione di polvere, le interpretò come conseguenza dell'appoggio di due ginocchia, e francamente anch'io non vedo cos'altro avrebbero potuto essere. E chi si mette con le ginocchia contro la portiera di un'auto? A lei è mai capitato? Bisogna poi pensare che quelle impronte certamente non erano del povero Claudio, di modesta statura. Quindi un estraneo di alta statura si sarebbe messo con le ginocchia contro la Panda del ragazzo mentre era parcheggiata in strada. Lo ritiene verosimile?

      Ho provato personalmente la condizione in cui viene da sollevarsi sulla punta dei piedi. L'azione è naturale nella ricerca di un posizionamento stabile se si vogliono accostare le ginocchia alla lamiera. D'altra parte un Mostro alto due metri mi pare davvero poco probabile, vista la statura media degli italiani nati negli anni '40. Quindi non vedo altra spiegazione se non quella.

      Riguardo la scelta del finestrino anteriore o posteriore, non credo facesse così grande differenza. Come si fa a sapere perché l'assassino preferì l'anteriore? Forse per come si era avvicinato.

      In ogni caso io preferisco sempre proporre uno scenario, quello per me più probabile, piuttosto che lasciare tutto nell'incertezza. In questo modo chi legge ha comunque un termine di paragone, se non si trova d'accordo.

      Prego anche lei di mettere una sigla o un nome dentro il testo per farsi riconoscere, scrivendo come Unknown.

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  10. In corrispondenza dei segni delle ginocchia, sul gocciolatoio in alto, vi erano anche delle impronte digitali che purtroppo non avevano sufficienti punti utili per tentare un'identificazione, però c'erano. A me pare abbastanza logico che la persona che ha appoggiato le ginocchia ha lasciato anche queste impronte, perlomeno è una cosa molto probabile. Quindi diventa molto inverosimile poterle attribuire al Mostro, il quale in sei delitti precedenti non ha mai lasciato un'impronta digitale che sia una pur aprendo sportelli, spostando i cadaveri, frugando nelle borsette e via dicendo. Sarebbe impazzito tutto d'un colpo ed avrebbe agito a Vicchio senza guanti? Io direi che questi segni potrebbero essere stati lasciati dai primi ragazzi, amici di Pia e Claudio, che trovarono l'auto, in ogni caso è davvero forzato attribuirli al Mostro.

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    1. La forzatura mi pare la sua, che le attribuisce ai primi ragazzi che trovarono l'auto. Secondo lei si sarebbero appoggiati con le ginocchia. Si figuri la scena e ci rifletta bene.
      Riguardo le impronte di dita, dove sta scritto che il Mostro portava i guanti?

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    2. Purtroppo in questa vicenda c'è ben poco di scritto e di sicuro. Dico solo che se in otto duplici omicidi nei quali spesso ha toccato le auto, i corpi, gli oggetti, non ha mai lasciato impronte c'è da pensare che portasse i guanti.

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    3. Diciamo pure che non state mai rilevate impronte. Non è proprio uguale. Del resto sappiamo bene quale fosse il livello sia della rilevazione di tracce sia della contaminazione della scena del crimine.
      Dentro la tenda di Scopeti doveva esserci per forza una lampada da campeggio accesa, altrimenti sarebbe stato impossibile inquadrare i bersagli attraverso la zanzariera. In ogni caso i due una lampada da campeggio dovevano averla. Il fatto che non sia stata ritrovata può voler dire soltanto che il Mostro se la portò via. Perché? Voleva un ricordo? O forse perché sopra c'erano le sue impronte insanguinate dopo che se ne era servito per illuminare il corpo della donna mentre lo mutilava?
      Certo, ipotesi, ma qui bisogna farle delle ipotesi se si vuole disegnare un quadro realistico e non lasciare che tutto scada nelle sciocchezze dei gruppi di assassini o di Zodiac. Ipotesi plausibili, naturalmente.

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  11. Buon pomeriggio signor Segnini, se ho capito bene secondo lei il mostro aveva parcheggiato sulla riva opposta della Sieve, ho capito bene?
    Guadare la Sieve, nei periodi estivi non presenta nessuna difficoltà l'ho fatto anche io indossando semplici sandali robusti. Però mi chiedo come facesse il mostro a vedere la piazzola stando dalla parte opposta del fiume. Se fosse passato dalla strada da dove partiva il sentiero che portava alla piazzola avrebbe impiegato troppo tempo per raggiungere la provinciale. E d'altra parte mettersi fiducioso ad aspettare che la coppia arrivasse, così per un colpo di fortuna mi sembra improbabile.
    Lei ritiene possibile che il mostro , nei giorni precedenti al delitto, abbia seguito Pia fino a casa? Mi sembra che ci sia una testimonianza che lo proverebbe. In quel caso, una volta uscita di casa la ragazza, il mostro avrebbe raggiunto la piazzola sicuro che i due ragazzi sarebbero arrivati.
    Grazie
    Stefania

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    1. Mi era sfuggito questo suo intervento. Secondo me il Mostro aveva parcheggiato dall'altra parte della strada rispetto alla piazzola, dove scorre la Sieve. C'è un sentiero che scende al fiume, ci sono anche stato e mi è parso il luogo ideale.
      Credo che il Mostro non avesse seguiti i ragazzo, ma avesse atteso sul posto che arrivassero. Probabilmente aveva dovuto fare più di un viaggio, ma non crede che per il suo delitto annuale avrebbe fatto volentieri questo sacrificio?

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    2. Sì assolutamente. Però ho qualche perplessità per quanto riguarda "il delitto annuale" e mi piacerebbe sapere cosa ne pensa lei riguardo ed eventuali attacchi falliti.
      Lei ritiene che non sia mai successo che il mdf abbia dovuto rinunciare del tutto ad un delitto?
      Magari per il sopraggiungere di un'auto o per altri motivi?
      Perché non ha mai colpito nella zona di Bagno a Ripoli/Pontassieve? Eppure, ammesso che prendesse l'autostrada, se usciva a Firenze Sud era a pochi minuti da queste zone.
      Che ne pensa lei?
      Grazie come sempre per la risposta
      Stefania

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    3. Dopo la partenza del 1981 con due delitti, il Mostro si accontentò di uno all'anno, sufficiente per tenere in piedi l'interesse per il suo personaggio. Non erano impulsi maniacali a spingerlo, ma decisioni razionali.
      Avrà rinunciato più volte all'attacco, anche se non si ha notizia di coppie che se ne siano accorte. In ogni caso credo che se in uno di quei casi fosse riuscito ad arrivare in fondo, per quell'estate si sarebbe accontentato.
      Deve anche considerare la disponibilità di munizioni, che a partire dal delitto di Scandicci erano quelle di una scatola da 50. Quindi o tutti insieme o diluiti sempre sei delitti circa sarebbero stati. Poi basta.

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    4. Riguardo la zona di Bagno a Ripoli e Pontassieve non saprei. Chissà cosa aveva in testa?

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    5. E pensare che, se non ricordo male, secondo Lotti al ritorno da Vicchio nell'84, sono passati proprio da Pontassieve, stranamente al Lotti dei paesi dai quali sono passati lui ricorda solo il Girone. Mi colpì questo fatto, perché il Girone è una frazioncina di Fiesole, praticamente alle porte di Firenze.
      Forse davvero quella zona era troppo lontana per lui.
      Stefania

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    6. Forse proprio perché GL si ricorda di una frazione così piccola potrebbe esserci passato davvero...

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  12. Anche io la penso come Stefania. Il mostro sarebbe stato un pirla a non indossare i guanti, lo dimostra il fatto che in tutti gli omicidi non sono mai state trovate impronte, eppure ha dovuto aprire portiere delle auto e spesso rovistare gli oggetti e borsette delle vittime. Per i segni sullo sportello destro della Panda è molto difficile ricavare l'altezza perché i pantaloni potrebbero falsare lo spazio di asportazione reale della polvere, poi non sappiamo quando questi segni siano stati fatti, potrebbero essere stati prodotti anche in precedenza rispetto a quella sera. Leandro

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    1. Insomma, tutto affinché non si possa escludere un mostro basso come Salvatore Vinci! Ognuno è libero di credere quel che vuole, però, se un giorno le capiterà, provi a contare le impronte di ginocchia sulle auto in una zona dove ce ne siano di impolverate. Quante immagina di trovarne?
      La storia dei pantaloni che avrebbero alzato il livello delle impronte è senz'altro originale, ma non sta in piedi, ci pensi bene.
      Sui guanti ci sono vari indizi che non li portasse. Mi Viene in mente il segno di un'unghia accanto alle labbra di Stefania Pettini, per esempio.

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  13. - A parte il fatto che ne basta 1 e non ce ne bisogno di trovarne migliaia,
    - a parte che appoggiarsi frontalmente su un lato auto non è cosa così dell'altro mondo: come ci si appoggia di schiena, capita di farlo anche nell'altro modo. L'appoggiarsi serve appunto all'appogiarsi.

    E per quella del "segno di un'unghia"... vabbè, ma che adesso prendiamo per buono quello che c'è nelle perizie?

    Ti ricordo che tu sei uno dei primi a 'ricostruire' ogni scena del delitto e perizie balistiche e autoptiche sostenendo che i periti han sbagliato/mal interpretato/contato male/toppato clamorosamente [Zuntini].

    E se non bastano le tue, beh che dire per quelle autoptiche di Scopeti? manco il giorno c'hanno preso!

    Quindi potremmo dire, e tu dovresti essere il primo, che la perizia ha parlato di "segno d'unghia", ma in realtà potrebbe anche essere segno d'altro, o la perizia sballata completamente, o addirittura - se avesse usato guanti chirurgici - che il guanto gli si era stappato su quel dito.

    Insomma:

    Il punto, così come per l'altezza, molto ma molto più semplice è che:
    * NON SI SA se il mdf indossasse i guanti; se li indossasse ogni volta o qualcuna si e qualcuna no; o se non li indossasse mai; o se ne indossasse solo uno e quale; nè si sa che tipo di guanti indossasse usandoli, o cos'altro mai.

    Se ci atteniamo ai verbali e alle deposizioni, abbiamo:
    - SM che non fa alcuna menzione di guanti
    - NM che non fa alcuna menzione di guanti
    - GL che non fa alcuna menzione di guanti

    Se ci atteniamo all'esame del DNA:
    - una impronta di DNA "ignoto" è stata trovata a Scopeti
    - una corrispondenza di DNA del SV è stata trovata su uno degli stracci che avvolgevano quello 'più famoso, sporco di sangue e tracce di sparo'

    Se ci atteniamo alla lettera col lembo di seno:
    - nessuna traccia e nessuna impronta è stata trovata.

    Anche in questo caso, per quanto già si possano avere forse probabilità maggiori per il non-uso-dei-guanti, queste restano lo stesso di mero ambito di pura soggettiva scelta aprioristica ed indimostrata.

    Non eravamo lì al momento dei delitti; non lo sappiamo. E se il mdf non ce lo viene a confessare di persona: nemmeno lo sapremmo mai.
    Non c'è da farne una tragedia: alcuni particolari sono ignoti.
    E per l'oggettività di analisi, è meglio che restino ignoti piuttosto che ognuno se ne inventi un "era con" o "era senza" a seconda di come possa piacere di più.

    Io non credo si possa escludere il SV (che è carico di elementi indiziari il suo groppone) o chiunque altro, per una impronta di forse ginocchia su una fiancata di una macchina, di cui:
    - non si sa quando l'impronta sia stata lasciata
    - non si sa da chi l'impronta sia stata lasciata
    - non si sa come l'impronta sia stata lasciata
    - non è nemmeno così certa (anzi, tuttaltro) la misurazione dedotta dell'altezza corrispondente.

    E, di nuovo, non perchè questo o quello mi siano più o meno sospetti o simpatici.
    Ma perchè quelli sono "non dati".
    Nel senso che non hanno un briciolo di oggettivazione (nè intrinseca nè dedotta), esclusa quella di riconoscere che sulla fiancata della macchina c'erano due aloni. Aloni che potrebbero essere stati probabilmente lasciati da un paio di ginocchia.

    Sappiamo invece che per Vicchio, il buon GL in incidente probatorio, disse che lui, PP e VM patirono dal piazzalone di San Casciano alle 22:00, dove si erano dati appuntamento, per andare direttamente (eccetto che per una sosta caffè in un bar lungo la strada... vuoi mai che ti viene l'abbiocco di sonno mentre spari e escindi, eh) a Vicchio ad uccidere due persone.
    Persone però che alle 21:45 erano già state uccise da quella stessa cal.22 che alle 22:00 stava ancora in tasca ad uno dei tre cattivoni.

    Se usiamo lo stesso criterio di guanti e altezza, proprio lo stesso, allora dobbiamo 'riconoscere' che:
    - il mdf era alto
    - il mdf non usava i guanti
    - il mdf aveva la macchina del tempo


    hzt

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    1. Le tue acrobazie dialettiche non mutano la realtà dei fatti. Nessuno si accosta con le ginocchia alla portiera di un'auto, e il fatto che proprio su quella portiera proprio da dove aveva sparato il Mostro ci siano delle impronte che lo indicano più alto di Salvatore Vinci è un macigno inamovibile.
      Certo, c'è sempre la possibilità che l'aggressore si fosse portato dietro uno sgabello.

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  14. "Nessuno si accosta con le ginocchia alla portiera di un'auto"[cit]. ma che dici?! e pure con quanto assolutismo!
    - Se a te non è mai capitato di appoggiarti alla fiancata della (tua, che so) auto mettendo le ginocchia sulla fiancata (e magari anche il busto appoggiato al finestrino) e le braccia incrociate appoggiate al tettuccio o al suo bordo, magari mentre stai aspettando qualcuno che sai che deve arrivare dal lato opposto a quello che sei tu rispetto all'autovettura: NON vuol dire che non sia un comportamento che si faccia; e meno che meno con l'assolutismo del tuo enunciato.

    Oltretutto, mettersi con le ginocchia appoggiate alla fiancata per sparare a chi c'è dentro:
    - è scomodo
    - è anti-ergonomico e fuori baricentro (per cui devi correggere con atta postura)
    - è di ostacolo al mirare: la testa non ti risulta allineata con la pistola, costringendoti a metterti a 'sedere in fuori', busto in avanti ed in punta di piedi (riducendo l'equilibrio).


    Parliamo degli ALONI, e non 'impronte di ginocchia', che quella è solo una ipotesi leggibile, ed infatti si legge: "...Sembra possibile ipotizzare che...".
    1) "sembra" [condizionale]
    2) "possibile" [condizionale]
    3) "ipotizzare" [condizionale]

    certezza di impronte di ginocchia? ma de che?!

    E adesso vediamo per l'altezza...
    In Perizia si legge:
    1) "...utilizzazione delle tavole antropometriche del Rollet che ad una lunghezza dell'osso tibiale di cm.43 riferiscono, per l'uomo, una statura di cm.183..."
    Quindi una media, ossia SE tutti gli uomini fossero uguali. Purtroppo, ci sono anche quelli fuori dalle medie (in più e/o in meno). Quindi:
    - si parte da una generalizzazione. dunque: [condizionale].

    2)".... L'eccedenza di cm.13 del valore di cui si dispone (cm.56) può compensare ampiamente la differenza..."
    - "può compensare". [condizionale]

    3) "... Il dato, anche se molto approssimato, sembra deporre, o quanto meno non sembra in contrasto con l'ipotesi di una statura superiore a cm.180"
    - "molto approssimato" [condizionale]
    - "sembra deporre" [condizionale]
    - "o quanto meno non sembra" [condizionale]
    - "con l'ipotesi di" [condizionale]

    'mdf'(sic) alto 1,80? ma de che?!

    E a tutti questi condizionali:
    A) sono impronte di ginocchia? non si sa.
    B) Ne è stata calcolata l'altezza corretta? non si sa

    bisogna ancora aggiungere quelli proprio di base:
    C) Sappiamo con certezza quando quegli aloni furono lasciati? non si sa.
    D) sappiamo con certezza che li lasciò il mdf? non si sa.

    Quegli ALONI, purtroppo, non includono e non escludono nessuno, ed ancor meno sono utilizzabili 'a carico' o a 'discolpa' di alcuno. Sono solo una catena di condizionali di cui sono pure mezzi ignoti i parametri di calcolo (che scarpe? dossi/avvallamenti/pendenza terreno? pressione dei pneumatici?)

    l'unica cosa certa è che SE sono di ginocchia e SE le ha lasciate il mdf:
    - non può averle lasciate prima della frantumazione del finestrino anteriore dx... di cui però nessuno sa quando, e come questo avvenne.
    La portiera è stata infatti trovata chiusa (senza sicura) ed è certo che il mdf 'entrò' nell'abitacolo per le pugnalate almeno, e dil cadavere della VF all'esterno.
    Quindi il mdf richiuse la portiera e parte dei cocci ritrovati nell'auto possono anche essere staccatisi da un vetro men danneggiato in quell'atto.

    hzt

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    1. Non credo che una discussione del genere porti molto lontano. Sperare che tu ammetta l'evidenza è impossibile. Continuo a sostenere che nessuno si accosta con le ginocchia alla portiera di un'auto nella vita normale, tantomeno se è impolverata da lasciarci le impronte da asportazione. In questo caso abbiamo la coincidenza che un'azione che nessuno farebbe risulta che sia stata fatta proprio sulla portiera davanti alle quale ha lavorato il Mostro. Una coincidenza davvero incredibile, pari se non superiore alla malattia di Mele proprio il giorno dell'omicidio. Come quella viene elegantemente ignorata dai fautori del Mostro anche a Signa, questa viene elegantemente ignorata dai fautori del Mostro = uomo basso = Salvatore Vinci. A qualcuno piace far tornare le carte, a me piace leggerle come sono.
      Io chiudo qui.

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  15. Speravo mi portassi qualche elemento concreto e documentato a smentita del fatto che ciò che si legge nelle docu ufficiali in merito, siano tutti nessuno escluso dei condizionali.
    Fa niente.
    Passo anche io.


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  16. se hai occasione, vai a questo sito:
    http://www.dietapuerari.it/index.php?module=Documenti&func=section&secid=214
    [rielaborato da Rielaborato da: medicina.unipr.it/didattica/att/1228.3227.file.ppt - Università di Parma / Facoltà di Medicina e chirurgia]

    scendi fino: "Calcolo della statura tramite l’altezza al ginocchio"
    poi scegli: "Uomini"
    e quindi scegli: "età: 15-59 anni"

    la formula per il calcolo dell'altezza è
    (altezza al ginocchio x 1,88) + 71,85

    Esegui il calcolo inserendo la media dei due valori proposti in perizia De Fazio (55-56) = 55,5
    "L'altezza da terra dei punto medio dell'impronta, che potrebbe corrispondere al punto medio rotuleo, è di cm. 55-56." [P. De fazio]

    (55.5 * 1.88) + 71.85 = 176.19 cm

    Già un pò meno di 1.80.

    Ma a questo dato, che è la misurazione medica che si fa a piedi nudi, devi ancora sottrarre:
    - suola scarpa/scarpone: 2cm come minimo
    - l'in punta di piedi: 10cm è un valore normale (io sono 1.74 e mettendomi nella posizione, stacco quello)

    Ossia:
    176.19 cm - (2 + 10) = 164.19cm

    Il rapporto Torrisi, che l'unico posto dove si trova una altezza del SV, ne indica l'altezza (in un modo abbastanza ridicolo, imho) dicendolo alto "165-170cm"[cit]

    164.19cm VS 165-170cm
    dato in coerenza.

    E se invece riprendo ancora la Perizia de Fazio, leggo che:
    1- usando le Tabelle di Rollet, he però indicano come parametro da usare: "l'esatta misura di un osso lungo (nel nostro caso la tibia)"[cit]
    2- e che al massimo "consentono una generica determinazione dell'altezza"[cit],

    3- "La prova empirica effettuata su un auto simile con soggetto di diversa altezza ha fornito risultati che deporrebbero per una statura
    superiore a cm. 185."[cit]

    Quindi il calcolo dell'altezza a partire da quegli aloni:
    - per una altezza di 1.80 non solo non è supportato dalle Tabelle di Rollet, ma che se le si usa: restituirebbero un 'mdf' di oltre 1.85
    - se invece di usare Rollet (e la tibia al posto del ginocchio), usiamo le formule dell'Università di medicina di Parma: rstituisce un valore (approssimato anch'esso per i paramatri ignoti di suole e punta di piedi) di circa 165cm

    Hzt.
    [calcoli e documentazioni]

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    1. hazet ... ti prego. Ma quando mai, foss'anche uno aspettasse un altro appoggiato coi gomiti al tettuccio della macchina, appoggerebbe le ginocchia sulla portiera ?? Parli di posture impossibili, e poi ne presenti una che , a meno che uno non abbia seri problemi alle gambe, a nessuno verrebbe in mente. MAI. Evita di scrivere paragrafi su paragrafi con misure che nessuno leggerà mai, visto che partono da assunti totalmente sbagliati.

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    2. Hazet è un funambolo dell'arrampicata sui vetri, un terreno sul quale è imbattibile, ma è chiaro che in questo caso non ha scampo. Credo lo sappia anche lui, essendo intelligente, ma ammetterlo sarebbe troppo per la teoria alla quale è ormai avvinto. Si potrebbe pensare al povero Stefanacci che aspettava la sua ragazza? A parte la posizione innaturale, a parte la portiera che, con molta più probabilità sarebbe stata l'altra, c'è la sua altezza. Non è nota, è vero, ma dalle foto si ha la netta impressione che fosse sul bassino, come quella della sua ragazza. D'altra parte fosse stato più alto della media la notizia sarebbe emersa, come per Paolo Mainardi.

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  17. @Steano, @Antonio:
    -mi deve essere sfuggita la parte in cui, citazioni dai documenti ufficiali alla mano, confutavate sia tutta la marea di condizionali presenti nella De Fazio; sia che a prove empiriche di verifica l'altezza sarrebe 'non inferiore ai185cm' (GL era alto almeno 1.85cm? Quale documento ufficiale lo afferma? LINK, no bla bla bla, please)

    Mi deve essere sfuggita anche le contro argomentazione alle interpolazioni alla vetusta originaria Rollet, che invece oggi le Università di Medicina usano (non i senza titoli in campo, pur con blog).

    Di questi ultimi due commenti, quindi, cosa resta?
    Restano degli bimbomichieski insulti gratuiti ed infantili (in screenshots immortalarti per futura implacabile ed immancabile memoria), ma al di là di quelli?
    Lo zero assoluto.

    Se non siete capaci di rispondere argomentando e portando documentazioni a supporto: affaracci vostri.

    Mi aspettavo citaste documenti in grado di smentire gli aggiornamenti dell'Università. ZERO ASSOLUTO, SILENZIO TOTALE.

    Mi aspettavo citaste documenti a supporto che se le prove empiriche , basate sulla Rollet, indicano un altezza non inferiore ai 1.85cm (quindi GL escluso), li tiraste fuori.

    Silenzio assoluto in entrambi i casi.
    Sarà, certamente un caso ed una svista.

    hzt

    RispondiElimina
  18. @Steano, @Antonio:
    -mi deve essere sfuggita la parte in cui, citazioni dai documenti ufficiali alla mano, confutavate sia tutta la marea di condizionali presenti nella De Fazio; sia che a prove empiriche di verifica l'altezza sarrebe 'non inferiore ai185cm' (GL era alto almeno 1.85cm? Quale documento ufficiale lo afferma? LINK, non dei bla bla bla, please)

    Mi devono essere sfuggite anche tutte le contro argomentazioni alle interpolazioni alla vetusta originaria Rollet, che oggi le Università di Medicina usano (non i senza titoli nel campo, pur con blog).

    Di questi ultimi due commenti, quindi, cosa resta?
    Restano degli insulti gratuiti ed infantili (in screenshots immortalarti per futura implacabile ed immancabile memoria), ma al di là di quelli?
    Lo zero assoluto.

    Se non siete capaci di rispondere argomentando e portando documentazioni a supporto: affari vostri.

    Mi aspettavo citaste documenti in grado di smentire gli aggiornamenti dell'Università. ZERO ASSOLUTO, SILENZIO TOTALE.

    Mi aspettavo citaste documenti a supporto che se le prove empiriche , basate sulla Rollet, indicano un altezza non inferiore ai 1.85cm (quindi GL escluso), li tiraste fuori. ZERO ASSOLUTO, SILENZIO TOTALE.

    Silenzio assoluto in entrambi i casi.
    Sarà, certamente un caso ed una svista.

    hzt

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  19. "Non è nota, è vero, ma dalle foto si ha la netta impressione che fosse sul bassino" [cit]

    Finalmente granitiche 'prove inconfutabili':
    - "non è nota"[cit]
    - "ma la netta impressione che"[cit]

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  20. "a parte la portiera che, con molta più probabilità sarebbe stata l'altra"[cit]
    dipende solo da che parti dell'autovettura aspetti rispetto da dove la persona che aspetti deve arrivare.
    [ed era solo un esempio trai tanti, concreti, che si possono fare]

    E intanto, restiamo ancora in attesa della citazione, in virgoletto, che ufficializza che quegli aloni fossero obbligatoriamente aloni di ginocchia [tutto il resto, il chi a lasciarli ed il quando a lasciarli, va a cascata da quello).

    Le tabelle di Rollet, già abbiano documentato (sia il De Fazio, sia io) non portano ad una altezza di circa 1.80cm. (o più alta, prove empiriche De Fazio, 185cm minimo; o più bassa 165/170cm;Rollet interpolate rispetto a fine 1800/inizi 1900).

    ma Hazet è un "funambolo"[cit].. che però porta le citazioni ed i documenti [e non gli assolutismi di fede a supporto delle proprie parole].

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  21. meglio "funambolo dell'arrampicata sugli specchi"[cit], col supporto non smentito di documentazioni, che 'assolutista' senza alcun supporto di documentazioni alle proprie affermazioni.

    Del resto, ognuno cita, afferma, deduce E sostanzia: come meglio crede e soprattutto come meglio può.
    dove sta il problema?

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  22. @Staefano:
    parlare e confrontarsi con Antonio: ha per me un piacere (a volte amaro, e perchè non ammeterlo, a volte no), un interesse costruttivo ed un significato di importanza.
    (Anto non è uno stupido, sa pensare e ragionare con la sua testa; ed uno che è in grado di capire e soratutto pesare le differenze tra 'prova sostanziare ' e 'buon senso).
    E, sì, certo, abbiamo idee (derivanti da valutazioni a monte su alcuni aspetti divergenti). E va bene così. io non cerco di convincere lui nè lui me.
    Anto è capacissimo (e skillatissimo) per argomentare in dettaglio, quando vuole e quando serve.
    E' per quello che a me interessano, e assai, le sue riposte [quando effettivamente argomentate con dati e non solo con parole cariche di assolutismi che, in quanto assolutismi, lasciano il tempo che trovano in una dialettica che invece deve essere basata su dati quanto più possibile, ove possibile].

    Le sue risposte: sì: mi interessano.
    Non quelle delle clacque arrivate al caso mdf l'altro ieri o giù di lì.

    che tu metta X o Y o Z a base costrutto della tua ipotesi, alcuni dati restano 'a prescindere'dalla x/y/z'; e piaccia o non piaccia, quello dell'altezza calcolata con le vecchissime tabelle di Rollet (per la tibia, non per il ginocchio!), ipotizzati gli ALONI come di ginocchia (ipotizzati! e nel caso comunque: da non si sa chi, non si sa quando): NON restituiscono un valore di 1.80cm, come ammette lo sesso De Fazio.

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  23. @Antonio
    certo che anzichè definirmi "funambolo dell'arampicata sugli specchi"[cit], (ma ci sta, con tutte le volte che su Occhio Ragazzi, ti ho definito "ca**aro") avresti raggiunto un risultato migliore e più trasparente: dimostrandolo.
    Ossia contro-ribattendo e dimostrando in cosa le citazioni del De Fazio fossero non "condizionali".
    O in cosa i calcoli sulle Rollet 'attuali', siano errati.

    ma certo, confrontarsi sul piano dei dati concreti, paragonabili e verificabili, rispetto alle proposizioni ideali:
    - è più difficile e scomodo.

    PS:
    ma l'ubriacone, macrocopiscamente pallista: era almeno alto "1.85 cm" o ... per il GL anche in questo caso vale una eccezione (ai riscontri, alla logica, al buon senso, al pudore, al rispetto per i morti ammazzati?)

    hzt

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  24. "funambolesco"[cit].
    mhm.......

    chissà perchè, trovo che sia molto più "funambolesco", rispetto
    al portare dati di Università di medicina, il dire che uno (GL), di cui NON vi è alcuna documentazione che ne attesti anche la benchè minima conoscenza diretta della Locci, se ne fosse andato proprio quella notte a quell'ora lungo il Vingone (posto che come la Sentenza Rotella ci informa: non era luogo'standard' nè per coppiette nè per orario per coppiette') e che : davanti all'aver assistito, non visto da assolutamente nessuno, ad un duplice omicidio invece che rivolgersi alle FF.OO.: si sarebbe imboscato una arma macchiata di duplice omicidio per poi usarla solo 6 anni dopo.

    misteri della 'fede', misteri dei 'teologi'.

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    1. Bene. Con questi tuoi interminabili sproloqui chiudo qui l'argomento. Prego Stefano e chiuque altro di non intervenire perché tanto non pubblico.

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  25. Non se ne comprende il motivo, parliamo di calzini e altro riferito a Claudio, se si tiene sempre ferma la "narrazione" (termine ormai usurato, ma per comodità) consolidata. Se non si smonta questo puzzle, in verità malfermo, messo insieme con la mano sinistra ( di un destrimane ovviamente), non si possono esplorare altri territori, che qualcuno ha pur adombrato

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    1. Abbia pazienza, ma non ho capito a che cosa si riferisce.

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  26. Se analizziamo il lungo arco temporale 1974-1985 (non considero il delitto del 1968) possiamo riflettere sul 'bacino delle prede' da cui il MdF poteva attingere. Infrattarsi negli anni '70 e '80/XIX sec. era quasi una costante delle (giovani) coppie e almeno fin al 1983 lì non costituiva rischio, anzi alimentava il pecoreccio (e tollerato) fenomeno dei voyeur. Le prede pullulavano, in quelle zone in particolare. Dopo il 1983, con l'eco mediatica, l'evidente preoccupazione generatasi e le FF.OO. all'erta (quanto poi efficacemente ci sarebbe da discutere), la caccia si rivelava assai più complessa. La drastica riduzione delle occasioni poteva giocoforza richiedere un 'contributo/sostegno' all'iniziativa solitaria. Forse Pia e Claudio hanno commesso una leggerezza ritendendosi protetti dall'ora più vicina a un post-cena che alle tenebre notturne. D'altra parte in questo assassinio (come, ma forse più che in altri) emergono, anche confermati dal padre, avvistamenti di individui che la/li tenevan d'occhio. Fisiologicamente - e forse anche perchè qualcosa era trapelato - il MdF può aver accettato (o magari solo tollerato) l'apporto di procacciatori e fiancheggiatori. Mantenendo tuttavia nelle sue mani le bacchette da direttore d'orchestra, che allontanerebbero lo scenario di delitti su commissione per recuperare il bottino dei feticci. A quell'essere, il rito omicidiario interessa eccome e i macabri souvenir ne sono un prezioso ma indiretto corollario. Vicchio 1984 e Rabatta 1974 sono sì scenari trasfigurati, ma in cui si leggono in filigrana le gesta dello stesso individuo, trasformato dal suo esperire e operante in contesti socio-culturali ormai distantissimi. Nessuno mi leva dalla testa che se il delitto di Pasquale e Stefania (Rabatta, 1974) fosse stato a suo tempo analizzato con appena un po' più di cura, avrebbe probabilemnte offerto la soluzione, risparmiando le vite dei tanti che invece poi l'han rimessa.
    Un caro saluto a tutti.

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  27. Buongiorno dottor Segnini, sono un suo lettore da molto tempo ma mi trovo alla pubblicazione del primo commento.
    Premetto che condivido pressoché totalmente il suo lavoro e la sua ipotesi.
    Mi permetto di segnalare un'ipotesi differente rispetto a quanto da lei riportato nell'articolo: è molto probabile che gli aloni siano lasciati dal mostro di Firenze e siano effettivamente aloni di ginocchia ma condivido con Hazet che sarebbe una posizione innaturale e non necessaria per uno sparatore con obiettivo a 80 cm (non ho mai impugnato un'arma da fuoco ma è una posizione con poco equilibrio che ha il solo vantaggio di estendersi dentro l'abitacolo).
    Questa posizione (punta di piedi, ginocchia appoggiate e mano probabilmente destra sullo sgocciolatoio) mi sembra più consona a chi, con portiera chiusa con vetro infranto e non volendo riaprirla, si chini all'interno per raccogliere qualcosa. Sappiamo che con poche e rare eccezioni il mostro di Firenze non si appropriava e non era interessato ad oggetti delle vittime quindi lo scopo non può essere che quello di voler spegnere la luce della plafoniera. Questa operazione non poteva essere fatta mentre estrema la vittima femminile e aveva lo scopo di ritardare il ritrovamento. Inoltre non credo fosse utile farla prima perché avrebbe spento l'unica fonte di luce a sua disposizione per compiere l'estrazione a meno che non avesse deciso di compiere tutte le manovre con una sola mano e tenere con l'altra una torcia.
    Grazie per come mette ordine nel marasma che è stato tristemente buttato su questo caso.

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    1. Buongiorno Andrea, l'ipotesi è interessante. Adesso non so dove andare a cercare l'informazione, se la luce interna fosse stata spenta oppure no, ma immagino di sì. Terrò conto comunque delle sue osservazioni quando realizzerò il video.

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    2. Ho dedotto questo dato dalla deposizione del testimone Piero Becherini al processo, al minuto 6 circa del file linkato qui sotto il PM Canessa contesta dicendo "... tutto spento..." riferito al ritrovamento, anche se non chiaramente se ne dedurrebbe che la luce interna fosse spenta. Sempre nello stesso link che riporto qui sotto, procedendo con l'ascolto, al minuto 9 circa, al controinterrogatorio dell'avvocato Mazzeo si pongono domande sull'illuminazione della zona e il testimone dice che era visibile solo per l'illuminazione dei fari della propria vettura e dice che era tutto buio. La prova definitiva si potrebbe avere se si disponesse del verbale contestato da Canessa in quanto, quando dice "tutto spento" sta verosimilmente riassumendo.
      Link della deposizione: https://www.youtube.com/watch?v=3DHmTsYPC5s

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    3. La cosa pare anche plausibile, il Mostro non aveva interesse a lasciare la luce accesa, che avrebbe attirato gente. Però non siamo neppure sicuri che quella luce fosse accesa quando ha attaccato, anche se la logica direbbe di sì.

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  28. Se Autorino vide il sedile posteriore in quella posizione, perché avrebbe dovuto sbagliarsi?

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    1. La contestazione non è riferita a quello che vide, ma alla sua spiegazione del perché era così, legga bene: "In modo da far sì che il pianale sia più grande". Io penso che non l'avrebbero lasciato così, se ne avessero avuto il tempo, ma avrebbero messo il tutto nella conformazione a letto. Naturalmente è una mia opinione, come ben si comprende dal testo.

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  29. Infatti il pianale diventa più grande, solo che è scomodo. Ma se avevano fretta potevano aver rinunciato alla stesa completa e alla comodità, come da giovani succede e visto lo scarso tempo a disposizione

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  30. Sono stato da poco nella piazzola... Antonio, lasciando stare tutte le bischerate complottistiche che prevedono la presenza di una setta, la presenza del Forteto lì davanti può risultare assai inquietante. Sai se all'epoca furono sentite le persone che ci lavoravano o che vi risiedevano? Magari il Mostro non si trovò lì per caso e conosceva la zona perché in un modo o in altro conosceva il Forteto...

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    1. Non lo so. Bisognerebbe indagare se il nostro sospettato avesse avuto a che farci negli anni '70. Troppe poche cose si sanno di lui di quei tempi.

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  31. "L’ematoma sul gluteo, se non preesistente, dovette essersi formato per un urto contro la lamiera della piattaforma."
    Ematoma al gluteo e portafoglio nella tasca destra perforato, stessa zona di contatto (!), e lei "dubita" che l'ematoma fosse preesistente ?
    Un fantomatico urto contro la lamiera ?
    Ma ci crede veramente ???

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    1. Ci credo veramente. Come fa a definire fantomatico un possibile urto contro la lamiera? Preferisce avventurarsi in un'ipotesi di svestimento del ragazzo da parte dell'assassino? Con tutto quel che ne conseguirebbe sullo scenario? In ogni caso, abbandoni i suoi toni aggressivi.

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    2. L'ipotesi di svestimento viene dopo, e sono pronto ad affrontarla, dato che per me si trattava di un Lust Murderer e sospetto affetta anche da omosessualità latente. Sto solo parlando di probabilità, perchè nè lei, nè, io c'eravamo...
      Se trovo il portafoglio nella tasca destra perforato da un proiettile, il proiettile rimane nella tasca destra, ed il ragazzo ha un ematoma al gluteo corrispondente a dov'era il portafoglio, reputo molto più probabile che l'ematoma sia dovuto all'urto del portafoglio, di qualsiasi altra ipotesi (urto con la lamiera, ematoma preesistente). Lei non la pensa così ? Non è certo la prima volta che abbiamo pareri differenti.
      A proposito di svestimento del ragazzo, a Scopeti lei ipotizza che i pantaloni gli fossero scesi, ostacolandone la corsa. Sono stati trovati a un paio di metri dal ragazzo, come lo spiega ?
      Per non parlare che nel 1974, 1984 e 1985 si sono rinvenuti dei taglietti sul soggetto maschile, in regione inguinale, chiaramente non finalizzati all'azione omicidiaria.

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    3. Aggiungo che le due ipotesi sul portafoglio perforato, cioè di un colpo accidentale che ha raggiunto il portafoglio quando li ragazzo si era già tolto i pantaloni, e l'altra ipotesi, cioè quella di cui sopra, che implica una spogliazione del ragazzo, sono state fatte ANCHE da Maurri...

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    4. Costruire una dinamica con il ragazzo che viene colpito e poi spogliato è impossibile, provi lei. L'ematoma era appena accennato ("modesta suffusione bluastra"), credo che un proiettile che avesse forato il portafoglio da parte a parte non si sarebbe fermato lì se non avesse trovato una superficie dura sottostante, cioè la lamiera. Pensi a quelli che foravano i vetri e ancora penetravano nella carne.
      I pantaloni che il ragazzo francese aveva alle caviglie furono sfilati dal mostro quando lo prese per le caviglie per trascinarlo. E finirono lì.

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    5. Dipende dal portafoglio, io ne ho uno bello spesso, multistrato, e di sicuro offre più resistenza di un vetro laterale. Comunque, ripeto, non sono ipotesi campate in aria, di un mostrologo dell'ultima ora, Maurri stesso contempla entrambe le ipotesi. Non mi pare occorra un "Segnini" (è un complimento) per ricostruire una dinamica in cui il ragazzo viene spogliato, dopo che è morto.
      Per quanto riguarda i pantaloni di JMK, se io prendo per le caviglie il corpo, per spostarlo, che ci siano i pantaloni o meno, fa veramente poca differenza, specie in quelle fasi concitate. Molto più importante è il fatto che il SK li abbia manipolati, e non sarebbe un precedente, visto il 1984.

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    6. A questo punto attendo una sua spiegazione sulle ferite di pistola (il ragazzo aveva i pantaloni ma non la maglietta?) e soprattutto quelle di coltello, in particolare una alla coscia sinistra. Prego.

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    7. Mmm... non mi azzardo certo a ricostruire l'intera dinamica di un delitto, specie davanti a specialisti come lei (di nuovo non è ironico). Per la maglietta non ci vedo niente di trascendentale, di solito si inizia a spogliarsi dalla maglietta, non dai pantaloni.
      Mi permetto una correzione, quando lei scrive : "Sul ragazzo si contarono dieci ferite di coltello, tutte vibrate a decesso già avvenuto, che la perizia De Fazio così posiziona:"
      La perizia è di Maurri, non di De Fazio. Leggiamo cosa scrive Maurri :
      "Il corpo del ragazzo presenta dieci ferite da arma bianca in parte inferte in limine mortis. Sono quasi tutte vergate con molta forza. Una si registra al tronco, una al basso ventre ed una alla schiena. una vibrata nell’ottavo spazio intercostale di sinistra, una al fianco sinistro, una presso la spina iliaca, un fendente in regione inguinale a sinistra, due rispettivamente sulla faccia interna della coscia sinistra e sulla coscia destra ed in fine una o forse due sulla schiena. Il colpo vibrato al tronco, in regione ascellare si sinistra permette di rivelare molto bene il tipo di coltello, si tratta di un monotagliente."

      Immagino lei si riferisca in particolare a queste quattro ferite :
      "un fendente in regione inguinale a sinistra, due rispettivamente sulla faccia interna della coscia sinistra e sulla coscia destra".
      Da profano... noto che tutte e quattro le ferite NON sono inferte con lo scopo di uccidere, a differenza delle altre sei. Da notare che il povero ragazzo si era già beccato 3 colpi d'arma da fuoco di cui uno, dietro l'orecchio sinistro, un tipico colpo di grazia alla Zodiac (ma qui stiamo divagando...).
      Tutto questo si può sintetizzare con una parola : overkilling. 3 colpi d'arma da fuoco + 10 fendenti. Un classico Lust Murderer in azione. Assurdo pensare che abbia anche spogliato il ragazzo per assestare colpi in regione... diciamo... un po' sospetta, non finalistici all'atto di uccidere ? Omosessualità latente ?

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