Ringraziamenti

Negli articoli presenti su questo blog si fa largo riferimento ai documenti originali, la cui disponibilità in rete e sui libri in questi ultimi anni si è notevolmente ampliata; moltissimo però resta ancora da scoprire. Lo studio delle sentenze, dei verbali, delle perizie e di quant'altro si è accumulato in tanti anni nei faldoni di magistrati e avvocati è l'unica via attraverso la quale si possa sperare in un possibile chiarimento di una vicenda tutt'ora misteriosa e che sta ormai cedendo alle suggestioni del mito. Per questo, senza spargere al vento della documentazione comunque delicata, sarebbe opportuno che chi ne fosse entrato in possesso non la ritenesse di sua esclusiva proprietà – come purtroppo accade per certi personaggi che forse sperano di ricavarne un tornaconto – ma la rendesse disponibile dietro opportune garanzie di serietà.
In questa sede vorrei ringraziare le mie due fonti principali, alla cui gentilezza devo la possibilità di aver potuto scrivere qualche articolo particolarmente significativo. Inizio dall’avvocato Vieri Adriani, che da anni si sta spendendo affinché la nostra magistratura non si scordi che le vittime del cosiddetto Mostro di Firenze ancora attendono giustizia. Sono passati ormai quattro o cinque anni da quando ottenni da lui copia della perizia Lotti e della sentenza di secondo grado del processo ai compagni di merende. In seguito ho avuto altri documenti importanti, alcuni dei quali devo ancora trasformare in PDF per condividerli in rete (tra cui quello ponderoso dell'incidente probatorio di Lotti, ci sto lavorando).
Colgo questa occasione per rivelare una notizia che in pochi conoscono. L'archivio di Vieri Adriani è in gran parte un'eredità ricevuta dal suo compianto cognato, l'avvocato Luca Santoni Franchetti, del quale tutti ricordano l'onestà intellettuale e la passione con cui affrontò il processo Pacciani nel difficile ruolo di parte civile. Un ruolo che Santoni Franchetti interpretò a modo suo, senza aggregarsi alla comoda coda di chi riteneva Pacciani colpevole a prescindere, ma seguendo le proprie convinzioni lungo una linea del tutto originale.

  
La mia seconda fonte, più recente e in un certo senso complementare alla prima, si chiama Francesca Calamandrei. In questa vicenda di terribili delitti e fallimentari indagini le vittime sono state molte, certamente le più sfortunate quelle uccise dai proiettili di un feroce assassino, con i loro familiari a piangerle, ma non si deve dimenticare chi ha visto la propria vita sconvolta da ingiusti sospetti e ingiuste accuse, in un dramma che Francesca ha vissuto in prima persona tramite il padre. E purtroppo ancora oggi, nonostante una sentenza definitiva che ha riconosciuto l'uomo del tutto estraneo alla vicenda dei delitti del Mostro, deve ancora combattere contro il permanere di assurdi sospetti, "ombre nere" e quant'altro (a tal proposito ritengo opportuna la lettura di questo articolo del noto giornalista Angelo Panebianco, uscito in occasione della morte dello sfortunato farmacista di San Casciano, che spero serva da monito a tutti coloro che in rete si lasciano andare a considerazioni superficiali quanto offensive nei confronti della memoria di un innocente).
Francesca sa di avere nell'archivio dei documenti che ha raccolto durante la difesa del padre un'arma formidabile per portare avanti la propria battaglia. Un archivio che però va fatto parlare, come credo sia accaduto in alcuni articoli di questo blog, e come spero accadrà ancora, all'inseguimento di una verità storica cui tutti noi appassionati speriamo di poter giungere.

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