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Questa pagina ha lo scopo di mettere in risalto i contributi più significativi forniti dal blog, secondo il giudizio dell'autore. Di seguito i link all'articolo più recente e all'indice.

La dinamica di Signa


Uno dei quattro proiettili che colpirono Barbara Locci aiuta a collocare Stefano Mele sulla scena del crimine. 

Natalino, fanciullo intelligente e sfortunato


Le discussioni sul delitto di Signa si sprecano, ognuno si sente in diritto di esprimere la propria legittima opinione, ma troppo spesso senza guardare ai fatti documentati, come i racconti dell'unico testimone: Natalino Mele.

Omicidio o suicidio?


La morte di Barbarina Steri, a Villacidro nel 1960, viene vista da molti come il primo atto della presunta carriera di serial killer di Salvatore Vinci. Contando sul recupero della sentenza che nel 1988 assolse l'individuo dall'accusa di aver ucciso la giovanissima moglie, l'articolo dimostra che il tragico fatto fu un suicidio per una delusione d'amore.

Salvatore Vinci a Signa


Salvatore Vinci partecipò al delitto di Signa? Un gruppo di agguerritissimi appassionati, i cosiddetti "vinciani", ne sono convinti. Ritengono altresì che l'individuo avesse tenuto la pistola, diventando il Mostro di Firenze. In realtà un esame sereno della documentazione dimostra che Salvatore Vinci non ebbe (quasi) nulla a che fare con l'uccisione di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco.

La scatola di cartucce 


Questa vicenda è piena di luoghi comuni spacciati per verità incontrovertibili. Ne è un famigerato esempio la questione della scatola di cartucce che sarebbe stata usata dal Mostro sia a Signa nel 1968, sia a Borgo nel 1974. L'articolo dimostra che non è affatto certo e neppure probabile che le cartucce sparate a Signa e a Borgo provenissero dalla medesima scatola.

La leggenda di Spalletti


In una vicenda che si è protratta per decine di anni è inevitabile che si siano consolidate delle vere e proprie leggende, oppure anche soltanto delle convinzioni irragionevoli, che in ogni caso ostacolano la ricerca della verità. Alimentata dai superficiali accenni contenuti in un paio di libri di successo, la certezza che Enzo Spalletti avesse visto il Mostro all'opera a Scandicci è diffusissima tra gli appassionati del caso. Ma non esistono elementi a supporto, anzi, la ragione ci dice che non vide proprio nulla.

La dinamica di Baccaiano 


In tanti si sono cimentati con la dinamica del delitto di Baccaiano, senza però mai arrivare a conclusioni in grado di mettere d'accordo tutte le testimonianze. L'articolo fa il punto sulle informazioni disponibili, poi propone una ricostruzione inedita in grado di metterle d'accordo tutte.

  Il biglietto del maresciallo Fiori


Tra i tanti misteri della vicenda non ultimo è quello riguardante la fin troppo tardiva scoperta del collegamento del delitto di Signa con i successivi attribuiti al Mostro. Fu merito del semileggendario maresciallo dei carabinieri Francesco Fiori? Oppure l'imbeccata arrivò da una lettera anonima?
La recente scoperta di due inediti documenti dell'epoca consente, a parere di chi scrive, di mettere la parola fine alla importante questione.

La dinamica di Scopeti 


L'ultimo delitto, il più studiato, rivela in questa ricostruzione inedita che il Mostro era ambidestro.

Skizzen Brunnen


Chi scrive ritiene Pacciani del tutto estraneo ai delitti attribuiti al Mostro di Firenze. Prima l'individuo fu scelto come presunto colpevole, poi vennero cercate le prove, interpretando in chiave colpevolista, con forzature molto spesso notevoli, elementi che potevano essere spiegati agevolmente in tutt'altro modo. Il famoso blocco "Skizzen Brunnen" è l'esempio più clamoroso.

Il punto sulla testimonianza di S.C.


C'è da fidarsi delle dichiarazioni dei testimoni raccolte sui verbali utilizzati nel processo a Vanni e Lotti? La vicenda di Sabrina Carmignani costringe a riflettere su quanto quei verbali possano essere stati influenzati dall'ansia di risolvere il caso.

In fuga da Vicchio


La sentenza di primo grado che condannò Mario Vanni all'ergastolo è piena di strafalcioni che fanno inorridire. Tra questi uno dei più gravi riguarda il percorso che sarebbe stato compiuto dagli assassini per fuggire dopo il delitto di Vicchio. L'articolo dimostra la sua totale assurdità.

La lettera di Pacciani a Vanni


Una lettera il cui contenuto risulta a tutt'oggi ignoto, ma sulla quale la nostra magistratura costruì, o tentò di costruire, cattedrali immense. Rendendo disponibili un gran numero di documenti originali, molti mai pubblicati in precedenza, l'articolo fa il punto sulla questione.


Il tormentone dell'assicurazione


Fu adeguata la difesa di Mario Vanni nel tentativo di risparmiare al pover'uomo un ingiusto ergastolo? A parere di chi scrive no, poiché, impostata sulla rigida convinzione che Giancarlo Lotti fosse soltanto un babbeo pronto a vendersi per un piatto di minestra, sprecò le proprie forze sparando sui bersagli sbagliati. Come nel caso della compravendita di una Fiat 124 blu da parte del presunto pentito.


Il dottore di Lotti e il patrimonio di Pacciani


Dopo aver ottenuto la condanna di Vanni e Lotti e, ma solo idealmente, di Pacciani, i nostri investigatori andarono avanti. Qualcuno aveva pagato per ottenere le parti di donna mutilate? I risparmi di Pacciani, giudicati a sproposito eccessivi, e il sospetto accenno a un "dottore" di Lotti fecero partire l'assurda pista esoterica, dieci anni e più di innocenti messi in croce e soldi pubblici buttati al vento.


Qualcuno fermi Giuttari!


Rinnovata da alcune sue sporadiche dichiarazioni, trova ancor oggi molto credito l’ipotesi che forze oscure avessero tramato nell’ombra per bloccare le indagini sui fantomatici mandanti condotte dopo la condanna dei compagni di merende da Michele Giuttari. È vero, il Ministero dell'Interno cercò in ogni modo di trasferire l'ex superpoliziotto ad altro incarico, ma certamente non per proteggere personaggi potenti a rischio di essere smascherati, come lui ha sempre fatto intendere. Attraverso anche una nutrita e inedita documentazione, l'articolo fa chiarezza sul controverso argomento.

Una strana frattura


Sostituire il suo cadavere con quello di un uomo di colore più basso di 20 centimetri e più grosso di altrettanti: questa sarebbe stata la bella idea della famiglia Narducci per nascondere l'omicidio del loro congiunto Francesco. L'articolo illustra una semplice spiegazione alternativa per la piccola frattura riscontrata sulla salma riesumata di Francesco Narducci, principale prova addotta a dimostrazione del presunto omicidio.

L'ipotesi Lotti


L'appassionato che oggi cerca di approfondire il caso del Mostro di Firenze, molto difficilmente ritiene valida la verità giudiziaria offertaci dalla nostra magistratura, quella dei cosiddetti "compagni di merende".  Ecco allora il proliferare delle ipotesi più varie, dal recupero di vecchie strade come quella della pista sarda a strane e complesse architetture di assassini multipli. E se una verità fin troppo semplice fosse da vent'anni e più sotto gli occhi di tutti e proprio per questo quasi impossibile da percepire?