Nell’aprile del 2004 il
settimanale Gente s’interessò di nuovo all’interrogatorio di
Sabrina Carmignani del 6 dicembre 1995. Estensore dell’articolo Mario Spezi, in
quel momento impegnatissimo a criticare l’inchiesta di Giuttari e Mignini sulla
ricerca dei fantomatici mandanti (e presto ne avrebbe pagato le conseguenze).
C’erano due commissari, un magistrato e
l’avvocato della ragazza, che in quei giorni si stava separando dal primo
marito. Il legale, che poi la Carmignani avrebbe ripudiato, aveva la
particolarità di essere nello stesso tempo parte civile nel processo contro
Pacciani, diventando in pratica come accusa privata alleata di quella pubblica.
Il legale consigliò la sua assistita di non opporsi alla polizia, di non
insistere troppo sulla sua versione della data dell’omicidio, di essere
possibilista su chi le avrebbero chiesto di avere visto a bordo dell’auto
rossa. C’era ancora in discussione il problema dell’affidamento del bambino,
era meglio tenere un profilo basso, le disse. Qualcuno insistette moltissimo
perché ricordasse di avere visto i due compagni di merende.
Ma Sabrina Carmignani, occhi e carattere
fermi, non cedette di un millimetro, nonostante l’interrogatorio si fosse
protratto per lunghissime ore, fino a notte fonda. Era sicura di quello che
aveva detto e non aveva riconosciuto nessuno a bordo dell’auto rossa. Alla
fine, esausta e confusa, firmò un verbale che, ricorda: “era un pacco di fogli
alto mezzo centimetro”.
Qualche giorno dopo, leggendo “La Nazione”,
trasalì: “Una trentenne testimone dei delitti del Mostro”. Nell’articolo si
parlava di lei e si diceva che avrebbe fatto mettere a verbale di avere visto,
il pomeriggio della domenica 8 settembre 1985, nella piazzola degli Scopeti, in
un’auto rossa, Vanni e Pacciani che di lì a poche ore avrebbero commesso il
duplice omicidio.
Sabrina Carmignani si infuriò, telefonò al
commissario Giuttari, disse che avrebbe raccontato tutto alla stampa, che
sarebbe successo un “quarantotto”. La giovane donna non parlò con i giornalisti
e ancora oggi rifiuta di rilasciare interviste.
Resta però, pesante come un macigno,
quell’articolo di giornale nel quale sono riferite cose che lei avrebbe detto
alla polizia e che lei, invece, sostiene di non aver mai asserito. E, d’altra
parte, se le avesse dette, non si capisce perché nei processi l’accusa avrebbe
rinunciato a un teste per lei così importante.
E ancora: se davvero non le ha dette, allora
le ipotesi che possono essere fatte sono solo due: o il giornalista si inventò
tutto di sana pianta; oppure una “fonte” gli parlò di un verbale diverso da
quello firmato dalla Carmignani.
Sabrina Carmignani, comunque, fu gentilmente
invitata in questura, dove fu ricevuta da un magistrato. Con lei era il suo
nuovo compagno Riccardo […]. La giovane donna chiese al magistrato di vedere il
verbale cui faceva riferimento l’articolo de “La Nazione” e quello le mostrò un
solo foglio con poche righe molto vaghe. Sabrina si infuriò di nuovo, disse che
quello non era il verbale che aveva firmato, ricco di molte più pagine. In quel
foglio non c’era né quello che lei aveva raccontato, né quello che avrebbe
letto il giornalista. Il magistrato sarebbe apparso confuso e si sarebbe
scusato. Chissà, forse il verbale, di certo conforme alle dichiarazioni della
testimone, era stato smarrito.
“Alla fine”, dice Sabrina Carmignani, “il
magistrato fece firmare a me e a Riccardo un foglio in cui c’era una
dichiarazione con la quale ci impegnavamo a non parlare mai con la stampa. Non
volevamo più grane. Firmammo”.
A quanto risulta a
chi scrive non si registrarono smentite da parte di Sabrina Carmignani.
Dalla sentenza Micheli si apprende qualcosa in più sulle circostanze che avevano portato alla redazione dell'articolo. Il tutto aveva preso origine dalle confidenze riferite dalla donna a Pino Rinaldi, il noto giornalista
televisivo di “Chi l’ha visto”, attivamente impegnato in quel periodo a realizzare servizi sul Mostro, anche in collaborazione con Spezi. Interrogato da Mignini un anno dopo (5 maggio 2005) nell’ambito dell’inchiesta Narducci, dove figurava come indagato per ostacolo alle indagini, Rinaldi dichiarò:
Ho avuto anche un aspro scontro con lo Spezi
in quanto ha pubblicato a mia insaputa sul settimanale “Gente”, delle
indiscrezioni avute da Sabrina Carmignani, teste del delitto degli Scopeti a
proposito di un interrogatorio a cui la stessa era stata sottoposta. Io avevo
deciso di rispettare la volontà della ragazza che non venissero pubblicizzate
le sue indiscrezioni, ma Spezi ha voluto fare ugualmente lo scoop a mia
insaputa.
Quindi possiamo dare l'episodio raccontato da Spezi per realmente avvenuto. Mettendo assieme il suo articolo
(a dire il vero impreciso, per alcuni aspetti) e quelli di Agostini qui già riportati, si giunge alla conclusione che quel 6 dicembre 1995 Sabrina Carmignani era stata
oggetto di una vera e propria trappola, probabilmente congegnata durante la
cena della sera precedente. Nell'interminabile interrogatorio era stata
sottoposta a pressioni psicologiche fortissime (l'inutile e ingiustificabile visione delle foto dei
cadaveri, ad esempio, e le allusioni ai suoi problemi
di matrimonio) con lo scopo di farle accusare Mario Vanni (tra l'altro ottusamente si pretendeva che affermasse di averlo visto alla guida dell'auto rossa, quando l'uomo neppure aveva la patente!). E poiché lei comunque non aveva voluto dichiarare ciò che non aveva visto, si era addomesticato il verbale. Insomma, a mali estremi, estremi rimedi...
Quel verbale alto mezzo centimetro fu secretato, e probabilmente adesso non esisterà neppure più, quindi nessuno potrà mai verificarne il contenuto, ma che dentro ci dovesse essere scritto qualcosa di molto imbarazzante per la Procura appare ben chiaro dalla deposizione della Carmignani al successivo processo, il 30 giugno 1997 (vedi). A svelare gli altarini, senza volerlo, fu lo stesso Aldo Colao presente al famigerato interrogatorio, con tutta evidenza all’oscuro delle successive proteste della Carmignani e del suo accordo con "un magistrato". Il legale della famiglia Mainardi era rimasto sconcertato dal fatto che il PM aveva concluso il suo esame senza affrontare il tema dell'avvistamento di Mario Vanni agli Scopeti, quindi si decise a farlo lui. Ma gli andò male.
Quel verbale alto mezzo centimetro fu secretato, e probabilmente adesso non esisterà neppure più, quindi nessuno potrà mai verificarne il contenuto, ma che dentro ci dovesse essere scritto qualcosa di molto imbarazzante per la Procura appare ben chiaro dalla deposizione della Carmignani al successivo processo, il 30 giugno 1997 (vedi). A svelare gli altarini, senza volerlo, fu lo stesso Aldo Colao presente al famigerato interrogatorio, con tutta evidenza all’oscuro delle successive proteste della Carmignani e del suo accordo con "un magistrato". Il legale della famiglia Mainardi era rimasto sconcertato dal fatto che il PM aveva concluso il suo esame senza affrontare il tema dell'avvistamento di Mario Vanni agli Scopeti, quindi si decise a farlo lui. Ma gli andò male.
Colao: Signorina scusi, lei ha visto anche altre
persone, fisicamente, che giravano nei paraggi quand'era sul posto?
Carmignani: Cioè, la domenica?
Colao: Sì.
Carmignani: No, la domenica, no.
Colao: Persone, dico. Uomini.
Carmignani: No.
Colao: Che passavano...
Carmignani: No.
Colao: ... per la strada.
Carmignani: Beh, questo io l'ho già detto, l'ho visti
qualche giorno prima, che magari camminavano lungo la strada, però il giorno
stesso no.
Colao: E, un certo... una persona che aveva un nome
curioso in paese. Un nome strano. L'ha visto?
Pepi: Opposizione. La domanda è suggestiva.
Presidente: Come... Perché suggestiva scusi?
Colao: Lei si ricorda di una persona in particolare?
Carmignani: No.
Colao: Che è qui presente in aula?
Carmignani: No, non mi ricordo.
Colao: Ma, è contestabile.
Presidente: A parte che l'esame è indiretto, si può fare
anche la domanda suggestiva, quindi non c'è problema.
Colao: Sì, ma, a parte la suggestività, è
contestabile perché nel verbale che la signorina
rese, parla d'aver visto un certo "Torsolo".
Carmignani: No. Io non ho mai detto di avere visto
"Torsolo" il giorno... Io... Il signor Vanni è di San Casciano, l'ho
visto più volte in paese, ma io quel giorno non l'ho mai visto sui...
Colao: In quel posto non l'aveva visto?
Carmignani: No.
PM: Quel giorno no.
Carmignani: Io, quel giorno non l'ho visto.
Colao: In quel posto. E nei giorni precedenti, sì.
Carmignani: No.
Colao: In quel posto lì, nella piazzola...
Carmignani: No.
Colao: ... in fondo alla piazzola.
Carmignani: No.
Colao: Ma, il PM dovrebbe contestarlo questo, perché
nel verbale...
PM: Beh, lo stava
contestando lei, poi ci penso io.
Colao: ... nel verbale che lei rese...
Carmignani: Ma, quale verbale?
Colao: Nel verbale che rese, diciamo, alla Polizia
Giudiziaria.
PM: Scusi, per capirsi,
sennò facciamo inutilmente confusione, la domanda – non è una contestazione -
lei nei giorni precedenti ha visto - precedenti o in precedenza - il signor
Vanni in zona? E eventualmente in quale...
Pepi: Ha già risposto, Presidente, a questa domanda
la teste. Ha già detto di non averlo visto, è inutile insistere su questo
punto. L'ha bell'e detto.
PM: Ai fini poi di
un'eventuale contestazione o precisazione, io chiedo di potergli rifare la
domanda.
Pepi: Scusi, ha già risposto. L'ha bell'e detto. Gli
faccia la contestazione subito, allora, perché ha risposto di non averlo visto
né il giorno dell'omicidio né nei giorni precedenti.
PM: Al di là dei giorni
precedenti, nella zona degli Scopeti, nella strada di fronte...
Pepi: Mi scusi Presidente, ma...
PM: ... ha mai visto il
Vanni?
Pepi: ... mi sembra che stesse facendo la domanda la
parte civile, ora, il Pubblico Ministero che fa si sostituisce alla parte
civile? Insomma.
PM: La parte civile mi
ha lasciato la parola e io ho preso lo spazio che il PM ha.
Presidente: Se si vuole accertare la verità, poi,
indipendentemente dal prima e il dopo, non c'è problema. Comunque, può
continuare Pubblico Ministero.
PM: Volevo sollecitare,
invece di fare contestazioni, eventuali ricordi suoi di aver visto persone, fra
le quali Vanni, in zona, in epoche precedenti.
Carmignani: Sì, ho visto persone, ma non potrei dire che
ho visto Mario Vanni.
PM: Benissimo.
Carmignani: Poteva essere chiunque, anche lei.
PM: Benissimo.
Perfetto. Era questo che volevo sapere. Io la ringrazio.
Più chiaro di così si muore. Per
essere stato presente all’interrogatorio del 1995, Aldo Colao si ricordava bene
del verbale nel quale compariva il presunto avvistamento di Mario Vanni agli
Scopeti, ma quel verbale il PM non lo voleva contestare (è tangibile il suo
estremo imbarazzo), poiché non rispecchiava la testimonianza di Sabrina
Carmignani, la quale aveva appena mostrato di non essere affatto disposta a
dichiarare il falso. Alla fine il deluso Colao rimase con un palmo di naso e
Canessa si mise la coda tra le gambe:
Presidente: Avvocato Colao può continuare, grazie.
Colao: Ho finito, se il PM non contesta quanto già a
verbale, io non ho il verbale.
Presidente: Io non lo so, io non ho il verbale.
Colao: Ma me ne ricordo bene dell'interrogatorio.
Carmignani: Scusate, quale verbale dice che io ho visto
Mario Vanni sul luogo del delitto?
PM: No, no, non è...
Carmignani: Io non lo conosco, non so quale verbale sia.
PM: Siamo pienamente
d'accordo, signora.
A questo punto è opportuno tirare
qualche conclusione. La vicenda appare di una gravità estrema, e getta ombre
fosche sull’intera inchiesta dei Compagni di merende. In quei tempi di
fibrillazione, quando la Procura voleva a tutti i costi parare il colpo
dell’inevitabile proscioglimento di Pacciani in appello, evidentemente non si
era andati troppo per il sottile nella ricerca di un rimedio a tutti i costi. E allora ci si deve
chiedere: quanti dei testimoni interrogati successivamente non avrebbero avuto la medesima determinazione e il
medesimo coraggio di Sabrina Carmignani? Si prenda in esame, ad esempio, la scandalosa deposizione
di Fernando Pucci (vedi), dove il teste sembrò del tutto ignaro del contenuto dei verbali che
pure aveva firmato, tantoché chiedeva che gli venissero letti prima di rispondere alle domande (“Ma che c'è mica scritto, costì? ... No, lo voglio
sapere, perché vu' scrivete un monte di robe, io un me lo ricordo...”). Eppure in sentenza sarebbe stato considerato un testimone pienamente affidabile!
D’altra parte quello del più o meno fedele riversamento delle testimonianze nei verbali è un problema sempre molto grave, fonte anche di clamorosi errori giudiziari. Il lettore interessato ne potrà trovare qualche esempio nel bel libro “Il corto circuito” di Ilaria Cavo.
D’altra parte quello del più o meno fedele riversamento delle testimonianze nei verbali è un problema sempre molto grave, fonte anche di clamorosi errori giudiziari. Il lettore interessato ne potrà trovare qualche esempio nel bel libro “Il corto circuito” di Ilaria Cavo.
Ma questo vorrebbe dire che cercavano di fabbricare prove fasulle contro Vanni, un atto criminale come pochi - e' veramente credibile?
RispondiEliminaOgnuno tiri le proprie conclusioni. che sia stato condannato un innocente sono in molti a pensarlo.
EliminaSicuramente alcune prove sono state fabbricate o manipolate, secondo me il quesito da farsi è: lo hanno fatto in malafede sapendo di sbagliare tanto per chiudere la faccenda oppure credevano davvero di aver trovato i colpevoli ma non avendo prove hanno fatto una sorta di indagine al contrario, costruendo le prove da quelli che loro erano convinti essere i colpevoli?
RispondiEliminaIo le trovo due ipotesi inaccettabili allo stesso modo.
Probabilmente non tutti hanno avuto le medesime motivazioni. Cè chi e c'è chi...
EliminaCiao Stefano.
Testimone interrogato per ore e messo sotto pressione se non addirittura minacciato, verbale sottoposto alla firma quando la persona è allo stremo e sottoscrive senza neppure più la forza di leggere, un po' come dire "fatemi firmare... scrivete quello che vi pare e fatemi firmare quello che vi pare...". Mi sa ch è un semplice déjà vu...
RispondiEliminaLa deposizione della Carmignani è da poco disponibile su youtube. Se può interessare.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=ziK7o_EhV7I&t=14s
Ho ascoltato la deposizione della teste grazie al link postato da Giancarlo T., e vorrei fare alcune considerazioni:
RispondiEliminaSC dichiara di essere stata sul luogo del delitto nel pomeriggio domenica 8 settembre 1985, ed è certa di questo perchè è la data del suo compleanno
Questo implica che SC si trovasse agli Scopeti dopo che l’omicidio era già stato compiuto. Questo è confermato da due elementi (faccio riferimento agli utlimi 2/3 minuti del video, durante il contro-interrogatorio della Difesa):
a. SC dichiara di aver sentito una fastidiosa puzza, “come di animale morto”;
b. La tenda dava l’impressione di non essere montata correttamente e di essere parzialmente aperta.
Vorrei (senza vena polemica) far notare che questi elementi mi paiono molto più forti della generica dichiarazione di “aria inquietante” a cui il titolare del blog fa riferimento.
Non ho mai avuto modo di ascoltare la requisitoria finale della Difesa, ma vorrei sperare che a suo tempo questi particolari siano stati evidenziati dagli avvocati per far riconsiderare alla corte la data del duplice omicidio.
L'articolo si riferisce all'interrogatorio di Sabrina Carmignani all'inizio dell'inchiesta di Giuttari, e fino a quel momento non pare che avesse mai dichiarato di aver sentito puzza come di animale morto, o perlomeno questo non risulta dai verbali.
EliminaLa deposizione in aula naturalmente è successiva, ed è lì che la teste ne parla di sicuro, forse per la prima volta.
In mancanza di quello, mi è parso comunque interessante riportare l'impressione di "aria inquietante" espressa a caldo a un giornalista, e probabilmente anche ai carabinieri che non ritennero di inserirla nel verbale.
Filastò, che non c'era quando depose la Carmignani (si era ritirato temporaneaente), cercò di trarne vantaggio nella propria arringa
http://insufficienzadiprove.blogspot.it/2016/02/processo-contro-mario-vanni-3-udienza_18.html
Grazie mille per la risposta e per il link
EliminaHo letto questi articoli e rabbrividisco, una vicenda davvero inquietante. Non possono che tornarmi a mente le frasi di Gabriella Alletto intercettate durante le indagini sull'omicidio Marta Russo:
RispondiElimina«A: Io non ce stavo là dentro Gi'… te lo giuro sulla testa dei miei figli, ha sbagliato la Lipari... Stavo nella quattro… Io sono andata nella stanza 4 per fare un fax, la Lipari mi ha visto lì (...) Da sola… a fare un fax, che la Lipari lo può di'… io ci ho anche le prove che ho fatto il fax… (...)
DM: Tu ci servi come testimone, per chiudere il processo (...) la Lipari è sciroccata, Liparota un ubriacone, fai mente locale...Fregatene di tutto, però la cosa più importante è chiudere ‘sta pratica. (...) Non vorrei che questi pensano che stai coprendo l'omicida…. (...) quando ci so' sti reati qua, devi essere sleale (...)
A: Ma se io non l'ho visto quello che l'ha fatto, Gi'!
DM: Ma magari hai sentito qualche cosa, eh, non è importante che tu l'hai visto materialmente (...)
Digli quello che vogliono sentirsi dire, fatti furba, meglio farlo fare agli altri il reato!»
E le frasi del PM Italo Ormanni:
«Lei è messa male, è messa peggio de quello che ha sparato. ( [...] ) I casi sono due: o lei è responsabile di omicidio, o lei è responsabile di favoreggiamento personale. Non si sbaglia, non si scappa!. Per omicidio lei va certamente in carcere e non esce più»
Al posto di Vanni ci poteva davvero essere chiunque.
Ricordo anch'io la vicenda della Alletto. C'è solo da pregare di con cader mai per sbaglio nelle mani della giustizia italiana.
EliminaLe consiglio di leggere questo per la Carmignani, è più documentato Il punto sulla testimonianza di S.C.
Allora... la Lipari ha "visto" la Alletto... la Alletto ha "visto" Ferraro e Scattone.
EliminaLa Ghiribelli ha "visto" Lotti... Lotti ha "visto" Pacciani e Vanni.
Conseguenze da trarre? Apparentemente nessuna...
Dubbi da nutrire: solo nel primo caso...
Commento condivisibile: C'è solo da pregare di non cader mai per sbaglio nelle mani della giustizia italiana.
Buongiorno Segnini. Complimenti per il suo interessante lavoro . Mi chiedevo come mai il superpoliziotto Giuttari che torchió la Carmignani, non interrogò in maniera approfondita il suo compagno di allora presente con lei nella piazzetta degli Scopeti per circa mezz'ora. Ci sono dei verbali a riguardo? Confermò tour court la versione della Carmignani ? Un saluto Sergio Maiuri
RispondiEliminaA quanto mi risulta il personaggio rimase sempre sullo sfondo. Potrebbe aver avuto qualche problema personale.
EliminaUn saluto a lei Sergio.