Nel suo ultimo libro Confesso che ho indagato Michele Giuttari
riporta, in modo peraltro impreciso e parziale, un episodio accaduto nel
giugno-luglio 2002 nelle Cappelle del Commiato, le sale mortuarie annesse
all’ospedale di Careggi, a Firenze, dove, “nell’arco di poche notti, i volti di tre anziane defunte
subiscono tagli e asportazioni della cute, probabilmente con un bisturi”.
A tale episodio viene accostato un vecchio appunto. Lasciamo la parola allo stesso
Giuttari.
Le Cappelle del Commiato però non sono nuove nell’inchiesta sul Mostro. Nei vecchi atti trovo un appunto manoscritto dal funzionario della sala operativa della Questura di Firenze dell’epoca, dottor La Sorte, del seguente tenore:
“Caro Sandro [Sandro Federico, dirigente della Squadra
mobile dell’epoca], per quella faccenda di cui ti ho parlato delle Cappelle del
Commiato mi è stato detto che l’unica persona in grado di fornire qualche
particolare sarebbe il superiore dei Padri Cappuccini che gestiscono le stesse
Cappelle e che dovrebbero essere gli stessi di Trespiano.”
Il dottor La Sorte, interpellato in merito, riconosce la
propria grafia, ma non ricorda i dettagli dell’appunto, che però era
riconducibile a una notizia relativa ai delitti del Mostro di Firenze.
Come si vede, Giuttari lascia intendere che quel presunto reato di vilipendio di cadavere poteva aver avuto qualcosa a che fare con i delitti del Mostro. È bene spendere qualche parola per togliere di mezzo questo sospetto, poiché è pacifico che la vicenda delle salme sfregiate all’ospedale di Careggi con il Mostro non c’entra proprio nulla. A meno che detto Mostro non fosse dotato di piccoli ma affilatissimi incisivi!
Come si vede, Giuttari lascia intendere che quel presunto reato di vilipendio di cadavere poteva aver avuto qualcosa a che fare con i delitti del Mostro. È bene spendere qualche parola per togliere di mezzo questo sospetto, poiché è pacifico che la vicenda delle salme sfregiate all’ospedale di Careggi con il Mostro non c’entra proprio nulla. A meno che detto Mostro non fosse dotato di piccoli ma affilatissimi incisivi!
Ricostruiamo i fatti con l’aiuto
dei numerosi articoli pubblicati da "La Repubblica", disponibili on line. Ecco la
ricostruzione della partenza (26 giugno):
La squadra mobile diretta da Michele Giuttari,
alla quale il Pm Giulio Monferini ha affidato le indagini, ha ricostruito la
sequenza degli avvenimenti. Le tre anziane defunte vengono portate alle
Cappelle del Commiato sabato 22, rispettivamente alle 4 e alle 6 del mattino e
alle 19 di sera. Domenica 23 giugno, poco prima delle esequie, i familiari di
una delle tre signore si rendono conto che il suo volto è segnato da una lesione.
Segnalano la cosa ai responsabili delle Cappelle del Commiato, ipotizzano con
orrore che il corpo della loro cara possa essere stato assalito da un animale,
un roditore oppure un uccello. In ogni caso i funerali vengono celebrati e la
salma trasportata al cimitero e sepolta.
Nel frattempo gli addetti alle Cappelle
avvisano il dirigente, che a sua volta avverte l'assessore alla sanità Graziano
Cioni. Viene disposta una ispezione. E la mattina di lunedì 24 giugno si scopre
che altre due salme hanno lesioni sul volto. Viene avvisata la magistratura. Il
medico legale esclude che si tratti di morsi di animali. I tagli sono netti e
sono stati eseguiti con una lama affilata. La polizia scientifica trova a
terra, vicino a una delle salme, le tracce di un piccolo rogo, con residui di
materia organica che vengono consegnati al medico legale per le analisi. Si
pensa a un rito, ad una messa satanica, quindi ad una setta. Che tuttavia,
violando la regola della segretezza, avrebbe fatto in modo da rendere la profanazione
evidente e clamorosa.
Le escissioni e l'eventuale rito magico
risalgono alla notte fra sabato 22 e domenica 23 giugno, non a quella di San
Giovanni (24 giugno), che nel calendario satanico è la terza notte di Tregenda,
o notte delle streghe volanti e del sabba. Improbabile, per la polizia, che i
tagli siano stati eseguiti di giorno, durante la apertura delle cappelle
mortuarie, quando c'è un via vai di gente. Le tre salme sfregiate si trovavano
nei pressi della porta di servizio, ed è da lì che i profanatori potrebbero
essere passati. Da capire che uso sia stato fatto o si intenda fare dei lembi
di cute tagliati via. Forse sono stati bruciati sul posto, più probabilmente
sono stati o saranno utilizzati in qualche rito, o spediti in segno di minaccia
(come avvenne dopo l'ultimo delitto del mostro, quando un lembo di seno fu
inviato al Pm Silvia Della Monica).
Giuttari era intervenuto in qualità di capo della Mobile, ma non fece neanche in tempo a prendere contatto con il caso che subito fu estromesso: il procuratore capo Ubaldo Nannucci, con il quale non correva buon sangue, lo accusò di aver rivelato alla stampa informazioni riservate, e affidò il caso alla Guardia di Finanza. Probabilmente la foga di impedire che Giuttari si avvalesse dell’episodio per inseguire le sue sette sataniche fece commettere al magistrato un grave errore: l’accusa era infondata, poiché a parlare con i giornalisti erano stati altri, come si scoprì presto. Minacciato di querela, Nannucci dovette chiedere scusa per iscritto, ma oramai Giuttari era fuori. In ogni modo fu una fortuna per lui, poiché così riuscì a evitare l’insidia di una possibile gran brutta figura.
Il 29 giugno, nonostante
il potenziamento dei controlli attorno e dentro le cappelle mortuarie, comparvero
ancora lesioni misteriose su una quarta salma. Le telecamere non rivelarono
niente di sospetto, e stranamente né il custode notturno né la guardia giurata
che gli dava manforte, in lacrime mentre si discolpava, non si accorsero di
nulla. Furono allora verificati in modo certosino tutti i possibili accessi e
fu rafforzata ulteriormente la vigilanza, ma questo non impedì che la notte
successiva venisse sfregiata una quinta salma. Da "La Repubblica" del 1°
luglio:
Sorvegliati a vista gli ingressi, ronde dei
vigili urbani e degli addetti alla sicurezza nelle camere ardenti. Esaminate
tutte le salme dopo la chiusura delle cappelle. Eppure per la quinta volta un
cadavere è stato sfregiato. E l'impressione sempre più netta è che sia stata
lanciata una sfida del tutto inedita. Dopo quattro donne, in età compresa fra
gli 80 e i 90 anni, ieri è stata la volta della salma di un anziano pensionato:
con una lama affilata, forse un bisturi, una mano ignota ha tagliato via un lembo
di pelle dal viso, appena sotto un occhio, e un altro pezzetto l'ha tagliato
all'altezza della gola. Poi, quasi a «firmare» questa ulteriore sfida agli
investigatori che indagano sulla vicenda, ha aperto gli occhi alla salma. È un
messaggio per qualcuno? Una storia di necrofili? Ha un significato occulto? È
parte di un rito satanico?
Si tenga presente che, oltre alle
telecamere, c’erano ben otto uomini a vigilare dentro e fuori: due guardie giurate,
il custode, due vigili urbani e tre uomini della finanza. Ma non era ancora
finita. Qualche giorno dopo la città, sbigottita e incredula, dovette sopportare la notizia del vilipendio di
una sesta salma, prima che un ulteriore potenziamento della vigilanza e, soprattutto,
la chiusura delle bare per la notte con appositi coperchi di plexiglas, ponessero termine alle
profanazioni.
A quel punto qualcuno cominciò a
recuperare un po’ di buonsenso. Già nei primi giorni le analisi della
Scientifica sulla cenere che aveva fatto sospettare un rito
satanico erano giunte alla conclusione che si trattava semplicemente dei
resti di un sigaro bruciato. Poi, per quanto potente potesse essere stata la fantomatica
setta responsabile delle profanazioni, i suoi adepti non avevano certo il dono
dell’invisibilità, e neppure la capacità di attraversare mura e porte chiuse.
Non invisibili ma molto piccoli, non incorporei ma in grado di passare attraverso minuscole aperture, i sospettati naturali non potevano essere che i topi; evidentemente, chi aveva giudicato le ferite opera della mano dell'uomo si era sbagliato. Così scriveva "La Repubblica" l’8 luglio:
Non invisibili ma molto piccoli, non incorporei ma in grado di passare attraverso minuscole aperture, i sospettati naturali non potevano essere che i topi; evidentemente, chi aveva giudicato le ferite opera della mano dell'uomo si era sbagliato. Così scriveva "La Repubblica" l’8 luglio:
La procura non esclude che le escissioni sulle
sei salme alle Cappelle del Commiato possano essere state provocate dai morsi
di animali, forse topi. È una delle ipotesi sul tavolo dei magistrati. Non la
sola né la principale. Lo ha fatto capire ieri il procuratore Ubaldo Nannucci
in un incontro con i giornalisti. Tempo fa, in un'altra città si era verificato
un episodio simile. Da qui il sospetto. Anche se a condurre su altra strada gli
investigatori ci sono i rilievi del medico legale che esaminando le salme
mutilate ha parlato fin da subito di una «lama affilata» escludendo che si
trattasse di animali. Nella quinta e nella sesta profanazione però le incisioni
sarebbero lievi e compatibili coi morsi dei roditori.
Messi di fronte all’impossibilità
che qualcuno potesse aver beffato gli accurati controlli, gli inquirenti
rividero criticamente le valutazioni del medico legale, e ripensarono a un
caso analogo avvenuto 25 anni prima a Francavilla al Mare, dove erano bastate
due salme sfregiate per individuare i responsabili, topi, appunto. Qualche
controllo più accurato permise di raggiungere analoghe conclusioni anche a
Firenze: sulle vesti delle salme profanate furono trovati peli di topo, e una carcassa in un armadietto.
La conclusione della tragicomica vicenda
la possiamo leggere in un articolo de "La Repubblica" del 29 agosto:
Forse era veramente un topo il «maniaco» che
fra il 23 giugno e il 5 luglio ha profanato sei salme esposte alle Cappelle del
Commiato di Careggi in attesa del funerale. La soluzione del «giallo» è rimasta
a lungo in bilico fra le valutazioni del medico legale Giovanni Marello,
secondo il quale le lesioni sul volto e sul torace delle salme erano state
eseguite con una lama affilata, e le analisi della Polizia scientifica, che ha
trovato microscopici peli di topo su alcune delle salme. Ieri è venuto alla
luce un indizio che sembra avvalorare la pista del topo. Sì, perché in un
ripostiglio delle cappelle è stato trovato per l'appunto un roditore morto,
stecchito da tempo. […]
L'altro ieri gli addetti alle cappelle hanno
notato escrementi lungo il muro di uno stanzino in cui vengono riposti gli
attrezzi. Sono stati chiamati i tecnici di una ditta specializzata che,
seguendo le tracce, hanno trovato un topo morto all'interno di un armadietto
metallico. Le ante dell'armadio erano chiuse, ma non a chiave. È possibile,
quindi, che il topo sia entrato in un momento in cui le ante erano socchiuse. A
giudicare dallo stato della carcassa, il roditore, ucciso probabilmente dal
veleno di una trappola, dovrebbe essere morto diverso tempo fa.
Salve Antonio le scrivo perché in questo periodo di domiciliari forzati mi è tornato in mente un triste caso di cronaca avvenuto a Prato nel luglio 2011. Sarà Baldi e il suo ragazzo, Imad Merone, furono trovati morti nel loro appartamento in via Ariosto uccisi da due colpi di fucile. Si parlò subito di omicidio-suicidio ma alcuni particolari nn tornavano. Cmq l'inchiesta sarà archiviata definitivamente nel 2014 come omicidio-suicidio. A questo punto si chiederà cosa ha a che fare questa storia con quella del Mostro. La risposta è ovvia: assolutamente niente! Almeno x la stragrande maggioranza delle persone. Ricordo, infatti che sul quotidiano La Nazione, sotto la notizia della morte dei ragazzi c'era un appassionato articolo redatto da un opinionista che all'epoca collaborava con quel giornale che faceva notare una strana coincidenza, gettando noi lettori nel dubbio e nello sconforto: Sarà proveniva dallo stesso paese ( Castiglion dei Pepoli, BO) ed era parente di Stefano Baldi, una delle vittime del Mostro! Potrà trovare i dettagli della storia facilmente su Google ma purtroppo io non sono riuscito a trovare l'ambiguo commento dell' opinionista, magari ci riuscirà qualcun altro interessato. Cmq l'indovinello è: secondo lei chi è questo opinionista? Le assicuro: è facilissimo! Buone feste!
RispondiEliminaA dire il vero non ho trovato nulla di questo delitto, ma l'opinionista immagino chi sia, anche considerando il posto dove lei ha inserito il suo scritto.
EliminaBuone feste anche a lei.
Provi a digitare su google "omicidio Prato Baldi Nazione"
RispondiEliminaTrovato, ierisera ero un po' stanco, evidentemente.
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